Punto salute a Pilastri

All’interno di Palazzo Mosti arriverà da lunedì mattina, nel suo nuovo “ambulatorio”, il nuovo medico di medicina generale, Maria Rega, che segue anche i pazienti di Gavello. Nel “Punto salute”, i volontari si occuperanno dell’apertura e della pulizia dei locali adibiti a centro prelievi della frazione che, a cadenza quattordicinale, è attualmente in funzione con un’infermiera inviata dal servizio sanitario. Servizio prelievi al quale si accede attraverso il sistema di prenotazione Cup collocato nella vicina farmacia del paese. Dal dicembre del 2017, all’interno di Palazzo Mosti è collocato anche un apparecchio defibrillatore donato dal Club Vecchie Ruote e inserito nel progetto “RianimiAmo Bondeno”. E’ stata l’assessore alle Politiche sociali, Cristina Coletti, a ringraziare i volontari del centro sociale presieduto da Catia Melloni, e quelli del Club Vecchie Ruote, i quali hanno donato l’apparecchiatura salvavita. La direttrice del Distretto Ovest dell’azienda sanitaria, Anna Maria Ferraresi, ha ricordato «l’importanza di servizi come quello di Pilastri, per le comunità lontane dai grandi centri urbani. Il 4 maggio inaugureremo anche la nuova Casa della Salute di Bondeno, in cui abbiamo previsto “percorsi facilitati” per la diagnostica di primo livello, per patologie come quelle cardiologiche, diabetiche e così via».

Popolarità

Circa la partecipazione/i di compaesani in tv, ci terrei a esprimere il mio punto di vista e spero vivamente di non essere frainteso, anche se so già che succederà, poiché le cause che portano a questo sono le stesso che mi portano a scrivere di questa cosa…

Ora…

Io non ho nulla di personale contro chi, IN TUTTI I MODI POSSIBILI E IMMAGINABILI, insegue da anni una visibilità fugace in qualche trasmissione, reality o gioco a premi, incrociando, per inerzia, la ciclica, resa possibile dalla legge dei grandi numeri, possibilità di riuscire nel suo intento.

Contro costui/costei non ho nulla di personale, niente, non mi risulta che io debba a lui/lei qualcosa o viceversa, pertanto nada di personale.

Tuttavia c’è un meccanismo contorto che si scatena in relazione a un evento del genere, evento successo anche nel dettaglio di recente, ed è questo entusiasmo, questa curiosità morbosa, questa voglia di condivisione sofisticata, dettata solo dalla grande carenza di argomenti, anche comici, che ormai la maggior parte di noi vive…

Tuttavia c’è un insopportabile fermento intorno a un’evento che di per sé altro non fa che mettere in luce delle incapacità e non delle capacità; delle situazioni comiche non volute, e non argutamente preparate, che a me non fanno ridere, ma che ai più fanno poi solo sorridere, perché il riso, quello autentico, quello che il Venerabile Jorge da Burgos detestava, ha un’articolazione, una strutturazione e un esito ben diversi.

Pertanto… di chi si è occupato di cultura, o di altre cose importanti per la nostra comunità, non v’è traccia da nessuna parte, né nell’intitolazione di una via, di una piazza (quella dedicata a Gianfranco Po appare più incidentale che ordinaria), di un’associazione, di un parco… nulla…

Mentre… di chi invece, boh, non saprei davvero di quale peculiarità sua si avrà memoria, se non il parlare a voce alta disturbando, dire spesso cose che non hanno nessuna attinenza con la realtà e sostenere una non cultura, che però in questo mondo è diventata più importante della cultura, si parla, si chiede, si inoltrano video, che io per rispetto di me stesso non ho guardato, ci si informa, e alla fine non so, chiediamo anche al nostro Sindaco di dargli un premio, perché davvero non ci spiega come una comunità viva e, per molti anni, presa ad esempio da quelle limitrofe per tanti traguardi raggiunti in momenti storici assai grami, si sia infilata in questo barometro gossipario che misura solo la popolarità o meno di chi come unica caratteristica davvero incontestabile per cui è arrivato lì è perché ci ha provato finché non c’è riuscito, un po’ come quando conquisti una ragazza per sfinimento…..

Onorevoli Pilastresi, vi faccio tanti auguri.

Augusto Verri

Pilastri

Adesso, dove c’erano le Scuole, dove Lei ha insegnato a un paese intero “a stare al mondo”, vorrebbero vendere tutto per incassare quei soldi che non riescono a recuperare promuovendo la Cultura anziché svendendo i Luoghi ove essa era sovrana.

I nostri amministratori, con la complicità di moltissime persone che inseguono l’ignoranza, calpestano il ricordo della mia “Maestra di Vita”, e insieme ad essa di quella Storia di cui dovremmo avere a cuore la Memoria.

Perdonaci, Delelma, Tu hai fatto il meglio.

Augusto Verri
http://lafondazione.wordpress.com/2014/03/31/signora/

Pilastri – Casa del popolo

Casa del Popolo di Pilastri, all’estrema destra della foto n° 1. il negozio della Coop ; nella foto 2 invece può vedere il Cinema Teatro Nuovo . Per accedere alla stanzetta del  proiettore si saliva quella piccola scaletta di legno che si vede sul lungo balcone al primo piano. Sempre al primo piano, sulla destra, può vedere la porta aperta che conduceva ad  un appartamento e agli  uffici dei sindacati.

Davanti alla Casa del Popolo, sulla destra,  dove si vedono delle donne e dei bambini c’era la pompa pubblica dell’acqua potabile e un po’ di verde attorno.

