La caserma di Burana

LA CASERMA DI BURANA.

Fino alla metà degli anni ’30 nel centro abitato di Burana era presente solo qualche edificio, come la chiesa, le scuole, il cinema e qualche bottega, tutti posti solo sul lato occidentale della strada “Virgiliana”, mentre il lato opposto era costeggiato per tutta la sua lunghezza da una alta, folta e invalicabile siepe spinosa, a margine di un grosso fossato di confine che ricordava solo vagamente essere stato l’antico corso del canale Bondiolo. Anche in quegli anni fra le due guerre il nostro paese era dedito prettamente all’attività agricola, a quei tempi però ancora sprovvista di macchinari motorizzati e quindi il paese era abitato in grande prevalenza da braccianti e scariolanti appartenenti all’area socialista e in seguito comunista, politicamente guidati da Luigi Bagnolati e in seguito da Spero Ghedini. Come ci racconta l’emerito buranese, il comandante Edmo Mori nei suoi scritti, “l’alto numero di militanti della sinistra e la tenacia con la quale gli stessi hanno lottato per rivendicare i propri diritti” nei confronti del potere fascista dominante in quel tempo, “ha fatto si che la frazione assumesse il nome di ‘Piccola Russia’ e potrebbe essere stato proprio questo il motivo principale per il quale la Federazione del Partito Nazionale Fascista, all’inizio del 1936”, decretò che proprio qui doveva essere costruita una Casa del Fascio che sarebbe rimasta l’unica struttura di questo tipo realizzata ex novo nell’ambito del nostro Comune. L’area destinata alla nuova costruzione fu identificata proprio sul lato orientale della strada e ne rappresentò quindi il primo insediamento su quel lato, posto sul terreno della grande proprietà Zanluca che apparteneva al Comune di Bondeno con destinazione perpetua dei suoi benefici economici alla Casa di Riposo Bottazzi, per il lascito dell’ultima proprietaria Caterina Vandelli, vedova Bolognesi. L’appalto dei lavori fu affidato alla ditta edile locale di Remo Polastri. Al termine dei lavori la nuova struttura chiamata “Casa Littoria” come si evince in una foto dalla scritta posta sul frontone centrale. Fu adibita sia a sede della Segreteria del Fascio ma anche a uffici di Posta e del Sindacato, a bar ed era presente anche una grande sala polifunzionale con palco, per le riunioni, il ballo e le recite. Questo edificio nel tempo assunse anche funzioni diverse, come quando divenne sede delle scuole elementari perchè le scuole del paese furono straordinariamente adibite all’accoglienza degli sfollati provenienti soprattutto da Pescara e dopo l’8 settembre del 1943 quando divenne sede di un distaccamento di militari tedeschi adibiti alla segnalazione e al controllo delle truppe in transito sulla strada che collegava Bondeno a San Benedetto Po. Sul finire della guerra, i tedeschi in ritirata fecero saltare in aria con potenti cariche esplosive, oltre al ponte sul canale, anche alcuni grossi mezzi militari nel cortile e sotto il terrazzo della Casa del Fascio, danneggiando seriamente l’immobile, ma dopo la Liberazione, i giovani buranesi, ritornati in paese, si rimboccarono le maniche per poter trasformare questa struttura nella nuova Casa del Popolo, in quanto la prima posizionata in alcuni ambienti del vecchio Borgo Ribolo, sul lato destro del canale, era andata obbligatoriamente demolita negli anni ’20 per i lavori di allargamento degli argini del canale stesso. L’entusiasmo di quei giorni per la ritrovata libertà fece si che in poche settimane furono rimosse le macerie e ristrutturati gli ambienti. La gestione del ricostruito caffè fu affidata ad un dinamico gruppo di giovani (come si vede nella foto) comprendente Tonino Pareschi (reduce dalla Germania) e dalle due mature ragazze, coraggiose staffette partigiane, Nerina Garosi ed Elsa Gavioli, mentre la sistemazione della grande sala da ballo venne gestito dal “Tudesch”, Adolfo Dondi che contribuì a farla diventare uno dei più importanti ritrovi per feste da ballo di tutto il territorio con il nome di “Metropolitan”. Trovarono posto anche gli Uffici del C.L.N. e della Camera del Lavoro, oltre al primo spaccio di generi alimentari della neonata Cooperativa di Consumo, con gestione affidata a Secondo Zecchi e Antonio Bonfiglioli e in seguito a Elio Dondi e Giuliano Benassi, sempre in questa rivendita fece le prime esperienze di garzone il compianto Giuseppe Bagnolati(Pesce). Sulla torre della nuova Casa del Popolo, come i più anziani mi hanno ricordato, fu posto un alto pennone con l’alzabandiera, dal quale sventolava non certo il Tricolore come adesso, bensì un’enorme bandiera rossa con falce e martello. La struttura era accatastata fra i beni del demanio e anche a seguito delle molteplici sollecitazioni di quelli che non vedevano di buon occhio che questa fosse nelle piene ed esclusiva disponibilità dei militanti della sinistra, nel gennaio del 1955 il paese fu invaso in forze per alcuni giorni dalle camionette della Celere che alla fine, dopo la breve ma tenace resistenza dei buranesi, fu sgombrata dagli occupanti. Come si sa l’anno seguente iniziò la costruzione dell’attuale Casa del Popolo. Rimase poi in disuso fino alla metà degli anni ’60, dopodichè l’ex Casa del Fascio, ex Casa del Popolo divenne la caserma dei carabinieri, avendo qui accorpato le stazioni di Pilastri e Stellata e a nulla valsero le accorate richieste fatte al Prefetto dal parroco locale Don Enzo Beccati (vedi lettera di diniego pubblicata) che chiedeva alcuni ambienti da destinare alle attività giovanili della parrocchia.

