Insegnare

di GIULIA FERLITO

Credo, in realtà, che non fosse proprio la prima, ma la volta precedente non vi avevo fatto caso. È stato strano. Mi sono sentita molto in imbarazzo, ma la cosa mi ha anche entusiasmata. Una volta laureata, non credevo che avrei mai perseguito questa strada, anzi, al contrario, mi ero ripromessa che mai l’avrei percorsa. Infatti, è per questo che ho provato a fare altro e, nel bene o nel male, ho capito che non faceva per me. Oggi, invece, ci sto provando (chissà dove mi porterà) e mi riempie di orgoglio pensare che nella mia famiglia la professione del docente si tramandi di generazione in generazione. Prima, non la pensavo così, anzi, credevo fosse una sconfitta ed è per questo che ci ho riflettuto molto su, per capire. Per quale ragione dovrei disprezzare questo mestiere? Non ho risposta. So solo che noi, noi della mia generazione, siamo cresciuti con l’idea che fare il docente sia un mestiere di serie b, deprecabile. Le università nemmeno la considerano come opzione possibile, tutto è lasciato al caso. Dunque, meglio ritrovarsi a fare il CRM Manager in una azienda privata, piuttosto che insegnare, non sia mai che qualche giovane voglia farlo, oggi. È un lavoro da poveracci, sottopagato (diciamo che in parte è vero), socialmente non riconosciuto (vero anche questo). La scuola ha più buchi che risorse, perché mai finirvi? Ecco cosa vuol dire insegnare per la maggior parte delle persone e, sebbene, in parte, siano reali le problematiche della scuola, è incredibile quanto sia stato impoverito questo ruolo negli anni.
Come dicevo, nella mia famiglia hanno sempre insegnato tutti. Potrei fare l’elenco. I miei nonni paterni facevano i maestri, anche mia nonna materna. Suo fratello, invece, insegnava latino e greco. Anche mia madre insegna, in un professionale e in un carcere minorile. Mi fermo qui, ma potrei continuare. Mi chiedo, allora: è così brutto tramandare il mestiere di famiglia? Se fosse stata, la mia, una famiglia di medici, qualcuno avrebbe una idea ben precisa a riguardo. E soprattutto, è così assurdo pensare di riabilitare questo lavoro?

Riconquistare l’Italia

Villa Pironi

Antiche dimore nobiliari di Bondeno:

LA VILLA PIRONI-SANI-POLUZZI.

La Villa Pironi-Sani-Poluzzi è ubicata guardacaso all’inizio/fine di Viale Antonio Pironi uno degli storici personaggi che hanno abitato questa sontuosa dimora che si presenta sulla sinistra ai nostri occhi in tutto il suo vetusto splendore quando dal centro ci portiamo sul Ponte di S.Giovanni . Il complesso edilizio comprende, oltre alla Villa padronale, una seria di edifici dislocati intorno all’ampio cortile-giardino ricco di statue consumate dal tempo: il magazzino/fienile con l’area per le lavorazioni, la stalla per i cavalli, il granaio e altri depositi, in uno dei quali sembra dimori ancora la carrozza con la quale Leone Poluzzi trasportò Garibaldi a Sermide.

Tutto il complesso risale al XVI secolo, con importanti interventi architettonici e decorativi del XVIII e del XIX secolo; faceva parte di un grande possedimento agricolo del quale si conserva il nucleo padronale. Fu posseduta da importanti famiglie : i Lollio, i Grosoli e i Righini. Nel 1759 entra nelle proprietà del conte Ercole Lolli Brancaleoni che la ristruttura lasciando traccia dell’intervento sulla facciata. Nel 1800 viene venduta ai fratelli Pietro e Federico Pironi, e da questi dvisa in 2 abitazioni con iscrizione sullo scalone decorato che richiama la data del 1802. I Pironi aggiungono altri fabbricati di servizio. Di questa importante famiglia ricordiamo la figura di Antonio Pironi, importante protagonista del risorgimento bondenese. Vissuto tra il 1811 e il 1860, laureato in Giurisprudenza, fu governatore di Bondeno dal 1843 al 1849, tenente colonnello di battaglione della Guardia nazionale, deputato alla Costituente Romana. Costretto all’esilio nel 1849, potè ritornare a Bondeno solo dieci anni dopo, alla vigilia della morte. Il complesso passa nel 1901 al conte Giovanni Grosoli, senatore del Regno. Nel 1938 la proprietà passa alla famiglia Sani, grandi latifondisti proprietari di diversi fondi agricoli che alla morte di Achille, verranno divisi in un grande numero di piccole proprietà dagli eredi che in breve liquideranno del tutto la grande proprietà terriera. Nel 1976 la villa venne poi acquistata dalla attuale proprietà Poluzzi .