Gli scavi di Pilastri all'Archeologico

Sabato 4 ottobre 2014, alle 17, presso la Sala delle Carte Geografiche del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, in via XX settembre 122, in presenza del Sindaco di Bondeno Alan Fabbri e dell’archeologo Valentino Nizzo, responsabile degli scavi, verrà inaugurata la mostra fotografica e archeologica “Archeologia a Pilastri Ieri e Oggi. Con le mani nella terra”, un racconto attraverso foto e reperti archeologici inediti volto a illustrare i vari momenti dello scavo della terramara di Pilastri, dagli esordi nel 1989 fino alla recente ripresa delle indagini del 2013, culminata con la sottoscrizione di una convenzione triennale tra Comune e Soprintendenza che impegnerà archeologi delle Università di Ferrara e di Padova, associazioni locali e volontari in un lungo percorso di scoperta, divulgazione e conoscenza che ha una delle sue tappe iniziali nell’esposizione che il Museo di Ferrara di appresta ad ospitare.
Reperti e fotografie racconteranno, in un percorso organico, in cosa consiste il lavoro dell’archeologo e non solo, descrivendo visivamente tutte le attività che ad esso sono e devono essere correlate: dalla ricognizione allo scavo passando per la comunicazione e la didattica. Le fotografie sono state realizzate nel corso della campagna del 2013 da Stefano Tassi e Giulio Pola, tra i protagonisti dell’iniziativa sin dal suo avvio, insieme ai volontari dei Gruppi Archeologici di Bondeno e di Ferrara che hanno contribuito alla realizzazione delle ricerche e, soprattutto, alle iniziative didattiche ad esse correlate, nelle quali sono stati finora coinvolti giovani alunni delle scuole elementari e medie del territorio di Bondeno e di quelli limitrofi.
Il tutto mentre a Pilastri, dal 15 settembre scorso, sono riprese le attività didattiche e quelle di scavo, che si protrarranno fino al prossimo 31 di ottobre. Con tempismo privo quasi di confronti, una parte dei rinvenimenti più significativi effettuati nel villaggio terramaricolo verrà esposta in mostra, pochi giorni dopo essere riemerso da quasi 3500 anni di oblio. Tra di essi spiccano alcuni frammenti di ambra, di probabile provenienza baltica, che riportano d’attualità le antiche leggende relative a Fetonte, all’Eridano (antico nome del Po) e alle lacrime delle Eliadi, sue sorelle.
In questo modo si spera di estendere a un pubblico il più ampio possibile la conoscenza di uno dei siti storici e archeologici più importanti della provincia, incoraggiando quanti non lo hanno già fatto a visitarlo mentre gli scavi e le attività che lo accompagnano sono ancora in corso. Per informazioni http://www.terramarapilastri.com

 

Referenze
La mostra è stata organizzata e allestita sotto la direzione scientifica del Dott. Valentino Nizzo (SBAERO), con il contributo e la collaborazione di Giulio Pola, Stefano Tassi (foto e allestimento), Giulia Osti, Margherita Pirani e Lara Dal Fiume (curatela, comunicazione e allestimento)
Restauri: Valentina Guerzoni
Si ringrazia per la collaborazione tutto il personale del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara e della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna
L’iniziativa è promossa dal Comune di Bondeno e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, con la collaborazione dei Gruppi Archeologici di Bondeno e di Ferrara e dell’Associazione Bondeno Cultura
Lo scavo è coordinato sul campo dalla ditta PETRA di Padova col concorso delle Università di Padova e di Ferrara

 

La mostra sarà aperta con gli orari del Museo dal 4 ottobre al 30 novembre 2014. La visita della mostra è compresa nel biglietto di ingresso del Museo, sono valide le gratuità e le riduzioni previste per legge.
Info: http://www.terramarapilastri.com

 

Orario di apertura del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara:

fino al 26 ottobre 2014: da martedì a domenica: 9.30-19 (chiusura biglietteria 18.30)

dal 28 ottobre 2014: martedì, mercoledì, giovedì e domenica: 9.30-17 (chiusura biglietteria 16.30); venerdì e sabato 9.30-19 (chiusura biglietteria 18.30).

Lunedì chiuso

Scavo della "terramara" di Pilastri

Nei primi decenni dell’ottocento il nome terramare era utilizzato per indicare cave di terriccio organico scavate entro basse collinette, frequenti a quei tempi nel paesaggio della pianura padana. Le collinette non avevano un’origine naturale e il terreno che le costituiva, venduto per concimare i campi, era ricco di resti archeologici. Per lungo tempo questi resti furono attribuiti ad abitati o necropoli di età romana o celtica. Solo dopo il 1860, quando in Italia cominciarono ad intensificarsi le ricerche scientifiche di preistoria, ci si rese conto che la vera origine di queste collinette era attribuibile a villaggi dell’età del bronzo e da allora il termine terramara fu utilizzato dagli archeologi per indicare questi abitati. Grazie ai numerosi scavi le terramare divennero famose in tutta Europa e i loro resti andarono ad arricchire i musei della regione. Gli scavi effettuati negli ultimi vent’anni hanno dimostrato che le terramare erano villaggi fortificati databili fra l’età del bronzo media e recente (ca. 1650 – 1170 a.C.), circondati da un terrapieno e da un fossato. La dimensione di questi abitati variava: da 1-2 ettari nelle fasi più antiche fino a 20 ettari nelle fasi più avanzate.

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