
Forse l’unico che potrebbe ricordare è Nerio Poletti che si avvia a compiere 100 anni…
Qui ci spostiamo qualche anno avanti con una foto della società La Torre (che organizzava la festa omonima) e in cui giocavano miei coetanei

Forse l’unico che potrebbe ricordare è Nerio Poletti che si avvia a compiere 100 anni…
Qui ci spostiamo qualche anno avanti con una foto della società La Torre (che organizzava la festa omonima) e in cui giocavano miei coetanei
Si può anche dire senza timore di sbagliare che tutti coloro che nonostante le sceneggiate di regime sul ‘voto utile’ scelgono uno di questi piccoli testimoni del sol dell’avvenire, in fondo vorrebbero vivere nel medesimo modello di società, che è antitetico a quello presente.
Anna Pulizzi in https://ilsimplicissimus2.com/2021/10/05/155580
Le informazioni biografiche certe sull’autore dello Zodiacus vitae sono molto scarse. Alcuni dati biografici possono essere desunti dallo stesso Zodiacus vitae. L’autore sarebbe vissuto a Roma durante il pontificato di Leone X (1513-1521), avrebbe visitato l’eremo di S. Silvestro sul monte Soratte e avrebbe letto il Libellus Aureus de lapide a vesica del medico Mariano Santo, stampato nel 1522; una sua composizione è contenuta nell’opera Parthenias liber in divae Mariae historiam di Marco Probo Mariano, pubblicata postuma a Napoli nel 1524[2]. Nel maggio 1535 era insegnante di lettere umane a Forlì[3], città facente parte dello stato pontificio. L’ultima data che ne testimonia l’esistenza in vita è quella del 26 ottobre 1537, allorché ricevette un compenso per le lezioni tenute a Forlì. Era sicuramente morto nel 1551, anno di stampa dei Dialogi duo de poetis suorum temporum di Lilio Gregorio Giraldi, nel quale si dà notizia che il cadavere di Marcello Stellato era stato riesumato e bruciato per empietà
fin qui Wikipedia , poi su Facebook oggi Marco Dondi annota:
A fine 800, ai limiti del centro abitato di Bondeno, fu modificato il corso del Canale di Burana per indirizzarlo verso la Botte Napoleonica, di conseguenza anche il ponte della Rana dalla posizione originale (si trovava circa di fronte ai cancelli dello zuccherificio) fu spostato in quella attuale per agevolare l’accesso da e verso il centro. A quel punto serviva anche una nuova strada che collegasse il centro con il ponte, questa ovviamente fu realizzata , ma per almeno una dozzina di anni restò senza nome, poi nel 1912 a seguito delle celebrazioni a Marcello Palingenio fu intitolata al poeta, che si credeva di origini bondenesi. Il nome restò fino al 1936, quando fu scelto di intitolarla a Vittorio Veneto. Chi era dunque il Marcello Palingenio che spesso appare nelle didascalie delle cartoline. In realtà si chiamava Marcello Stellato, ma nel suo poema filosofico per cui è diventato celebre “Zodiacus vitae” lui si firma in latino con il nome Marcellus Palingenius Stellatus, della sua vita si è sempre saputo poco e le cose meno certe sono sempre state le date ed i luoghi di nascita e di morte. Nel 1700 tale Jacopo Faccioli cominciò a diffondere la notizia che il Palingenio si chiamasse Pier Angelo Manzoli (o Manzolli) originario di Stellata e che il nome d’arte fosse l’anagramma di quello vero, la voce prese sempre più piede e così Bondeno pensò di aver ritrovato un suo figlio, perdipiù illustre. Ovviamente tutto quanto diffuso era privo della benchè minima documentazione. Ora tornando a studi recenti risulta che; a Stellata tra 500 e 600 non appare nessun Manzoli o Manzolli, l’anagramma del nome non è esatto, infine sembra che Marcello Stellato sia nato a Napoli ad inizio 1500 e deceduto a Cesena intorno al 1551. In conclusione il Faccioli ha raccontato un sacco di balle e i bondenesi per molto tempo ci hanno creduto (a corredo dell’articolo foto della sua collezione)
All’inizio compare per un attimo anche Roberto Tassi che era mio compagno di classe
Metello Marchetti nasce a Bondeno il 21 novembre 1915, terzogenito di 4 figli. Dopo alcuni anni la famiglia si trasferisce a Finale Emilia, dove Metello studia presso la scuola gestita dai Salesiani. La formazione portata avanti in questo contesto ha sicuramente contribuito a sviluppare la passione per lo sport e favorito il suo carattere naturalmente socievole ed aperto. Successivamente, per motivi legati al lavoro del padre, Giovanni, la famiglia si trasferisce a Cesena, in Romagna e lì conosce Giuliana che sposerà nel 1952. In quell’anno vince il concorso, per diventare gestore del magazzino di vendita di monopoli di Stato nel settore del sale, tabacchi e fiammiferi, nella sede di Bondeno, dov’era nato. A Bondeno inizia la sua attività lavorativa, che porta avanti per 40 anni.
