Ringraziamento

Radio Alto Ferrarese, che operò a Bondeno dal 1979 al 1981; cogliamo l’occasione per una breve illustrazione del fenomeno delle radio libere a Bondeno.

La liberalizzazione dell’etere avvenne nel 1975 e, immediatamente nacque Radio Bondeno, in via Carmine con un mobiliere come sponsor e un gruppo di ragazzi, coordinati da Arveda e Cavallini, come collaboratori. Direi che l’entusiasmo era quello che caratterizzava questa prima esperienza. Le scelte successive cercavano, se mi è permessa questa interpretazione, di crescere su due versanti, non necessariamente contrapposti, l’economico e il culturale. Nacquero così, pressocché contemporaneamente, Radio Hockey e Radio Alto Ferrarese. Della prima non posso dire molto, tranne che erano nostri concorrenti diretti, visto che io e altri fummo tra i fondatori della seconda. Nelle nostre intenzioni la radio doveva essere un mezzo democratico e dal basso per scambiare opinioni e riflessioni (più o meno come questo Bondeno.com, insomma), ma anche un’occasione di divertimento nel cimentarsi con un mezzo tecnico relativamente nuovo. Potrà sembrare strano oggi, ma avevamo la radio e non il telefono (che fece poi la fortuna di tante trasmissioni anche televisive), non per nostra scelta, ma perché all’epoca mancavano le linee telefoniche e bisognava aspettare che qualcuno rinunciasse al suo per averlo! Quando arrivò, nella seconda sede di Via Fermi, era già troppo tardi: la radio aveva cambiato conduttori ed indirizzo e si avviava ormai verso la liquidazione. La prima sede, per chi non lo sapesse, era in via De Amicis 7: si entrava da quella galleria che, proprio in questi giorni, è stata demolita dalle ruspe…segno dei tempi?

In seguito fu fatta una legge che consentiva di trasmettere solo a Radio con ben altri capitali dei nostri (un po’ quello che sta succedendo con Internet) e, per quel che mi risulta, negli anni ’90 Lorenzo Guandalini mise in piedi Rete Radio, sempre qui a Bondeno, ma facente parte di un network per cui, in pratica, raccoglieva pubblicità, anche se qualche trasmissione locale veniva fatta. Ad ogni modo, come già detto, queste notizie si basano su ricordi personali, per cui invito tutti quelli che volessero integrarle ad usare lo spazio su Facebook:

https://www.facebook.com/groups/radioaltoferrarese/

radioaltoferrarese@groups.facebook.com

Radio Alto Ferrarese (elenco trasmissioni reperibili in rete)

Questa emittente iniziò le trasmissioni, sui 92,9 e 98 Mhz, a Bondeno, in Via De Amicis 7, il 14 ottobre 1979 e le concluse il 31 gennaio 1981 , coinvolgendo, nella sua conduzione, una cinquantina circa di persone. La ricordo qui per la sua unicità, che considero tuttora insuperata (a cominciare dal logo, che vedete sullo sfondo, opera dell’Arch. Carlo Polastri, realizzato prima di quello della RAI).

All’insegna di “niente dediche, liscio e musica da discoteca” si poneva, come al solito, contro corrente rispetto alle radio commerciali tradizionali, con le caratteristiche che la nuova legge sull’emittenza assegnava alle radio strettamente locali, ricavando ovviamente lo stretto necessario per la sopravvivenza (pagando anche tutte le tasse e imposte!).

Per un doveroso ringraziamento a quanti prestarono gratuitamente la loro opera, riporto il palinsesto al 10-3-1980, scusandomi per involontarie omissioni:

ore 14-15 LA PULCE AL LACCIO , improvvisazioni e musica a cura di

Barbara Vassalli, Carla Scapinelli, Stefano Gamberini, Rita Guandalini, Manuela Saletti, Cosetta Campagnoli, Antonella Bonifazzi, Carlo Guandalini.

ore 15-16 IL BARONE FOLLE musica leggera a cura di

Antonio Martinozzi, Fabio Ferri

ore 16- 16:30 RUBRICHE a cura di

Botti (Sport); Paolo Giatti (Cinema e libri) Raffaele Alessandri e Pier Giorgio Cornacchini (TV); Carla Scapinelli e Barbara Vassalli (Turismo); Carlo Polastri e Cristina Marchetti (Teatro).