Il primo comandante dei carabinieri di Burana fu il mitico maresciallo Righi, bolognese ma di origini toscane, sul quale ci sarebbe da raccontarne tante di cose simpatiche ed amene, dati i suoi bonari e singolari atteggiamenti specie alla guida della sua indimenticata “giardinetta” verde oliva, non meno spassose le “gesta” dei suoi due storici carabinieri Domenico e Greco. Al comando della Stazione seguì il simpaticissimo siciliano Giuseppe Marrone con il quale nell’ambito dei festeggiamenti della Sagra Paesana dei primi anni ’80, si celebrava la messa da campo allestendo l’altare proprio davanti la caserma (vedi foto) per celebrare la concomitante Festa dell’Arma. Si susseguirono poi i marescialli Gerardo Verona, trasferito poi a Venezia e Valter Bartolini che assunse poi lo stesso grado e funzione nella Gendarmeria della Repubblica di San Marino. Da poco tempo è subentrato alla stazione di Burana il padovano maresciallo Lecca Francesco che nel 2021 ha preso il posto del maresciallo, il romano Stefano Cardinali che dopo ben 30 anni di servizio nella nostra frazione, ha pensato bene di diventarne anche compaesano, scegliendo di risiedervi dopo essersi congedato per il meritato pensionamento. Da rilevare che sono molti di più di quel che si pensa, i carabinieri assegnati alla nostra stazione che si sono fidanzati e poi sposati con ragazze buranesi, compreso il figlio del maresciallo Righi, il dottor Mauro e tanti altri.

Lorenzo Berlato su Facebook di oggi

Burana lido

foto di Lorenzo Berlato

Nella grande possessione Zanluca di Burana, racchiusa tra la via centrale della frazione e il canale Cavalletta e tra il canale di Burana e il Bondiolo, nel secolo scorso hanno trovato dimora una moltitudine di famiglie, non solo nei pressi della corte centrale, ma anche negli insediamenti rurali in aperta campagna, ovvero al: “Fienil Nuovo”, nei pressi di Cavalletta, ora abbattuto; “la Machina”, nel cuore del fondo, anch’esso abbattuto; la “casina ad Baci” (Vanzini), ora “casina ad Cioch”, nei pressi del depuratore, finemente ristrutturata e la famosa “Cà ad Tasin”, a pochi metri dal Bondiolo, ora semicrollata. Logicamente è la famiglia Tassini che l’ha abitata per decenni ad aver storicamente dato il nome a quest’ultima. Qui ha vissuto gli anni dell’infanzia anche Gianni che poi in età adulta, dopo la dovuta gavetta da camionista, trasferitosi a Pilastri, ha dato vita ad una ben avviata ditta di trasporti che attualmente è condotta dai suoi infaticabili due figli. A poche decine di metri da questo insediamento rurale, abbandonato da circa mezzo secolo, scorre il Bondiolo ed è proprio lì nei pressi di una piccola chiavica che i giovani buranesi della generazione dei nati negli anni ’40, decisero di farne il loro ritrovo balneare estivo. Tra gli anni ’50 e ’60, quindi, in questo posto, sulla riva destra del Bondiolo, si radunavano una moltitudine di ragazzi e ragazze per imparare a nuotare, a prendere il sole, a ridere, scherzare, giocare e a scambiarsi i primi approcci amorosi, complice anche negli anni successivi la vicina e disabitata casa Tassini. Questo luogo, dunque, è stato ricordato nel tempo, con il quanto mai appropriato appellativo di “Lido di Burana”.

