Addio a Gatto Gino

SAN GIOVANNI IN PERSICETO – Ha destato costernazione e rammarico la notizia della morte di gatto Gino, il felino che a San Giovanni in Persiceto  aveva casa tra il Comune e il centro storico, amato e benvoluto da tutti.

Secondo quanto si apprende, è stato investito da un’automobile: è stato ritrovato esanime in un giardino con il musetto coperto di sangue.

Gatto Gino, 9 anni, era conosciutissimo e la sua fama raggiungeva anche l’estero: aveva parlato di lui anche la radio svizzera e un suo calendario era sbarcato a Singapore.

Per i suoi modi “aristocratici” lo chiamavano “il re”: popolarissimo, amava partecipare alle sedute del consiglio comunale e prendere posto sulla pila dei giornali appena arrivati in edicola. In estate, se ne stava al fresco nelle vetrine dei negozi con l’aria condizionata.
“Con il cuore pieno di rabbia e gli occhi colmi di lacrime ci stringiamo alla famiglia di Gino anche noi. Grazie Gino per averci fatto compagnia durante tantissimi banchetti e per averci permesso di aiutare tutti i nostri mici. Grazie Gino, ci mancherai”, scrive l’Enpa di San Giovanni, di cui Gino era mascotte ufficiale, il volto di tanti calendari e oggettistica che serviva a finanziare le attività dell’associazione per la cura e tutela dei mici.

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Torna l’antica gru

Sta per ritornare al suo posto. Dove è rimasta per quasi cento anni. Un tempo indispensabile strumento di lavoro funzionale al carico e scarico delle merci, successivamente reliquia di un passato industriale che aveva nello zuccherificio un punto di riferimento di un mondo agricolo oggi profondamente mutato e nel canale di Burana un’infrastruttura di collegamento “naturale” verso la città. La vecchia gru che ha consentito a partire dal 1925 il circolo delle merci da e verso l’ex zuccherificio è stata oggetto di un complesso processo di restyling durato più di un anno. Una cordata di imprenditori si è occupata del suo restauro, non senza qualche difficoltà dovuta alla ricerca dei materiali e dei colori più fedeli all’originale manufatto meccanico, per il quale è stata indispensabile un’accurata ricerca fotografica. «L’antica gru meccanica rappresenta un elemento ormai caratteristico del paesaggio, affacciandosi sul canale di Burana a due passi dal centro storico. Un bell’esempio di “archeologia industriale” – rivela il vicesindaco Simone Saletti – ma al tempo stesso anche una dimostrazione di collaborazione tra le forze produttive del territorio, dedicatesi al suo completo restauro. L’intenzione di tutti è quella di riposizionare la gru in un punto ben visibile, durante il periodo della fiera, per condividere questo importante lavoro di recupero con i cittadini. Anche a ricordo di quello che la gru ha significato per vari decenni per il territorio». Sul piano tecnico, si è cercato un colore che somigliasse a quel rosso “carminio” originale, che però non si è potuto riprodurre completamente per via delle composizione chimica del prodotto, oggi non più in commercio per ragioni di sicurezza. I vani interni sono stati conservati scrupolosamente, compresi gli ingranaggi, mentre la rivestitura in legno e la copertura metallica sono assolutamente fedeli al progetto iniziale. Gianni Dall’Olio ha coordinato il ruolo delle varie imprese impegnate: Officine Barbieri, Bregoli Movindustria, Matal-Sab, Costanzelli e Stil-Tende, in collaborazione con il Comune e con il Consorzio di Bonifica, competente per l’area goleanale. I vigili del fuoco de comando di Ferrara e i volontari del distaccamento di Bondeno eseguirono il trasporto del prezioso manufatto, nel novembre del 2016.

Gru canale Burana restauro