ore 16:30-17 RUBRICHE a cura di

Carlo Torri, Francesco Mattioli, Mauro Mestieri (Musica); IL GIGANTE NANO (attualità e costume) a cura di Alberto Chierici, Erica Bellocchio, Luca Baldissara; LA SCIENZA IN TASCA a cura di Alessandro Zanetti, Stefano Masini, Roberto Boccafoglia; LA POMPA a cura di Cristina Guerzoni e Tiziana Baraldi.SONORO VARIABILE, a cura di Patrizia e Andrea Costa.

ore 17-18 I GIORNI CANTATI (cantautori e musica italiana) a cura di

Francesco Mattioli, Andrea Guerzoni, Daniele Po

ore 18-19 DI TUTTO UN POP a cura di

Mauro Mestieri, Paolo Alberti, Stefano Marchetti, Luca Langianni

ore 19-20 DAL NASO AL CIELO, testi e musiche a cura di

Riccardo Gavioli, Paola Venturi, Monica Maffei, Laura Gallini, Barbara Vassalli

ore 20-21 POP HISTORY a cura di Marco Dondi, Pierpaolo Pancaldi

  JAZZ a cura di Piergiorgio Massaretti e Daniele Pisa;

  CLASSICA a cura di Fabrizio Barbieri

ore 21- 21-30 replica rubriche musicali e di attualità

ore 21:30 – 22:30 HOT RATS musica di ascolto a cura di

Luigi Migliari, Emanuela Gavioli, Daniele Po, Carla Scapinelli

ore 22-30 – 24 No stop music a cura di A.C.Torri

Domenica e festivi: no stop music dalle 14 alle 24



De-formazione

Fonte: Andrea Zhok

Sforzandosi di guardare per così dire “dall’alto” l’intera vicenda pandemica, ciò che colpisce è il carattere assolutamente primitivo delle reazioni scatenate, e della logica di azioni e reazioni.
Possiamo discutere ad nauseam a colpi di argomenti raffinati, prove, documenti, testimonianze, inferenze e contraddizioni, ma la verità è che il grosso degli effetti per la maggior parte delle persone si è manifestato e continua a manifestarsi su di un piano schiettamente emozionale.
In un mondo virtualizzato, che ci viene consegnato a casa da scatole parlanti e schermi remoti, creare una realtà isterica parallela non è stato difficile.
In primo luogo si è scatenata una campagna sistematica e quotidiana di terrore a colpi di distorsioni, mezze verità, iperboli, e anche grossolane panzane.
Il terrore, come sempre accade, ha indotto un abbassamento delle difese critiche e un impulso primario all’obbedienza nei confronti di chi ci promette difesa dalla fonte di terrore.
In seconda istanza si è costruito un capro espiatorio, dipinto con i colori classici del “villain” (il bruto-stupido-egoista-irresponsabile-ignorante). Ciò ha consentito di fornire una valvola di sfogo psicologico sfociato nelle ricorrenti gioiose lapidazioni morali dei “reprobi” da parte dei “probi” con bollino governativo.
E a far parte delle truppe scelte degli autoproclamati “probi” abbiamo trovato soprattutto i “semicolti progressisti”, che soffrono da sempre di un patetico senso di superiorità morale, e che sono adusi a metabolizzare la propaganda mediatica pensando che ciò sia un tratto di distinzione (“essere informati”)

leggi tutto su https://www.ariannaeditrice.it/articoli/guardare-per-cosi-dire-dall-alto-l-intera-vicenda-pandemica

Fate voi

Il capo dell’ufficio stampa della Casa Bianca, Jen Psaki  in una conferenza stampa tenutasi giovedì scorso ha fatto una sorprendente ammissione secondo cui “il governo degli Stati Uniti si sta attivamente coordinando con Facebook per segnalare i post dei cittadini degli Stati Uniti come “problematici” e contenenti “disinformazione” sul Covid-19″.