Lorenzo Berlato in FB

Borgo Ribolo

Il più vecchio agglomerato urbano dell’era moderna del paese di Burana sorse e si sviluppò sulla sponda destra dell’omonimo canale, in direzione Bondeno, a poche centinaia di metri dall’attuale ponte prospicente la chiesa. Questo seppur piccolo agglomerato di case è stato abitato nel tempo da una moltitudine infinita di buranesi e fino agli ultimi decenni del secolo scorso. Attualmente vi dimora solo una famiglia nella casa Vincenzi. Ad un certo punto non si è più saputo chi fossero gli eredi del tutto, i proprietari stranamente risultano inesistenti da decenni. Questo borgo dunque sul finire del ‘900 ha cominciato ad andare in malora, fino a qualche anno fa era in uno stato di indecoroso abbandono, pieno di alte erbacce infestanti e il boschetto che lo conclude era diventata una selva impenetrabile, una foresta oscura. Certo aveva un fascino tutto particolare addentrarsi in questo luogo, una sorta di paese fantasma, come quelli che si narrano nelle fiabe. Da qualche anno l’amico Andrea Sauli, che abita con moglie e suocera casa Vincenzi, trovandosi in pensione, ha pensato bene di mettere un pò d’ordine a quel misero abbandono. Un pò alla volta ha diboscato il superfluo, rendendo il piccolo parco una meraviglia, con i sentieri ben percorribili, al fine di goderne le salutari amenità. Tiene costantemente pulito dalle erbacce il cortile ed i vialetti interni, per poterne almeno apprezzare gli antichi scorci. Questo borgo dimenticato da tutti a pochi passi dal campanile è ora godibile da chiunque, grazie all’impegno profuso volontariamente da Andrea. Borgo Ribolo, attualmente presente sulle carte topografiche, da tanti chiamato anche “la busa” perchè posto ad un livello più basso rispetto agli edifici limitrofi, è stato dunque nell’800 il primo nucleo abitatativo del paese, qui vi trovarono sede le prime scuole elementari e la prima antesignana “Casa del Popolo”. Una parte discreta di questo caseggiato però fu abbattuta all’inizio del secolo scorso per far posto all’allargamento e ritracciamento del grande canale. Le scuole trovarono poi sede nel palazzo accanto, casa Maran, abitata storicamente dalle famiglie Magri e dove ci sono nato anch’io. Le nuove scuole furono edificate accanto la chiesa solo intorno al 1870, subito dopo aver costruito il ponte ed il Palazzone. Prima di quella data si attraversava il canale con uno specifico servizio di traghettamento, in loco per questo detto Cà del Passo. Fino alla metà del secolo scorso la stragrande maggioranza delle attività del paese si trovavano quindi di là dal canale e si svilupparono da Borgo Ribolo verso il ponte. Dopo casa Maran c’era il forno e macelleria dei fratelli Berto e Bruno Bergamini (attuale casa Marangoni), oltre c’erano i fratelli Casari, ambulante di frutta e verdura e meccanico da bici. A fianco c’era l’indispensabile mulino, gestito da Guidetti, poi tutti i servizi che trovarono posto nella nuova Casa del Popolo dal ’58 in poi, senza dimenticare l’antica osteria e drogheria esistente nel Palazzone già dal 1870. Da ricordare che lo sviluppo del paese nell’attuale centro, sulla Virgiliana, ebbe impulso solo dopo la guerra del ’45, perchè sul lato est di essa, fino ad allora, il primo ed unico edificio urbano fu la sola Casa del Fascio nel 1936, l’attuale caserma dei carabinieri.