Il lavoro di Metello consisteva in vari momenti: prima la ricezione dei tabacchi, del sale e dei fiammiferi, poi la vendita ai tabaccai per i quali Metello preparava i quantitativi di quanto avevano richiesto. Nei primi anni la merce arrivava presso la stazione ferroviaria per poi essere trasportata con un carro trainato dal cavallo fino al magazzino, successivamente iniziò ad arrivare su camion. Anche la sede del magazzino cambiò negli anni: prima in via Cesare Battisti, poi in Via Pironi (nell’edificio dove era stato il “Pastificio Rossi”) ed infine in Via Giusti. Il lavoro occupava buona parte della vita di Metello e gli richiedeva sia competenze da contabile sia l’impegno fisico del facchino e per questo, negli anni, si è valso del contributo di alcune segretarie e di aiutanti per i lavori più faticosi. E nel lavoro, quando possibile, cercava anche l’occasione per scambiare due chiacchiere o fare qualche battuta ironica: infatti coltivare la vita di relazione, il saper scherzare e strutturare rapporti amicali ha sempre caratterizzato la sua indole ed il suo stile di vita.
Dedicava parte del suo tempo libero alla passione per lo sport, di qualsiasi sport: in particolare, però, era tifoso della Spal che in quegli anni gareggiava in serie A; l’altra sua grande passione era l’arte, in particolare la pittura.
Il carattere aperto lo rendeva particolarmente vicino anche al mondo dei bambini, che amava in maniera privilegiata. Lasciò il lavoro agli inizi degli anni ‘90 (a lui subentrò l’ultimo gestore dell’attività prima che il magazzino di Bondeno venisse chiuso) per dedicarsi alla famiglia ed in particolare agli amatissimi nipoti. Si spense nel giorno del suo compleanno, il 21 novembre 1996.
a complemento del calendario “Gente di Bondeno” dedicato ai musicisti vogliamo qui ricordare una iniziativa avvenuta un pomeriggio, dopo le lezioni pomeridiane di educazione fisica del liceo di Bondeno.
E’ uscita oggi la sedicesima edizione del calendario dedicato alla gente di Bondeno: il tema di quest’anno sono i musicisti; personalmente ne ho conosciuti anch’io (e ne parlerò su memorabilia), ma qui volevo risalire a un argomento affine
IL TEATRO
Resoconto della conferenza stampa del 2 marzo 2006 sulla questione del cinema Argentina. Invitati: Responsabili Media del territorio
Aldo Lotti – Compagnia del Patatrac Mattia Bagnolati – Compagnia del Mangialuna Carlo Polastri – direttore artistico di varie iniziative teatrali, UILT – Unione Italiana Libero Teatro Emilia-Romagna
A quelli menzionati sopra (non tutti presenti) si devono aggiungere gli assessori Mestieri e Pancaldi accompagnati dalla dirigente Paola Mazza, che però hanno detto di essere lì per ascoltare e di non voler rilasciare dichiarazioni; due esponenti dell’associazione culturale bolognese SPACE e il vicepresidente del circolo Fuori Quadro.
