Pugili suonati

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Stamattina sono passato da scuola per vedere gli esami di maturità e quella che, pur con una comprensibile trepidazione, era una cerimonia festosa adesso è diventata inquisitoria: non tanto per i candidati ma per il pubblico che, oltre a non essere più ammesso, deve firmare autocertificazioni!

Siamo ampiamente controllati da satelliti, telefoni, telecamere (sono in ogni edificio pubblico) e io stesso qui sto raccontando pubblicamente quello che faccio, ma ancora non basta!

Prima del Covid sembrava che la privacy fosse la principale ossessione, adesso, al contrario, ci vogliono tracciare ad ogni passo… 😦

P.S. Alcuni ritengono che quella dell’epidemia sia stata una esercitazione per vedere fino a che punto di obbedienza possono portarci: direi che è perfettamente riuscita e non c’è limite.

 

Mode e media

Fino a ieri erano gli economisti a tenere banco sui media, adesso è il momento dei virologi:

Da medico virologo una ultima considerazione: Oggi l’ansia di una intera popolazione si sta concentrando su come tenersi alla larga da questo maledetto virus. Nessuno o quasi riflette che noi, in ogni momento, siamo immersi in un ambiente saturo di innumerevoli virus, germi e altri agenti potenzialmente patogeni. E in questi giorni, quasi nessuno ci dice che se non ci ammaliamo è grazie al nostro sistema immunitario il quale può essere compromesso, – oltre che da una inadeguata alimentazione e da uno sbagliato stile di vita – dallo stress, che può nascere anche dallo stare in spasmodica attenzione di ogni “notizia” sul Coronavirus regalataci dal web e TV. Non vorrei quindi che questa psicosi di massa faccia più danni dell’ormai famigerato Covid-19. Care mamme e cari papà confido nel vostro buon senso e nel vostro amore per i figli.

Giulio Tarro

https://www.realtasannita.it/articoli/in-primo-piano/a-colloquio-con-il-prof-giulio-tarro-il-coronavirus-visto-da-uno-scienziato-di-lungo-corso.html

Vite di corsa

La lezione magistrale "Vite di corsa. Le sfide all’educazione della modernità liquida" tenuta il 13 settembre a Bologna presso l’Aula absidale di Santa Lucia dal sociologo britannico Zygmunt Bauman, fa parte del ciclo di incontri dal titolo "Il sapere necessario", organizzati dall’Assessorato scuola, formazione professionale, università, lavoro, pari opportunità della Regione Emilia Romagna.
L’intervento di Bauman ha avuto ad oggetto il rapporto tra democrazia ed istruzione.
In particolare, egli ha considerato tre punti chiave relativi all’istruzione come condizioni indispensabili alla piena realizzazione della democrazia.
In prima istanza, secondo Bauman l’istruzione rappresenta una questione che deve essere affrontata in una visione ampiamente prospettica, che si estenda sull’intero arco della vita dell’individuo. Ciò che si fa nel presente avrà un impatto sulle generazioni future, verso le quali occorre sviluppare, secondo il sociologo britannico, un forte senso di responsabilità.
Si è verificata però negli ultimi tempi, secondo Bauman, una sorta di rivoluzione del concetto di temporalità che sembra invece avere imboccato la direzione opposta: si è andati oltre le visioni tradizionali del tempo come eterno ritorno oppure come linearità contraddistinta da un progresso continuo, per sfociare in una concezione del tempo come singolo punto, della vita come insieme di episodi. Si tratta di una prospettiva limitata al "qui ed ora" che, secondo Bauman, ha la propria principale ragion d’essere nella precarietà che sempre più contraddistingue l’esistenza dei singoli. Egli ha in proposito riportato questo esempio: se un tempo era normale per un lavoratore rimanere nella stessa azienda per tutta la propria vita lavorativa, oggi, nella Sylicon Valley, il periodo più lungo ipotizzabile di "fedeltà" ad un’azienda può arrivare al massimo agli otto mesi.
Egli ha sottolineato come l’educazione debba invece avere una finalità etica di prospettiva e debba essere strumento di consapevolezza atta a generare comportamenti responsabili verso gli altri; egli concepisce infatti il sapere come una serie di abilità soprattutto pratiche, finalizzate all’agire nella vita e nella relazione, al fine di dare forma ad una solidarietà consolidata e ad un senso di "continuità" sociale.
La sfida principale oggi, secondo Bauman, è quindi il ripristino dell’autorevolezza di un pensiero che si proietti sull’intera durata della vita dell’individuo, favorendo lo sviluppo di abilità sociali finalizzate ad un dialogo continuativo.
Di qui discende dunque la necessità di un’istruzione permanente, perché, sostiene sempre Bauman, senza una conoscenza e una consapevolezza a livello politico capillarmente diffusa, la democrazia è impensabile.
Egli ha posto infine l’accento sul fatto che tuttavia oggi, paradossalmente, soffriamo della confusione provocata dall’eccesso di informazione, dalla quale siamo "inondati" soprattutto attraverso Internet. Una delle principali sfide del nostro tempo, pertanto, consiste nell’imparare a filtrare ciò che è davvero utile da ciò che non lo è, perché, afferma il sociologo, soprattutto nel web si è continuamente sommersi da una gigantesca mole di informazioni del tutto irrilevanti. Tuttavia, conclude, di fronte a questa "inondazione" di proporzioni gigantesche, siamo probabilmente condannati ad agire in condizioni di continua incertezza.
Bauman ha terminato il suo intervento sostenendo provocatoriamente che se 30 o 40 anni fa pensava ed insegnava ai suoi studenti che tutta la conoscenza fosse in qualche modo utile, oggi si sente costretto a dover affermare (e insegnare) il contrario.

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