Lorenzo Berlato

La Prospera ducale

LA PROSPERA “DUCALE””…… per chi l’ha vista e per chi non c’era……”.Casualmente ho trovato una vecchia foto della grande corte della possessione Prospera e visto che ora non c’è più, ho pensato fosse giusto condividerla con “chi l’ha vista e con chi non c’era” perchè ora è diventata solo una storica “chimera”, canterebbeo gli 883. L’ultimo elemento a cedere è stato il grande fienile/stalla atterrato definitivamente dal sisma del 2012, ora è rimasta solo una brulla collinetta incolta. In origine questa grande tenuta era di 182 ettari e si trova tra Burana e Scortichino, ovvero incastonata fra l’argine destro del canale di Burana e la via comunale posta sull’antico Argine Cagnette ed è attraversata al centro dalla strada bianca comunale Piretta Rovere che in tempi antichi seguiva il corso del torrente Gavello, sulle alture delle cui sponde, dalla Prospera al Casino Suore, rimangono ancora evidenti testimonianze di insediamenti “romani”. Questa via divide il possedimento in due zone, quella in territorio di Scortichino presidiata da una grande e storica corte, ora Villa Prospera, che con la corposa ristrutturazione del post sisma ha ripreso nuova vita. In origine “casino di caccia” fatto edificare da Antonio Menafoglio, il più grande possidente terriero dell’epoca, insignito dal Duca Francesco III d’Este del titolo di Marchese dei feudi di S.Martino Spino, Gavello, Portovecchio ecc. ora è sontuosa location per matrimoni e cerimonie di alto livello. La parte a nord di Piretta Rovere è nel territorio della frazione di Burana ed era dominata dalla grande corte padronale che ora non c’è più e che si vede nella foto iniziale. In origine tutto il fondo si chiamava “PROSPERA DUCALE” ed era sotto il diretto dominio dell’Abazia di Nonantola. Nel 1532 venne acquistata dal conte Bartolomeo PROSPERI direttamente dal DUCA di Modena Ercole II d’Este per poi essere rivenduta nel 1658 a Felice Rangoni, passò poi nel 1659 a Francesco Corvini, gli eredi del quale nel 1682 rinunciarono al bene in favore del duca di Modena Rinaldo d’Este. Nel 1710 la tenuta insieme a quella vicinale del “Quaranta” fu acquisita con una permuta da certo Antonio Lucchini e in seguito dopo complicate vicende giudiziarie nel 1822 arrivò nelle proprietà del marchese Cesare Lucchesini per poi passare in successione ereditaria a Gaetano Giglioli jr. e fino al 1906 alla di lui figlia Luisa Giglioli De Zigno. La “Prospera” fu poi acquisita dal Cavalier Giuseppe Cavani, capostipite di un’importante famiglia padovana che in Veneto sposò la figlia di un Conte. Il di lui figlio ingegner Bruno, seppur molto attaccato e molto presente nella conduzione, cominciò a cedere importanti fette del fondo, in particolar modo il cuore dell’azienda, quella sotto Scortichino che venne acquistata dal signor Sergio Lenzi di Bondeno e tutt’ora condotta dai suoi eredi come “Villa Prospera”. Sempre nel secolo scorso anche il dottor Paolo Cavani e sorella né cedettero alcune rilevanti porzioni. Questi fondini sotto l’argine del canale di Burana, sono poi stati, negli ultimi decenni, di nuovo riuniti in un unica proprietà dalla soc. agr. “Agriberlato”. Qualche anno fa, i fratelli Cavani hanno ceduto la rimanente consistente porzione del fondo ad una importante società agricola confinante. Negli anni tra le “due guerre” la Prospera aveva una destinazione colturale per un terzo a prato e il restante a canapa, grano,barbabietole, cipolle, granturco e pomodori. Sul fondo abitavano ben 34 famiglie. Tra gli anni ’50 e ’60 furono impiantati diversi frutteti, 34 ettari di meleti e pereti. Oltre al grande fienile destinato alla lavorazione di erbe palustri c’erano anche quattro stalle che ospitavano buoi da lavoro e mucche da latte. Piccola curiosità, fino agli anni ’60 la zona non era ancora elettrificata e per far funzionare gli elettrodomestici e le mungitrici si doveva far ricorso alla forza motrice e a grosse batterie che si portavano a Burana nell’officina dei Chiarabelli per farle ricaricare. Sul fondo c’era anche una ghiacciaia; d’inverno gli operai andavano a prendere il ghiaccio formatosi nei maceri e lo portavano dentro la ghiacciaia dove rimaneva fino all’estate. Negli anni ’30 la proprietà decise di costruire, sul fondo in zona Chiaviche, un proprio caseificio, promuovendo poi una cooperativa con altri allevatori della zona per il conferimento del loro latte nello stesso caseificio. Anche questo caseificio riuscì ad usufruire dei fondi agricoli del post terremoto 2012 per la ricostruzione ed ora fa bella mostra di sè dall’incrocio per Gavello. Alcuni spunti li ho estratti dai ricordi di Vittorio Petocchi, storico “fattore” della Prospera dal 1922 al 1971, raccolti da E.Mori e l’ex sindaco B.Lodi in un loro libro. Il “fattore” Petocchi ricorda ampiamente le dure trattative con i rappresentanti degli operai che cercavano di ottenere sempre maggior manodopera per i lavoratori agricoli e menziona le delicate trattative con il capolega di Scortichino Fidalmo Romagnoli subentrato ad Arrigo Grassilli (Bigon) e con il “caporale” dei braccianti di Burana, Mario Maran(Magri). A tal proposito ricorda i brutti giorni degli scioperi, quando le mucche non venivano munte ed i loro lamenti laceravano il silenzio della notte e spesso capitava che il boaro di nascosto, pur aderendo allo sciopero, andasse di nascosto ad “alleggerirle” dal carico di latte per non farle soffrire. Storie di faticosi lavori agricoli, lotte contadine, storie di dolori, gioie e sacrifici, di amori e di illusioni, vissute dalla moltitudine di gente povera ma ricca di speranze e di valori, che nel tempo hanno popolato il suo cortile e le stalle, di giorno per la cura del bestiame, la sera per stare in compagnia, specie in quelle fredde invernali, al tepore delle mucche, le donne a filare, gli uomini a giocare a carte, i bambini ad ascoltare le “fole” (favole) degli anziani e i giovani favoriti dalla penombra che provavano i primi brividi d’amore con i loro “filarin”.