L’attuale configurazione della villa risale al 1760 quando Ercole Lollio Brancaleoni la sottopose ad un importante intervento di restauro con cicli decorativi tra il XVIII e il XIX secolo.

Il piano nobile è caratterizzato da numerose ampie stanze decorate principalmente nei soffitti con pitture murarie ancora ben conservate. I solai sono controsoffittati a seguire la struttura delle travi in alcune stanze, in altre a forma di volta.

Certo sarebbe bello che questo gioiello di antica dimora nobiliare fosse portata agli antichi splendori ma siamo ben coscienti che sarà impresa un pò improba. Sollecitiamo l’Amministrazione locale affinchè si faccia carico di agevolare in tutti i modi chi vorrà cimentarsi in quest’opera che potrebbe diventare una prestigiosa dimora per il proprietario ma anche un pezzo di storia riesumato e salvaguardato della nostra Bondeno.

p.s. le foto degli interni, alcune del parco e qualche spunto del testo sono tratti dal sito dell’agenzia “Immobiliare.it” che sta curando la vendita del bene.

Lorenzo Berlato

(le foto sono nel post originale di Facebook di oggi)

Città balneari

Giovedì 2 febbraio, ha preso il via l’iter per la definizione delle norme che comporranno lo “Status di città balneare”: un insieme di regole che lo Stato riassumerà in un disegno legislativo e che modificheranno per sempre i comportamenti amministrativi dei comuni del balneare italiano. Un’iniziativa importante per le comunità balneari italiane che si inserisce all’interno della progettualità del G20 delle spiagge italiane, la rete nazionale delle destinazioni balneari con almeno un milione di presenze turistiche.

L’obiettivo del network è quello di supportare le principali destinazioni balneari per definire al meglio il futuro delle coste italiane. In un contesto di cambiamento sempre più rapido, tutte le principali destinazioni balneari stanno lottando per far fronte, da sole, alle crescenti sfide del settore come l’aumento degli impatti turistici, dei cambiamenti climatici, dei competitors internazionali e delle nuove modalità di turismo innovativo e sostenibile. Il riconoscimento dello status di Città Balneare è fondamentale per il buon governo del territorio e delle risorse a disposizione per un’efficace gestione del carico antropico nei mesi estivi, senza dimenticare la tutela del benessere dei residenti nel corso dell’intero anno. I Comuni che fanno parte del G20 delle spiagge italiane sono: Alghero, Arzachena, Bellaria Igea Marina, Bibbona, Caorle, Castiglione della Pescaia, Cattolica, Cavallino Treporti, Cervia, Cesenatico, Chioggia, Comacchio, Forio, Grado, Grosseto, Ischia, Jesolo, Lignano Sabbiadoro, Orbetello, Riccione, Rosolina, San Michele al Tagliamento, San Vincenzo, Sorrento, Taormina, Viareggio, Vieste. Nel corso dei lavori per la definizione dell’iter per lo Status di Città Balneare, svoltosi a Roma, hanno partecipato anche il vicesindaco del Comune di Arzachena, Cristina Usai, l’assessore al Turismo e Commercio, Claudia Giagoni, e la delegata allo Sport e spettacolo, Nicoletta Orecchioni.

La rete delle località balneari che vantano il maggior numero di presenze turistiche in Italia si sta organizzando per proporre idee e prospettive di crescita economica alle istituzioni nazionali e il Comune di Arzachena sta lavorando intensamente all’organizzazione e alla gestione dei convegni e degli eventi che si terranno in occasione della sesta edizione del summit, in programma dal 3 al 5 maggio 2023 nella cittadina gallurese. L’amministrazione comunale di Arzachena formalizzerà a breve l’invito al Ministero del Turismo per la partecipazione al Summit delle spiagge italiane che sarà ospitato ad Arzachena il 3, 4 e 5 maggio 2023. “Questo appuntamento è stato fondamentale. Il Governo sembra aver recepito il messaggio che i Comuni come il nostro necessitano di un riconoscimento ufficiale ad hoc per le sue peculiarità e le conseguenze che comporta essere una città fisarmonica. Il riconoscimento dello status di Città Balneare è fondamentale per il buon governo del territorio e delle risorse a disposizione volto a un’efficace gestione del carico antropico a cui siamo sottoposti nei mesi di luglio e agosto, senza dimenticare la tutela del benessere dei residenti. Entro 15 giorni saremo di nuovo a Roma per il tavolo tecnico. Sarà l’occasione per formalizzare l’invito, già anticipato al ministro Daniela Santanchè, per la partecipazione al G20 delle Spiagge che ospiteremo il 3, 4 e 5 maggio 2023”, ha dichiarato Cristina Usai, vicesindaco del Comune di Arzachena.