Diffìcile dare un resoconto oggettivo della conferenza sia perché la materia è tuttora controversa, sia perché la discussione è stata a tratti caotica, ma, visto che stiamo parlando di realtà locali che chiunque può verificare abbastanza agevolmente accedendo alle fonti, invitiamo i nostri quaranta lettori a farlo come utile esercizio di democrazia diretta.
Il fatto è la chiusura del cinema Argentina il 31 gennaio, che ha comportato anche la sospensione della consueta attività teatrale che vi si svolgeva. La chiusura è stata motivata dall’ARCI, che lo gestiva, da ragioni economiche.
Può essere utile partire dalle loro spese annue dichiarate: affitto €11.000, utenze €7000; personale € 14.000 più si intende le spese per noleggio pellicole e annessi e connessi.
L’ amm.ne comunale di Bondeno contribuiva alle spese di affitto ricevendone in cambio la disponibilità per 20 serate (la maggior parte delle quali utilizzate appunto per la stagione teatrale, per la quale le compagnie teatrali bondenesi ricevevano un contributo forfettario di circa € 10.000 annue).
Allo stato attuale sembra che l’offerta comunale sia di € 18.000 per affitto locali (che sarebbero così disponibili tutto l’anno) e l’affidamento ad un “imprenditore” per tutto il resto, questo si desumerebbe dalle dichiarazioni rilasciate dall’assessore Saletti alla stampa nei giorni scorsi.
Ovviamente le compagnie teatrali bondenesi , che avevano dato la loro piena disponibilità alla gestione del teatro, hanno ribadito tale volontà unitaria. ribadendo, nel contempo, che è oggi impensabile poter gestire un’attività teatrale in pareggio senza contributi pubblici (che appunto per quest’anno sono stati tagliati dal bilancio comunale).
A proposito di quest’ultimo, almeno per la cultura, ci sarebbe piaciuto riportare le cifre esatte, ma, una nostra richiesta in tal senso inviata e ricevuta l’11gennaio 2006, non ha finora ricevuto alcuna risposta, da ciò che si è sentito dovrebbe aggirarsi sui 170.000 euro di cui 42.000 alla società operaia di Mutuo soccorso, 17.500 alla Pro Loco, 30.000 alle mostre in Pinacoteca ecc. Libero ciascuno di fare le sue valutazioni, e fermo restando che le scelte e la loro responsabilità competono interamente alla giunta, sarebbe lecito comunque conoscere le cifre da fonte ufficiale.
L’associazione Space ha affermato di essere disposta anch’essa a rilevare l’attività e di avere contattato il proprietario del cinema, il quale avrebbe detto che, se il comune non firma il contratto entro il 15 marzo, si ritiene libero di destinare i locali a tutt’altro uso.
Non avendo voluto i rappresentanti comunali presenti rilasciare alcuna dichiarazione in merito, risulta difficile far luce su tutti queste affermazioni. Nei prossimi giorni pubblicheremo le schede delle attività delle due compagnie teatrali presenti ( del Mangialuna abbiamo comunque parlato in precedenti articoli che potete consultare nell’archivio); vi invitiamo intanto ad intervenire sull’argomento con i vostri commenti.
pubblicato su Bondeno.com
Ad inizio 900 l’Antipomoneuta, prodotto antiparassitario per l’agricoltura, fu uno dei fiori all’occhiello dell’industria farmaceutica bondenese, grazie all’intuizione del dott. Ugo Sgarbi, noto professionista da anni presente sulla piazza. Dopo alcuni decenni il brevetto fu venduto ad una ditta di Vigarano Pieve, e verso la metà del secolo decadde perchè ormai superato in efficacia dai nuovi prodotti.
Qualcuno mi sa dare notizie del summenzionato Guglielmo Falzoni?
Di fronte la Casa di Resca col terrazzino e sotto il negozio (chiuso) dell’Iris Bernagozzi