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Villa Romana a Burana

Affiorano i resti di una villa rustica, dalle campagne di Burana. E’ l’ennesima, bellissima sorpresa uscita dagli scavi archeologici finanziati dal Comune, per continuare a fare luce sulla storia del territorio. Una storia che, nel caso specifico, ha regalato la visione di strutture murarie ed un possibile piano cortilizio appartenenti presumibilmente al tardo Impero Romano. Il saggio di scavi è stato eseguito nei giorni scorsi, in località “Quaranta” a Burana, poco distante da quel fondo Marchesa che era stato oggetto di saggi di scavo lo scorso inverno. L’indagine in questione faceva parte del progetto “Attraverso i meandri della storia”, inaugurato grazie alla collaborazione attiva tra il Comune di Bondeno, il Gruppo Archeologico e l’Associazione Bondeno Cultura, e la Soprintendenza archeologica delle Belle arti e del Paesaggio. «Il luogo dove abbiamo voluto concentrare le indagini – spiega il sindaco Fabio Bergamini – è stato suggerito da un incrocio di dati riscontrati in superficie e tracce visibili da foto aeree, che ha permesso questo saggio per merito dell’estrema disponibilità del proprietario del fondo, Fabio Paganini, che vorrei ringraziare per averci dato questa possibilità». Le indagini sul campo sono state condotte dall’archeologa Giulia Guidorzi, sotto la direzione scientifica della dottoressa Chiara Guarnieri della Soprintendenza. La dispersione di materiale “fittile” sul sito e la corrispondenza fotografica aerea (di una traccia rettangolare di grandi dimensioni) hanno dato l’atteso riscontro positivo, portando alla luce tracce di epoca tardo romana. Il sito si trova posizionato sulla sponda sinistra dell’estinto fiume Gabellus (un antico corso del Secchia) che viene citato da Plinio come ultimo affluente di destra del Po, e che transitava sul territorio fra le attuali frazioni di Scortichino, Gavello e Burana, sfociando probabilmente a Bondeno. Le trincee esplorative sono state possibili per merito delle aziende locali Angelo Cornacchini, per la movimentazione del terreno, e lo studio Kosmos Group del geometra Domenico Laporta, per i rilievi topografici. Come anticipato, il lavoro degli archeologi ha permesso di portare alla luce alcune strutture murarie e un piano cortilizio, oppure uno stradello in laterizi. I diversi rinvenimenti di monete in loco consentono di datare il sito ad un periodo tardo imperiale, «quando nelle ville rustiche – sottolinea il sindaco Bergamini – prevaleva l’aspetto della produzione agricola, e la possibilità di creare centri autosufficienti che potevano essere, in caso di necessità, ben difesi e custoditi». E’ soltanto l’ennesimo capitolo di storia locale che viene dischiuso attraverso scavi archeologici, ma certamente non l’ultimo di una narrazione che prosegue, saggio dopo saggio, regalando emozioni e conoscenza sulle origini di Bondeno.

