Un regime a fin di bene…

Non sarà, a tal riguardo, sfuggito che pressoché ogni norma sanitaria introdotta nel quadro dell’emergenza Covid-19 era, insieme, medica e politica, senza che fosse possibile tracciare una netta linea divisoria tra il medico e il politico, tra l’obiettivo e il soggettivo. Il lockdown, il divieto di assembramento e il distanziamento sociale sono, chiaramente, norme sanitarie che, insieme, giovano a introdurre una specifica razionalità politica di tipo autoritario. Permettono, in altri termini, di occultare l’autoritarismo politico dietro il discorso medico, la limitazione delle libertà dietro la difesa della salute, la riorganizzazione verticistica in atto dietro l’esigenza di tutelare le vite di tutti e di ciascuno. Proprio in ciò si misurano la continuità e la differenza tra i vecchi regime autoritari novecenteschi e il nuovo ordine terapeutico instauratosi con l’emergenza del Coronavirus. Le dittature, sia rosse, sia nere, dovevano evitare in ogni modo assembramenti e associazioni, per evitare che il dissenso si organizzasse in forma corali. Mediante il “distanziamento sociale”, il dissenso resta “individualizzato” e, per ciò stesso, impotente, perché non in grado di tradursi in energia pratica rovesciante. Le vecchie dittature, dunque, dovevano mettere fuori legge gli assembramenti per tutelare se stesse e la propria tenuta. Il nuovo ordine sanitario del capitalismo terapeutico percorre una via decisamente più mediata e, per così dire, meglio meditata: se mette fuori legge assembramenti e incontri pubblici, lo fa – secondo il discorso del medico – non certo per tutelare se stesso, ma per proteggere le vite dei sudditi, ponendole al riparo dai contagi. Se l’altro  diviene un potenziale e invisibile contagiato-contagiatore (asintomatico), è chiaro che per proteggere la vita di tutti e di ciascuno occorre impedire l’incontro e l’assemblea, la socievolezza e la comunità

Diego Fusaro

in https://www.ariannaeditrice.it/articoli/un-regime-a-fin-di-bene-70972

Tullio Gregory

MIRANDOLA – E’ morto sabato 2 marzo a Roma il filosofo e storico della filosofia Tullio Gregory. Aveva compiuto 90 anni il 28 gennaio e lavorava tutti i giorni (il suo ultimo saggio è Translatio linguarum).

Docente di storia della filosofia medievale e di storia della filosofia all’università La Sapienza, Gregory è stato attratto dai momenti storici in cui si sono verificate grandi svolte culturali che hanno portato a un cambiamento delle società. Nel 1993 aveva fatto parte del consiglio d’amministrazione della Rai, il cosiddetto cda dei professori.

Anche a Mirandola lascia un commosso ricordo, quello cresciuto nella sua veste di presidente del comitato scientifico del centro internazionale Pico . L’assessore Roberto Ganzerli che ripercorre i momenti di collaborazione

Tullio Gregory ci ha lasciato. Con lui la cultura italiana perde uno dei suoi protagonisti e Mirandola perde anche un amico. Gregory presidente del comitato scientifico del centro internazionale Pico è stato infatti un grande studioso e divulgatore dell’opera del nostro illustre filosofo. Nella sua vita ha saputo coniugare studio, passione e impegno civile , agendo in prima persona nelle tante istituzioni in cui ha messo a disposizione le sue elevate competenze : commissioni ministriali, Treccani, CNR, Rai. Il suo esempio deve indicarci la strada per valorizzare la figura di Pico e più in generale , il nostro patrimonio artistico e culturale , risorse tra le più importanti che Mirandola possiede. Ci mancherà.

Socio nazionale dal 1987 dell’Accademia dei Lincei, Gregory ha promosso nel 1964 ed è sempre stato direttore del gruppo di ricerca CNR e poi Istituto del Lessico Intellettuale Europeo. Professore alla Sorbona (1986-87) che gli ha conferito la laurea honoris causa nel 1996.
Entrato alla Treccani nel 1951 ha guidato e ideato molte delle opere, tra cui un progetto sulle parole chiave del XXI secolo.

E’ stato uno studioso ma che proprio in collegamento con i suoi interessi principali, Gregory  – ricorda l’Ansa – si è trovato a farsi parte attiva nel mondo, a criticare, denunciare, proporre soluzioni e spesso a agire in prima persona, in tante commissioni ministeriali legate a problemi universitari o di beni culturali, alla Treccani, al Cnr, e persino alla Rai, dove fece parte nel 1993 del Cda cosiddetto dei professori: ”Chi invita alla ragione, chi pretende venga messa al centro dei problemi e le riflessioni – chiosa – dovrebbe sentirsi poi in dovere di impegnarsi usandola nei confronti degli altri e con gli altri”.