I sindaci della rete del G20 delle spiagge italiane sono concordi nel sottolineare che, in media, il numero degli abitanti di un comune costiero italiano decuplica durante la stagione estiva, provocando difficoltà gestionali rispetto ai temi della sicurezza, della viabilità, del ritiro dei rifiuti, dell’accesso idrico e l’ottimizzazione dei servizi essenziali. Attualmente, le amministrazioni locali non riescono a far fronte all’aumento delle spese e, quindi, alla necessità di offrire all’ospite servizi sempre più qualificati e indispensabili. Il rischio è che località prestigiose non possano conservare il forte appeal conquistato nel tempo, ma perdano attrattività rispetto alle mete concorrenti internazionali e a tutto svantaggio dell’immagine dell’intera destinazione Italia. Aumentare la consapevolezza in merito a questioni rilevanti, stimolare il cambiamento, inseguire concrete politiche di sostenibilità, innovazione, responsabilità e definire le linee guida strategiche per lo sviluppo del turismo balneare in Italia diviene essenziale per la sopravvivenza di tali comunità e per la promozione dell’immagine italiana in tutto il mondo.

http://www.opinione.it/societa/2023/02/06/domenico-letizia_spiagge-italia-citt%C3%A0-balneari-g20-network/

Concorso

La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Bondeno, in collaborazione con il Comune, ha bandito la 28ma edizione del concorso letterario a tema “La “Felicità” è …”, in memoria dell’indimenticato Presidente Andrea Bergamini.

L’iniziativa resta una delle rare opportunità di partecipazione gratuita con importanti riconoscimenti ai vincitori di tutte le categorie: alunni e studenti di ogni ordine e grado, adulti e amanti del vernacolo.

È utile ricordare, che il successo dell’iniziativa è legato, oltre alla qualità delle opere, anche al numero dei concorrenti. Pertanto, quanto premesso, resta un caloroso invito alla partecipazione.

Gente di Bondeno

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Gente di Bondeno

La località Guattarella è da tempo identificata col nome “Montemerlo”; un nome strano per una borgata collocata nella bassa pianura padana, per secoli paludosa e bonificata solo a fine ottocento. Ma dietro questo nome c’è una storia vera che merita di essere raccontata.

Tutto nasce dall’estro di Renzo Bulgarelli, un giovane di Bondeno, nato nel 1902, dì professione garzone di bottega di generi alimentari situata nella “piazzetta di polii”, oggi piazza “A. Costa”. Renzo da ragazzo si innamora di una bellissima ragazza, Maria Cariani, sua coetanea che, con la famiglia, gestiva un negozio di fiori in piazza Garibaldi, all’incrocio con via Bonati. La famiglia Cariani era benestante e non vedeva di buon occhio il corteggiamento di quel giovane squattrinato. Allora Renzo decide di fare una promessa d’amore alla sua bella: “andrò a cercare fortuna e tornerò per sposarti”. Così partì per Milano, ospite di un suo zio, in cerca di lavoro. Lo trovò in una importante casa da gioco, con annesso ristorante, di nome “Montemerlo”, frequentato dalla “Milano bene” degli anni ’20. Lui faceva il cameriere, era ben voluto da tutti e tra stipendio e mance, in pochi anni mise da parte un piccolo gruzzolo, cosicché dopo quattro anni rientrò a Bondeno e chiese di sposare Maria.

Nel 1924, nel duomo di Bondeno, i due giovani si sposarono ed andarono ad abitare nel palazzo “Bizzi” nella borgata di Guattarella. Quella località stava diventando più popolosa stante la presenza di numerose famiglie di braccianti e Renzo aprì un piccolo bar nello stesso palazzone ove abitava. Il giovane provvedeva al rifornimento del bar, portandosi a Bondeno con la sua carrozza, trainata da una cavalla, mentre Maria gestiva l’attività. Nel 1927 nacque l’unica figlia, Mirella.