Resti villa rustica romana Burana

Centenario della Vittoria

Il cerimoniale che Bondeno ha voluto dedicare al centenario della “Vittoria”, nella Prima Guerra Mondiale, continua. Durante queste settimane, in molti hanno potuto ammirare anche la qualità dei monumenti ai Caduti del territorio, che sono stati riportati all’originale splendore da un’opera di riqualificazione importante, in vista dell’appuntamento di quest’anno. Il quale non si è esaurito con la giornata del 4 novembre, Festa delle Forze Armate. Continuerà infatti ancora per due settimane, con altre iniziative. Domenica 11, al mattino, saranno dedicati tre cippi alla memoria di altrettanti reduci della Grande Guerra, originari della frazione di Burana. «I più anziani del nostro territorio ricordano che viale Pironi era disseminata di cippi di questo tipo – spiega il sindaco Fabio Bergamini –. I quali, nel corso degli anni, sono andati smarriti. I tre cippi che saranno posizionati nel cimitero di Burana sono stati recuperati durante le operazioni di riqualificazione del campo santo, ed è stato fatto un lavoro di identificazione per cercare di capire a chi fossero intitolati». Lo storico locale Edmo Mori è riuscito a risalire con una ricerca anagrafica ai parenti dei Caduti. Uno dei quali, Sergio Bonifazi, è consigliere comunale, residente a Salvatonica. I tre cippi dell’epoca sono riemersi durante i lavori di risistemazione del terreno del cimitero, necessari per ripiantumare le siepi e restituire decoro alla struttura cimiteriale. I cippi portano l’iscrizione: “Lux Eris” ed i nomi di Luigi Bonifazi, Aldo Magri e Medato Budri, che combatterono la Prima Guerra Mondiale. I tre monumenti in marmo verranno ricollocati nel cimitero di Burana al termine di una cerimonia nella frazione, in programma l’11 novembre, che partirà dalle ore 9,30, con la S. messa officiata nella tensostruttura e che proseguirà poi con il corteo della Filarmonica “G. Verdi” di Scortichino. Gli ultimi appuntamenti di questo lungo cerimoniale avranno luogo, rispettivamente, il 17 novembre, alle ore 10,30, quando saranno coinvolte le scuole alla sala 2000, per ripercorrere la “vita del fante”: dalla chiamata alle armi, ai preparativi, fino al viaggio e alla vita al fronte; ed il 24 novembre, con l’inaugurazione alla canonica di Settepolesini di un allestimento di arte, storia ed etnografia a cura di Associazione Bondeno Cultura.

http://comunebondenofe.it/2443-cerimonia-i-guerra-burana-il-11-11

A proposito di “vita del fante”, accludo qui il foglio matricolare di mio nonno Cappi Guerrino, cavaliere di Vittorio Veneto: Cappiguerrino

Il fienile della "PROSPERA" che non c'è più !

Assieme all’enorme fienile della “Zanluca” e a quello della “Rangona” formava il podio delle più importanti emergenze architettoniche rurali del territorio. Già fortemente danneggiato prima del sisma, il giorno seguente al tragico evento del maggio 2012 si mostrava così. Da qualche tempo però non c’è più neanche questo, è stato atterrato e definitivamente demolito, rimane solo la brulla altura sulla quale fu edificato. Inutile sottolineare quanta fetta di storia contadina abbia rappresentato questo storico manufatto rurale. Storie di faticosi lavori agricoli, lotte contadine, storie dolori, gioie e sacrifici, di amori e di illusioni, vissute dalla moltitudine di gente povera ma ricca di speranze e di valori, che nel tempo hanno popolato il suo cortile, la sua stalla, di giorno per cura del bestiame, la sera per stare in compagnia, specie nelle sere invernali, al tepore delle mucche, le donne filando, gli uomini giocando a carte, i bambini ad ascoltare le “favole” degli anziani e i giovani di nascosto che provavano i primi brividi d’amore. La grande possessione Prospera si trova tra Burana, Gavello e Scortichino, ovvero ai margini del canale di Burana e l’Argine Cagnette, attraversata al centro dalla strada bianca comunale Piretta Rovere che in tempi antichi seguiva il corso del torrente Gavello, sulle sponde del quale, dalla Prospera al Casino Suore, rimangono ancora evidenti testimonianze(dopo l’aratura) di insediamenti “romani”. In origine il fondo si chiamava “PROSPERA DUCALE” ed era sotto il diretto dominio dell’Abazia di Nonantola. Nel 1532 venne acquistata dal conte Bartolomeo Prosperi direttamente dal duca di Modena per poi essere rivenduta nel 1658 a Felice Rangoni, passò poi nel 1659 a Francesco Corvini, gli eredi del quale nel 1682 rinunciarono al bene in favore del duca di Modena Rinaldo D’Este. Nel 1710 la tenuta insieme a quella vicinale del “Quaranta” fu acquisita con una permuta da certo Antonio Lucchini e in seguito dopo complicate vicende giudiziarie nel 1822 arrivò nelle proprietà del marchese Cesare Lucchesini per poi passare in successione ereditaria a Gaetano Giglioli jr. e fino al 1906 alla di lui figlia Luisa Giglioli De Zigno. La “Prospera” fu poi acquisita dall’importante famiglia padovana dei Cavani che sempre nel secolo scorso né cedettero alcune parti. Oggi su detto fertilissimo fondo insistono tre spicchi di proprietà, eredi Lenzi, società agricola Agriberlato e (non so per quanto) gli originari eredi Cavani.