 

The post Anche a Mirandola il commosso ricordo di Tullio Gregory appeared first on SulPanaro | News.

Remo Bodei

«Questo dei sette è il più gradito giorno, / Pien di speme e di gioia / Dimane tristezza e noia / Recheran l’ore, ed al travaglio usato / Ciascuno in suo pensier farà ritorno».
G. Leopardi, Il sabato del villaggio

Dopo la memorabile lezione magistrale del grande Filosofo della religione, Bernhard Casper, continua l’intenso tour filo-rivierasco della sesta edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio. Mercoledì 6 luglio – alle ore 21.15 – nella splendida cornice del Castello di Padernello di Borgo S.Giacomo (Bs), è atteso l’arrivo di Remo Bodei, uno dei più noti e influenti pensatori contemporanei, che ha recentemente presentato il suo “manifesto per vivere in una società aperta”. Professore di Filosofia presso la University of California (Los Angeles) e già ordinario di Storia della filosofia alla Scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa, Bodei parlerà di Attese di felicità. «Siamo molto onorati – ha dichiarato il direttore scientifico del Festival, Francesca Nodari – di accogliere per la prima volta nel nostro Festival un pensatore di caratura internazione quale è Remo Bodei. E se è vero come egli stesso afferma ne La filosofia del Novecento che “malgrado i ripetuti annunci è certo che la filosofia, al pari dell’arte, non è affatto «morta». Essa rivive anzi a ogni stagione perché corrisponde a bisogni di senso che vengono continuamente – e spesso inconsapevolmente – riformulati”, possiamo senz’altro constatare che, in un certo senso, durante questi incontri si toccano momenti di felicità. Una felicità che, riguardando innanzitutto il “chi è colui che è felice”, come ha mostrato magistralmente Bernhard Casper, rinviene la sua stessa intenzionalità in “un ringraziare per il dono”. Al piacere di ospitare questi grandi, dunque, si unisce il ringraziamento per il loro contributo fecondo e appagante».


scuola di bondenocom

Remo Bodei è professore di Filosofia presso la University of California (Los Angeles). Tra i massimi esperti delle filosofie dell’idealismo classico tedesco e dell’età romantica, si è occupato anche di pensiero utopico e di forme della temporalità nel mondo moderno. In una serie di lavori ha inoltre indagato il costituirsi delle filosofie e delle esperienze della soggettività tra mondo moderno e contemporaneo, pervenendo a una riflessione critica sulle forme dell’identità individuale e collettiva.


In estetica ha curato l’edizione dell’ Estetica del brutto di Johann Karl Friedrich Rosenkranz e ha analizzato in particolare concetti centrali come le categorie del bello e del tragico. Costante la sua attenzione per Sigmund Freud e gli sviluppi della psicoanalisi, per le logiche del delirio e per fenomeni in apparenza quotidiani ma sconvolgenti come l’esperienza del déjà vu. Filosofo di una ragione laica, sulla scia di Ernst Bloch, autore di Ateismo nel cristianesimo, cerca di distillare anche nel teorico del compelle intrare, Agostino d’Ippona, le possibili linee di un ‘ordo amoris‘ capace di assicurarci quell’identità in cui, come vuole il Padre della Chiesa, saremmo noi stessi pienamente: dies septimus, nos ipsi erimus (il settimo giorno saremo noi stessi).

I suoi libri sono tradotti in molte lingue. Nel 1992 ha vinto il Premio Nazionale Letterario Pisa Sezione Saggistica. Inoltre, ha curato la traduzione e l’edizione italiana di testi di Hegel, Rosenkranz, Rosenzweig, Adorno, Kracauer, Foucault. Molti suoi lavori hanno per oggetto lo spessore e la storia delle domande che riguardano la ricerca della felicità da parte del singolo, le indeterminate attese collettive di una vita migliore, i limiti che imprigionano l’esistenza ed il sapere entro vincoli politici, domestici ed ideali.

