La parola del giorno

[bà-ra-tro]

SIGN Precipizio, voragine; rovina

voce dotta recuperata dal latino [bàrathrum], prestito dal greco [bárathron] ‘voragine’, che in particolare indicava una voragine vicino ad Atene.

C’era presso Atene una voragine che veniva utilizzata per scagliarvi dentro i condannati a morte. Ci finivano i criminali politici, ci finivano gli ambasciatori impertinenti (come quelli di Serse di Persia). Si trovava nel demo di Keiriàdai, di collocazione che oggi è incerta, ma probabilmente poco a overst dell’Acropoli, su una ridente collina. Era il bárathron.

E in effetti in greco quello è rimasto il baratro per antonomasia, nonostante bárathron fosse un nome comune per indicare una voragine. Adattato dai latini in bàrathrum, ci arriva come voce dotta (molto presto, è già in Dante). Pare comunque ci sia un lontana parentela che affonda nel protoindoeuropeo fra il baratro e la voragine, entrambi collegati all’inghiottire.

Nella famiglia dei suoi sinonimi spicca per i suoi tratti di terrore e allo stesso tempo concretezza. L’abisso ha un odore mitico, precipizi, burroni e dirupi, sono verticalità normali del nostro territorio. In maniera simile alla voragine (e ci si può leggere l’eco del suo senso primigenio che gravita su un divorare), il baratro è irrimediabile, sdrucciolo: non restituisce nulla. Anche se forse più della voragine è scuro, atro, e meno considerato nella superficie che squarcia, più profondo (nella strada diciamo che si apre una voragine, più che un baratro).

Problemi

Neanche il tempo di inaugurarlo e già cominciano i problemi. Infatti è questo ciò che si vede sul nuovo ponte sul canale Burana a Bondeno, costato oltre 4 milioni di euro e il cui taglio del nastro è previsto per sabato:

L’asfalto che si trova all’ingresso del ponte si è infatti aperto in una voragine. Quanto è accaduto ha fatto preoccupare, e non poco, tanti bondenesi. Il ponte rischia di crollare?  I lavori sono stati fatti a regola d’arte? Il ponte è sicuro?, si sono chiesti in tanti.

La risposta è arrivata a mezzo stampa dal Comune, che spiega come la crepa non sia sul ponte. Anzi, non è nemmeno una crepa. E’ una cosa che riguarda la nuova ciclabile e che si sistema senza problemi, ha detto l’assessore Marco Vincenzi. Basterà che gli operai grattino via via l’asfalto messo sulla terra senza fondo e quel buco lungo oltre tre metri verrà sistemato.

Rimane però, che il cedimento del terreno c’è stato, sul terreno cui poggia il ponte e su cui sia lavorato. Sopra c’è la ciclabile, che non aprirà sabato come il ponte.

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