L'immagine può contenere: cielo, nuvola, casa, ponte, pianta e spazio all'aperto

Lorenzo Berlato

Lo storione migratore

BURANA, purtroppo un importante pezzo di storia del paese se ne va. Pietra tombale sulla prestigiosa Sagra dello Storione che aveva visto crescere una piccola festa a sostegno della squadra di calcio locale, fino a farla diventare il vero fiore all’occhiello del prestigioso circuito delle sempre più importanti sagre gastronomiche locali. Un esempio di collaborazione e dinamismo che in una piccola frazione come Burana aveva del miracoloso. Partita come Sagra del pesce di mare, ha avuto uno sviluppo ed un richiamo sempre più grande da quando si è voluto proporre lo storione nelle sue variegate e gustose ricette, sulla base anche di riscontri storici locali riferiti alla sua pesca nel vicino Po nei tempi passati. Artefice di questo nuovo sviluppo in positivo era stata senza dubbio Daniela Galliera che ci aveva sempre creduto fermamente, ma il merito è da condividere fra tutta la moltitudine di volontari, di tutte le generazioni unite insieme che hanno messo anima e corpo per la stupenda riuscita della manifestazione che usufruiva degli ambienti annessi all’impianto sportivo del paese che nell’ambito della Sagra, venivano costantemente abbelliti e valorizzati.
Il primo mortificante annuncio qualche giorno fa su La Nuova dove si leggeva:
“Appuntamento nel quartiere fieristico di Ferrara sabato 25 e domenica 26 febbraio con Liberamente, la fiera dedicata al tempo libero. Anche in questa 12ª edizione saranno presenti una ventina di sagre che proporranno ai visitatori assaggi gratuiti.
Ecco l’elenco: Sagra dello storione (Stellata); Festival dei risotti (Ferrara): sagra del pinzino e dell’arrosticino (Ferrara)……..”
Mentre ieri compariva sullo stesso giornale questo dettagliato articolo: “Lo storione trova casa sul Po
La sagra lascia Burana. La Terrazza sul Po nuova location”
http://lanuovaferrara.gelocal.it/…/lo-storione-trova-casa-s…