Già in Scomposizioni (1987), affronta alcuni temi della genealogia dell’uomo contemporaneo e propone la metafora della geometria variabile per indagare le strutture concettuali ed espositive che, contraendosi o espandendosi sino a noi, orientano la percezione e la formulazione di problemi. La sua analisi dell’interazione di queste configurazioni mobili prosegue in Geometria delle passioni (1991) ed in Destini personali (2002) che hanno avuto rilevante successo di pubblico. Attualmente lavora sulla storia e sulle teorie della memoria. Nel 2001 gli è stata conferita la prestigiosa benemerenza di Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Tra i suoi libri ricordiamo: Multiversum. Tempo e storia in Ernst Bloch, Napoli, Bibliopolis, 1979 (Seconda edizione ampliata, 1983); Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno, Torino, Einaudi, 1987; Ordo amoris. Conflitti terreni e felicità celeste, Il Mulino, Bologna 1991; Geometria delle passioni. Paura,speranza, felicità: filosofia e uso politico, Feltrinelli, Milano 1991; Le forme del bello, il Mulino, Bologna 1995; Il noi diviso. Ethos e idee dell’Italia repubblicana, Einaudi,Torino 1998; Le logiche del delirio Laterza, Roma-Bari 2000; Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze, Feltrinelli, Milano 2003; Una scintilla di fuoco. Invito alla filosofia, Zanichelli, Bologna 2005; Piramidi di tempo. Storie e teorie del «déjà vu», il Mulino, Bologna 2006; La filosofia nel Novecento, Donzelli, Roma, 2006; Se la storia ha un senso, Moretti & Vitali, Milano 2007; Paesaggi sublimi. Gli uomini davanti alla natura selvaggia, Bompiani,Milano 2008; La vita delle cose Laterza, Roma-Bari 2009; Ira. La passione furiosa. I 7 vizi capitali, il Mulino, Bologna 2011.

È Presidente del Comitato Scientifico del Consorzio per il Festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo.

francesca nodari – direttore scientifico
http://www.filosofilungologlio.it
info@filosofilungologlio.it

Vita compiuta

«Nella felicità tocca la gloria il culmine»
Pindaro, Nemee

Cresce l’attesa, l’atmosfera si scalda per la lectio magistralis dal titolo: Vita compiuta, che Massimo Donà – ordinario di Filosofia teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano – terrà giovedì 30 giugno, a partire dalle ore 21.15, presso Villa Toninelli, in via IV novembre a Brandico (in caso di pioggia Chiesa S. Maria Maddalena sita nella medesima via). Già ospite del Festival, Donà, filosofo e trombettista di livello, torna a grande richiesta in uno dei tre nuovi comuni (con Brandico, ricordiamo l’ingresso di Dello e Castrezzato) che, da questa edizione, sono entrati a far parte di questo appassionante tour filo-rivierasco. «La sorprendente affluenza del pubblico – ha dichiarato il direttore scientifico del Festival Francesca Nodari – conferma che la filosofia, come la felicità, è contagiosa. Positivamente contagiosa. L’interesse che si sta creando attorno a questa manifestazione – una vera e propria moltitudine di amici pensanti – ci onora e ci fa guardare speranzosi al traguardo del primo atto, se cosi si può dire, di questa sesta edizione. Ci stiamo avvicinando alla metà del percorso. Ma la strada è ancora lunga: ci attendono altri, entusiasmanti incontri tra la terra e il cielo – ci auguriamo stellato – con grandi Maestri del pensiero contemporaneo. Incontri durante i quali: la parola, l’ascolto, il dialogo sono i veri protagonisti».

Laureatosi nel 1981 con Emanuele Severino, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Venezia, Massimo Donà inizia a pubblicare diversi saggi per riviste e volumi collettanei. A partire dalla fine degli anni ’80, collabora con Massimo Cacciari presso la Cattedra di Estetica dello IUAV (Venezia) e coordina per alcuni anni i Seminari dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Venezia.

Sempre a partire dalla fine degli anni ’80, inizia la sua collaborazione con la rivista di Architettura «Anfione-Zeto», della quale dirige ancora oggi la rubrica Theorein. In quegli stessi anni, fonda, con Massimo Cacciari e Romano Gasparotti, la rivista «Paradosso».

Negli anni ’90, invece, insegna Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia; sino a quando diventa Professore Ordinario di Teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. È inoltre curatore, sempre con Romano Gasparotti e Massimo Cacciari, dell’opera postuma di Andrea Emo. Collabora con numerose Riviste, Settimanali e Quotidiani.