L’ammissione ha sollevato implicazioni sui diritti di libertà di parola del Primo Emendamento, in particolare perché precedenti azioni legali che hanno accusato Facebook e il governo di lavorare insieme per censurare i contenuti online sono state respinte a causa di un giudice che ha ritenuto non ci fossero abbastanza prove di questa “sinergia “.  In poche parole l’amministrazione americana non può più far finta che siano soltanto dei soggetti privati a operare le censure, ma sono proprio i poteri  pubblici che entrano nella definizione di ciò che va considerato vero o falso e che di fatto chiedono di cancellare i contenuti ritenuti “non conformi!. La liberta di parola è andata a quel Paese insieme alla miserabile copertura delle società privata.

https://ilsimplicissimus2.com/2021/07/16/tirannia-conclamata/

Nota : personalmente ho smesso di postare su FB e uso WordPress ma sempre USA è

Al più l’è darg a ment

Fonte: Andrea Zhok

Comunque dev’esser chiaro che le campagne a getto continuo che presentano le donne come una sorta di specie in via d’estinzione, minacciata da ogni parte da bracconieri famelici, ingiuriata, offesa, oppressa, martoriata, crocifissa spiritualmente, terrorizzata di mettere un piede fuori dalla porta, sono campagne orchestrate in modo sistematico a partire da un solo specifico livello, ovvero quello della gestione dei grandi media.
Si ha una percezione del tutto fuorviante se si pensa che quelle opinioni abbiano lo stesso rilievo e la stessa diffusione nella società nel suo complesso di quanto appaia su giornali e TV. Si tratta di un’operazione dall’alto, sistematica e mirata.
L’ultima scena del terrore muliebre è rappresentata dal “catcalling”, che è stato promosso dal modesto italiano “fare il pappagallo”, messo alla berlina ironicamente in migliaia di film, ad una minaccia esistenziale insopportabile.
Qui, come in mille altre vicende precedenti, l’intero gioco, squisitamente ideologico, consiste nell’amplificazione ipertrofica di un aspetto di vita presentandolo nella cornice prefabbricata dell’aggressione di genere.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/fare-il-pappagallo

Colpa nostra

Cosa devono nascondere? Il fatto che è stato distrutto il sistema sanitario nazionale in anni di imposta austerità con conseguente cancellazione di posti letto e reparti di pronto soccorso; difficoltà dei medici di base che si sono ritrovati con sempre più pazienti; il fatto che è stato distrutto il sistema di trasporto pubblico; il fatto che è stata distrutta la scuola, senza più strutture adeguate, senza insegnanti, con programmi sempre più improntati alla “imprenditorialità”. E potremmo andare avanti… Insomma il fatto che in questi anni è stato distrutto lo Stato, che ora non è in grado di affrontare uno degli eventi per cui lo stesso Stato dovrebbe invece essere assolutamente pronto. E allora se arriviamo a una seconda ondata parlando ancora di emergenza, beh, è colpa vostra!
È colpa vostra. Voi che quest’estate volevate solo un po’ di normalità, è colpa vostra, bambini, perché volete vedere gli amici a scuola, è colpa vostra perché vorreste passare le feste con i vostri cari.

https://comedonchisciotte.org/incolpare-i-cittadini-ovvero-come-la-classe-dirigente-italiana-vuole-salvarsi-il-culo/

Virus mediatico

Perciò dentro questa nuova strategia  comunicativa l’Istat e l’Istituto superiore di Sanità – che lo ricordiamo sono organismi governativi con tutto quello che ne consegue – hanno tirato fuori un documento nel quale si asserisce che il Covid è la causa del 90% di quei 35 mila decessi che gli si sono attribuiti, rimangiandosi così tutto quello che avevano detto prima. Che ne è stato dello studio del 26 maggio in l’Istituto superiore diceva che su 3032 decessi solo 124 erano da attribuire al Covid? Siccome statisticamente proprio non esiste occorre chiedersi se sbagliava allora o sbaglia oggi. E a proposito di statistiche che fine hanno fatto le parole del presidente dell’Istat il quale aveva dichiarato che a marzo dell’anno scorso erano morte “più persone per malattie respiratorie che quest’anno per Covid-19”.  Cosa non si deve fare per campare e per conservare le poltrone, per rimanere nel circolo della fiducia governativa. Senza dire che tutto questo viene asserito in presenza di un divieto sostanziale di autopsia.

estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2020/07/18/perseverare-e-diabolico/

Noi piccoli

“Alla Giunta regionale Bonaccini non interessano i piccoli quotidiani online e per questo ha bocciato l’emendamento che avevamo presentato e che puntava ad allargare ai piccoli quotidiani online la platea di coloro che possono accedere ai contributi che la Regione Emilia-Romagna eroga per l’editoria”.