Letto l’articolo la mia lunga esperienza in determinati ambiti locali mi porta a fare alcune inevitabili considerazioni. La storica sagra di Burana viene trasferita a Stellata dopo che il presidente dell’associazione “Sagre e Dintorni”, al quale il Comune aveva affidato l’incarico esplorativo, non era riuscito lo scorso anno a mettere insieme un’associazione locale che mirasse all’esclusivo sfruttamento economico del grande prestigio che questo evento negli anni aveva saputo produrre con enormi sacrifici. Un’associazione che però doveva essere sotto l’egida della Pro Loco e non doveva assolutamente interessarsi di procurare alcuna attività sportiva nel prezioso e costoso impianto sportivo, come tra l’atro io avevo proposto mettendomi a disposizione sotto diverse forme. Solo con queste dettate e vincolanti caratteristiche sarebbero stati garantiti i preziosissimi contributi comunali. Più riunioni semideserte hanno sancito la nullità della proposta. Dopo una parvenza di “sagra dello storione”, affidata ad un professionista privato della ristorazione, messa in atto lo scorso anno nei locali del campo di Burana, ora la storica Sagra buranese emigra a Stellata. Se sulla nuova location non si può obiettare nulla per la fondata storicità legata alla pesca del prezioso pesce, non credo siano credibili le ragioni addotte per tale spostamento. Per me non è plausibile che gli ambienti dell’impianto sportivo di Burana non si possano utilizzare perchè in corso una diatriba legale fra Amministrazione ed ex società sportiva, nessuno ha mai messo i sigilli o sequestrato tali locali, anzi il medico di condotta del paese continua regolarmente a ricevere e visitare i pazienti proprio negli uffici della sede legale ed istituzionale della ex Società. Poi anche questa denuncia legale ben dettagliata nell’articolo, è del tutto evidente che sia stato “un fatto dovuto” dopo gli accertamenti messi in atto dalla G.di F. sui contributi comunali concessi alle varie associazioni. I fraterni storici ottimi rapporti tra l’ex presidente ed i vertici dell’Amministrazione Comunale porteranno di certo in breve tempo a risolvere la faccenda in una bolla di sapone, come anche il vicesindaco alla fine di questo articolo, chiaramente ed onestamente conferma ampiamente. A Burana piange il cuore per la partenza di tanti bei ricordi e piange ancor di più il cuore per quello che quì rimarrà in eterno. La Tribuna di Icaro, quella montagna di cemento armato, edificata con soldi pubblici che come un mega-monumento sta lì a ricordare ed ammonire le generazioni future sulla presunzione di voler volare troppo in alto senza averne i mezzi, in quanto si può correre il rischio, quello appunto occorso ad Icaro, di avvicinarsi troppo al sole che inevitabilmente gli ha sciolto le ali di cera, facendolo così precipitare tragicamente e rovinosamente a terra !

Lorenzo Berlato in FB

Impianti aperti

Impianti aperti’
Amministratori e cittadini sono invitati a visitare alcuni dei più importanti impianti del Consorzio di Burana:
Impianto idrovoro Pilastresi, Stellata di Bondeno – Fe
Impianto Bondeno-Palata, Bondeno – Fe
Presa di derivazione del canale S. Pietro, Vignola – Mo
DOMENICA 13 MAGGIO 2012
dalle ore 15 alle 18

‘Inaugurazione in partecipanza agraria’
Inaugurazione di interventi di riqualificazione habitat e zone d’acqua con visita guidata all’Area di Riequilibrio Ecologico Torrazzuolo
SABATO 19 MAGGIO 2012
dalle ore 16

Ritrovo Ponte S. Anselmo, Nonantola – MO
in collaborazione con Partecipanza Agraria di Nonantola, Comune di Nonantola, Provincia di Modena, Regione Emilia Romagna

‘STRABURANA 2012 – BICICLETTATA IN BONIFICA’
DOMENICA 20 MAGGIO 2012

Partenze da Carbonara Po (Mn), S. Felice s/P. (Mo), Ferrara, Palata Pepoli (Bo)
Arrivo all’impianto idrovoro Pilastresi a Stellata di Bondeno (Fe) dalle ore 12.
Dalle ore 14 l’impianto è visitabile anche per chi non arriva in bici!
in collaborazione con Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, Consorzio della Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, Comuni e Province interessati

‘Festa dell’acqua’
DOMENICA 20 MAGGIO 2012
Dalle ore 15 alle ore 19 al Parco Ferrari a Modena

(Gioco dell’Oca Gigante e laboratorio per tutti i bambini e ragazzi dal titolo ‘La nuvola va al mare’)
in collaborazione con il Comune di Modena
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MOSTRE

‘Analogie tra sistema di bonifica e corpo umano’
5/20 maggio 2012

Barchessone Vecchio
(Via Zanzur 36/A, S. Martino Spino, Mirandola – Mo)
Apertura sabati e domeniche dalle ore 15 alle 20

‘La gestione dell’acqua oltre l’Unità d’Italia nella pianura emiliana. Cavamento Foscaglia 1487-2012’
(Sala Ilaria Alpi, Biblioteca comunale di Crevalcore, Via Persicetana 226, Crevalcore – Bo)

Apertura fino al 9 giugno 2012 nei seguenti orari:
lun: 14-18.30; da mar a ven: 9-18.30; sab: 9-13

In allegato il volantino della settimana della bonifica e la cartina della ‘Straburana 2012’

Carta Straburana Download
programma settimana della bonifica 2012 Download