Tra le sue opere ricordiamo: Sull’assoluto (Per una reinterpretazione dell’idealismo hegeliano), Einaudi, Torino 1992; Aporia del fondamento, La Città del Sole, Napoli 2000; Aporie platoniche. Saggio sul ‘Parmenide’, Città Nuova, Roma 2003; Filosofia del vino, Bompiani, Milano 2003; Magia e filosofia, Bompiani, Milano 2004; Sulla negazione, Bompiani, Milano 2004; Serenità. Una passione che libera, Bompiani, Milano 2005;  La libertà oltre il male. Discussione con Piero Coda ed Emanuele Severino, Città Nuova, Roma 2006; Filosofia della musica, Bompiani 2006; Il mistero dell’esistere. Arte, verità e insignificanza nella riflessione teorica di René Magritte. Mimesis, Milano 2006; L’essere di Dio. Trascendenza e temporalità, Albo Versorio, Milano 2007; Dio-Trinità. Tra filosofi e teologi, con Piero Coda, Bompiani, Milano 2007; Arte e filosofia, Bompiani, Milano 2007; L’anima del vino. Ahmbè (cofanetto – libro + cd), Bompiani, Milano 2008; Non uccidere, con Enrico Ghezzi, Albo Versorio, Milano 2008; L’aporia del fondamento, Mimesis, Milano 2008; I ritmi della creazione. Big Bum (cofanetto – libro + cd), Bompiani, Milano 2009; La “Resurrezione” di Piero della Francesca, Mimesis, Milano 2009; Il tempo della verità, Mimesis, Milano 2010; Non avrai altro Dio al di fuori di me, con Khaled Fouad Allam, Albo Versorio, Milano 2010; PANTA decalogo (a cura di Massimo Donà e Raffaella Toffolo), Bompiani, Milano 2010; Filosofia. Un’avventura senza fine, Bompiani, Milano 2010; Abitare la soglia. Cinema e filosofia, Mimesis, Milano 2010; Comandamenti. Santificare la festa, con Stefano Levi Della Torre, il Mulino, Bologna 2010; Eros e tragedia, Albo Versorio, Milano 2011.

UN FILOSOFO TROMBETTISTA
In qualità di musicista, dopo aver esordito, ancor giovane, con Giorgio Gaslini e con Enrico Rava, forma un suo gruppo: i Jazz Forms (di cui è leader insieme a Maurizio Caldura). In seguito sviluppa il suo linguaggio trasformando l’idioma ancora bop dei primi anni in una scrittura più articolata in cui entrano in gioco elementi tratti dalla musica rock e da molte esperienze etniche maturate nel frattempo con diversi gruppi musicali. Si esibisce in diverse città italiane con un sestetto, in cui ad accompagnarlo sono una chitarra, una batteria, un basso, delle percussioni e una tastiera. Nasce così il Massimo Donà Sextet. Suona con musicisti che sarebbero diventati protagonisti della scena musicale italiana.

Suona in jam session anche con alcuni padri storici del jazz, come Dizzy Gillespie, Marion Brown,  Dexter Gordon e Kenny Drew. Dal 2001 riprende a suonare professionalmente e forma un nuovo gruppo: il Massimo Donà Quintet, con il quale si esibisce in Italia e all’estero. Il quintetto diventa quindi un quartetto; che è la formazione con cui Donà suona da almeno quattro anni.

A tutt’oggi il nostro ha all’attivo ben sei CD (New Rhapsody in blue, Caligola Records 2002; For miles and miles, Caligola Records 2003; Spritz, Caligola Records 2004; Cose dell’altro mondo. Bi Sol Mi Fa Re, Caligola Records 2006; Ahmbè, Caligola Records 2008; Big Bum, Caligola Records 2009) incisi con suoi gruppi.

La sua etichetta di riferimento è sempre la Caligola Records, il cui responsabile artistico è Claudio Donà, fratello di Massimo e importante critico musicale jazz.

francesca nodari – direttore scientifico
http://www.filosofilungologlio.it
info@filosofilungologlio.it

Scrivere la propria vita

Dopo la tappa in uno dei borghi più belli d’Italia, a Soncino, nella splendida e gremitissima Chiesa di S. Maria delle Grazie, con la magistrale lezione di Sergio Givone su libertà e felicità che ha saputo catturare l’attenzione del pubblico sostando sull’apparente paradosso di una felicità che non può darsi se non passando attraverso la sofferenza, che esige un dire sì, sia pure a fior di labbra, alla nostra vita, continua il percorso in terra cremonese del Festival Filosofi lungo l’Oglio. Martedì 21 giugno – ore 21.15 – presso l’ex cimitero napoleonico sito in via Pieve a Ostiano (in caso di pioggia Teatro Gonzaga) – interverrà Duccio Demetrio con una lectio dal titolo accattivante e insieme enigmatico: “scrivere la propria vita: per una filosofia dell’esistenza”. Può la scrittura divenire una pratica terapeutica? La vita schiva, il recupero della virtù della timidezza, l’indugio possono rivelarsi vie praticabili e consigliabili per vite felici? La meditazione, la ricerca del silenzio in un mondo ove le parole rischiano di scadere nella banalità della chiacchiera possono aiutare il soggetto ad attualizzare quella necessità di raccontarsi, che fa dell’uomo un animale dialogico?