Dopo alcuni anni, nel 1930, stante anche il buon andamento dell’attività, Renzo decide di comprare l’area golenale dismessa sul canale Diversivo, a seguito della costruzione del nuovo ponte in cemento in sostituzione della passerella in legno che collegava il borgo di Guattarella con villa Rangoni. In quest’area Renzo fece costruire una bella villetta che chiamerà Mirella, in omaggio alla figlia, ed al piano terra ricavò il bar ed una bottega di generi alimentari. Di fianco alla villa realizzò un campo da bocce e quindi fece costruire tutto intorno una recinzione al centro della quale realizzò una pista da ballo. Divenne così una vera e propria balera estiva che chiamerà “Montemerlo” a ricordo della sua esperienza milanese. Si ballava con la musica prodotta da un grammofono che gli avventori, co! pagamento di un “soldo”, facevano attivare dal titolare del locale. Non appagato da queste iniziative, Renzo decise di far costruire un dancing coperto per poter ballare tutto l’anno e sopra al dancing realizzò una grande terrazza per ballare nei mesi estivi (fu l’impresa Galliera Fedoro di Bondeno a realizzare questo edificio). Nel 1943 Renzo muore improvvisamente, a soli 41 anni, però la moglie Maria, con la giovane figlia Mirella, decisero di continuare l’attività, pur in mezzo a tante difficoltà, comprese le vicende della guerra. Terminato il conflitto bellico, Maria e Mirella continuano le attività avviate; oltre al negozio di Sali e tabacchi, a quello di generi alimentari, al bar ed alla sala da ballo, per un certo periodo fecero anche proiezioni cinematografiche. La concorrenza però incominciò a farsi sentire e ciò induce ad affittare le attività ad altri soggetti; ma dopo alcuni anni Maria e la figlia decisero di riprendere la gestione delle attività, introducendo alcune innovazioni. Intanto Mirella, nel 1952, era diventata mamma di Renza. Nel 1962 la sala da ballo venne rinnovata e gli fu dato il nome di “Paradiso Cinese” di Montemerlo, nome suggerito dall’architetto progettista in omaggio degli occhi a mandorla della giovane Mirella. Poi nel 1968 fu aperta la prima pizzeria di Bondeno con la presenza di un pizzaiolo di Orsucci già affermato a Ferrara. Intanto Renza prende il diploma di maestra elementare mentre collabora con la mamma e la nonna nel portare avanti le attività. Purtroppo un altro evento luttuoso colpisce la famiglia: ad appena 42 anni muore improvvisamente Mirella. Maria e la giovane Renza decisero tenacemente di continuare l’attività.

Nel 1982 anche Maria muore e Renza, tanto legata ai suoi famigliari ed alla tradizione di lavoro da loro ereditata, decise di proseguire da sola. Rinunciò all’insegnamento ( a cui era molto affezionata) ed incominciò a dedicarsi a tempo pieno alle attività, introducendo una novità importante: decide di trasformare la sala da ballo in un nightclub. Così, nel 1989 nasce I’ “Armony”, che vedrà le più note soubrette degli spettacoli osé esibirsi in questo sperduto locale che però attirava gente da diverse regioni italiane. Non essendoci precedenti autorizzazioni a Bondeno per questo tipo di spettacolo, il Comune usò la categoria merceologica di “spettacoli di arte varia”, tutt’ora in essere.

Così, dopo l’estroso fondatore di “Montemerlo”, ben tre generazioni di donne hanno saputo mantenere viva una tradizione lunga quasi un secolo, sapendo affrontare con tenacia e capacità, ed anche con ironia, le sfide del tempo. Ora, nel comune sentire, la località Guattarella viene da tutti riconosciuta come “Montemerlo”, come testimonia la stessa segnaletica stradale che, dalla strada provinciale per Scortichino, all’incrocio con via Guattarella, indica con la freccia Montemerlo, la località in cui vive un borgo antico, ma molto attivo della frazione di Scortichino

Dal volume di Bracciano Lodi e Edmo Mori, Scortichino- Storia di una piccola grande comunità, pp.208-9, reperibile nelle edicole di Bondeno

Inaugura il 23

Da poco terminato l’allestimento della mostra alla Casa Operaia … la mia sezione con 21 pannelli e 2 vetrine occuperà per intero una delle due sale … ecco il programma completo delle esposizioni con i relativi orari di visita.

Marco Dondi

Foto di Paolo Giatti

Gente di Bondeno

C’era una volta un mondo diverso dove con solo aglio e cipolle si poteva dare da vivere a diverse famiglie. Fu Tullo Fini di Felonica (MN) che nel dopoguerra decise di espandere la propria attività aprendo un magazzino anche a Bondeno … in verità il magazzino esisteva già, all’inizio del rione Santissimo, a lato della discesa e con entrata da un grande cancello in Via Pironi, circa di fronte alla “scaletta”. L’attività fu poi portata avanti dai figli fino a quando non arrivò il declino dei tanti magazzini, frigo, consorzi e attività simili. La crescente urbanizzazione e personali interessi hanno portato poi a sostituire l’area del magazzino con un grande e abbastanza inutile palazzone.

Natale a Bondeno

Sulle rive del Canale di Burana, vicino al ponte Don Marcello Vincenzi, condividono lo stesso piazzale la gru a ricordo dello zuccherificio e l’albero di Natale realizzato nel 2018 con un magico filo lungo ben 106 chilometri con il quale 30 donne di Bondeno hanno realizzato 1.570 piastrelle ad uncinetto per creare uno degli alberi più alti in Italia.

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