Così il *consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi*, relatore di minoranza del primo progetto della nuova assemblea regionale relativo a “Interventi destinati al sostegno finanziario delle imprese emiliano-romagnole”. “Avevamo chiesto – precisa Bargi – con un apposito emendamento che si allargasse il potenziale numero dei richiedenti i contributi, anche alle imprese che operano nel campo dell’editoria, prevedendo che, come per le radio e le tv, bastasse un solo giornalista assunto per rispondere ai criteri richiesti. La maggioranza ha invece fatto delle differenze, ribandendo che solo la presenza di due giornalisti per testata garantisce prodotti di qualità. Ci sembra un evidente aiuto solo ai grandi operatori dell’informazione, quasi un ricatto. La Giunta regionale preferisce quindi lasciar morire, in un periodo così drammatico per tutte le imprese, e quindi anche quelle dell’editoria, chi non è sufficientemente strutturato benché dia democraticamente voce a una pluralità di opinioni e voci presenti sul territorio della nostra regione”, ha concluso Bargi.

 

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Mode e media

Fino a ieri erano gli economisti a tenere banco sui media, adesso è il momento dei virologi:

Da medico virologo una ultima considerazione: Oggi l’ansia di una intera popolazione si sta concentrando su come tenersi alla larga da questo maledetto virus. Nessuno o quasi riflette che noi, in ogni momento, siamo immersi in un ambiente saturo di innumerevoli virus, germi e altri agenti potenzialmente patogeni. E in questi giorni, quasi nessuno ci dice che se non ci ammaliamo è grazie al nostro sistema immunitario il quale può essere compromesso, – oltre che da una inadeguata alimentazione e da uno sbagliato stile di vita – dallo stress, che può nascere anche dallo stare in spasmodica attenzione di ogni “notizia” sul Coronavirus regalataci dal web e TV. Non vorrei quindi che questa psicosi di massa faccia più danni dell’ormai famigerato Covid-19. Care mamme e cari papà confido nel vostro buon senso e nel vostro amore per i figli.

Giulio Tarro

https://www.realtasannita.it/articoli/in-primo-piano/a-colloquio-con-il-prof-giulio-tarro-il-coronavirus-visto-da-uno-scienziato-di-lungo-corso.html

Laviamoci le mani

Laviamoci bene le mani e continuiamo a comprare montagne di oggetti per la maggior parte superflui con i loro relativi imballaggi che diventeranno rifiuti e inquineranno aria, terra e mare rilasciando sostanze tossiche o rimanendo non degradabili per centinaia di anni.  Oggetti la cui fabbricazione produce emissioni nocive che avvelenano terra, aria e acqua. Aria che respiriamo,  acqua che beviamo e terra dove coltiviamo il cibo che mangiamo.

Laviamoci bene le mani e poi compriamo cibo proveniente da allevamenti industriali dove gli animali oltre che fare una “vita” di inferno, sono imbottiti di cibo chimico (e chissà cosa altro, mucca pazza docet), antibiotici e medicine varie che di sicuro sono un toccasana per il nostro organismo. Per non parlare poi dei liquami che inquinano falde idriche e terre. Ma se ci siamo lavati le mani, niente ci potrà fare più effetto, saremo immuni a tutto.

Laviamoci le mani ma continuiamo ad utilizzare combustibili fossili che stanno facendo collassare l’intero pianeta, così come continuiamo ad utilizzare e costruire inceneritori che creano nanoparticelle pericolosissime per la salute. E che dire delle centrali nucleari che in quanto a cavalieri dell’apocalisse sono fra i più micidiali. Ma in caso di fuoriuscite di radioattività o esplosioni, basterà lavarsi le mani e sterilizzarsi e tutto andrà a posto. E l’elenco potrebbe continuare ma non ci dobbiamo preoccupare, se ci siamo lavati le mani e sterilizzati bene, vivremo almeno 100 anni in perfetta salute e tutto quanto di nocivo e letale ci propina la società del consumo, ci sarà completamente indifferente. Noi sì che sappiamo riconoscere i veri pericoli per la nostra salute, Coronavirus in primis, tutto il resto sono dettagli trascurabili….

estratto da http://www.ilcambiamento.it//articoli/la-nostra-societa-muore-di-inquinamento-pero-si-lava-le-mani