Chi è Duccio Demetrio
Fondatore del Gruppo di ricerca in metodologie autobiografiche, della Libera Università dell’Autobiografia, con Saverio Tutino, nonché dell’Accademia del silenzio insieme a Nicoletta Polla Mattiot – entrambe site ad Anghiari (Arezzo) – è professore ordinario di Filosofia dell’educazione e di Teorie e Pratiche della narrazione presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Si occupa di pedagogia sociale, educazione permanente, educazione interculturale ed epistemologia della conoscenza in età adulta. Dirige la rivista «Adultità» (Guerini Edizioni).

Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Agenda interculturale. Quotidianità e immigrazione a scuola. Idee per chi inizia, Meltemi, Milano 1997; Tornare a crescere. L’età adulta tra persistenze e cambiamenti, Guerini e Associati, Milano 1998; Pedagogia della memoria. Per se stessi, con gli altri, Meltemi, Milano 1998; Elogio dell’immaturità. Poetica dell’età irraggiungibile, Raffaello Cortina, Milano 1998; Il gioco della vita. Kit autobiografico. Trenta proposte per il piacere di raccontarsi, Guerini e Associati, Milano 1999; Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé, Raffaello Cortina, Milano 1999; L’educazione interiore. Introduzione alla pedagogia introspettiva, La Nuova Italia, Firenze 2000; Di che giardino sei? Conoscersi attraverso un simbolo, Meltemi, Milano 2000; Album di famiglia. Scrivere i ricordi di casa, Meltemi, Milano 2002; Ricordare a scuola. Fare memoria e didattica autobiografica, Laterza, Roma-Bari 2003; Manuale di educazione degli adulti, Laterza, Roma-Bari 2003; L’età adulta. Teorie dell’identità e pedagogie dello sviluppo, Carocci, Roma 2003; Autoanalisi per non pazienti. Inquietudine e scrittura di sé, Raffaello Cortina, Milano 2003; In età adulta. Le mutevoli fisionomie, Guerini e Associati, Milano 2005; Filosofia del camminare. Esercizi di meditazione mediterranea, Raffaello Cortina, Milano 2005; La vita schiva. Il sentimento e le virtù della timidezza, Raffaello Cortina, Milano 2007; La scrittura clinica. Consulenza autobiografica e fragilità esistenziali, Raffaello Cortina, Milano 2008; L’educazione non è finita. Idee per difenderla, Raffaello Cortina, Milano 2009; Ascetismo metropolitano. L’inquieta religiosità dei non credenti, Ponte alle Grazie, Milano 2009; L’interiorità maschile. Le solitudini degli uomini, Raffaello Cortina, Milano 2010.

francesca nodari – direttore scientifico
http://www.filosofilungologlio.it
info@filosofilungologlio.it

Povera e nuda vai filosofia!


Quando si arriva a una certa età ci si accorge che i problemi di oggi sono nella natura umana, rilevati e discussi in molte altre occasioni, ma mai risolti; un esempio?

La gola e ?l sonno e l?oziose piume
hanno del mondo ogni vertù sbandita,
ond?è dal corso suo quasi smarrita
nostra natura vinta dal costume;
et è sì spento ogni benigno lume
del ciel, per cui s?informa umana vita,
che per cosa mirabile s?addita
che vòl far d?Elicona nascer fiume.
Qual vaghezza di lauro? qual di mirto?
– Povera e nuda vai, Filosofia –
dice la turba al vil guadagno intesa.
Pochi compagni avrai per l?altra via;
tanto ti prego più, gentile spirto,
non lassar la magnanima tua impresa.

La fonte?
FRANCESCO PETRARCA-CANZONIERE-RERUM VULGARIUM FRAGMENTA
codice Vaticano 3195
In vita di Madonna Laura- libro I- sonetto VII

Riferimenti: giornate della cultura