E noi qui

Non solo Fuksas, ma anche l’architetto di Bosco Verticale di Milano, Stefano Boeri crede nella fuga dalle città per investire nei piccoli borghi con un’operazione tra il nostalgico e il romantico:

Se dobbiamo accettare che ci sia un processo almeno parziale di allontanamento dalle città, dobbiamo progettare traiettorie ed esperienze di vita alternative, una straordinaria opportunità nei piccoli centri e nelle aree interne considerando che i più di 5 mila piccoli centri storici sono in via di abbandono e i 2.300 già abbandonati. Oggi, rispetto a tre mesi fa, c’è una domanda fortissima di poter ritrovare, in una dimensione di borgo, una socialità che si è persa.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/torniamo-a-vivere-nei-paesi

Lidi ferraresi

Ha aperto il 27 maggio il maxi-cantiere che libererà il porto canale di Porto Garibaldi, nel ferrarese, da 95 mila metri cubi di sabbia.

Un investimento complessivo di 870 mila euro, di cui 400 mila euro di fondi regionali e 470 mila stanziati dal Comune di Comacchio, con un duplice obiettivo: ristabilire la sicurezza della navigazione nel porto canale e sistemare, con la sabbia estratta, le spiagge dei Lidi ferraresi.

“Si tratta di un cantiere fondamentale per risolvere le criticità di erosione costiera evidenziate in seguito alle mareggiate degli ultimi mesi- spiega l’assessore regionale alla Difesa della costa, Irene Priolo, che il 5 giugno farà un sopralluogo sul posto con il collega Paolo Calvano-. Ben 40 mila metri cubi della sabbia estratta verranno utilizzati per il ripascimento dei Lidi Nord ferraresi, la parte restante rimpinguerà le spiagge nell’area del Parco del Delta del Po e in prossimità dell’area del porto, dietro le scogliere di Porto Garibaldi”.

“Allo stesso tempo- prosegue Priolo-, i lavori permetteranno di ristabilire la sicurezza della navigazione e assicurare risposte particolarmente attese dalle realtà turistiche ed economiche del territorio perché sarà eliminata l’occlusione all’imboccatura del porto e sarà restituita maggiore profondità alle spiagge”.

Saranno in tutto tre le draghe all’opera, che movimenteranno 4 mila metri cubi di materiale durante il giorno e 3 mila di notte. La direzione lavori è affidata al Servizio Area Reno e Po di Volano dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile.

“Si lavorerà senza sosta e H24, per concludere l’opera nel più breve tempo possibile e comunque entro l’avvio della stagione balneare- conclude l’assessore-. Un super impegno che permetterà di superare i rallentamenti legati allo stop dei cantieri per l’emergenza Covid”.

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Archeologia commerciale

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Bologna- Via Galliera

Il commercio è sicuramente il settore in cui si verificano i cambiamenti più evidenti e rapidi: partiamo dal 1937 con la rassegna dei negozi che si affacciavano sulla piazza di Bondeno descritti da Nerio Poletti

http://virtuale.bondeno.com/neriopoletti.htm

L’ultimo nato si è insediato dove c’era l’esposizione dei mobili fratelli Pisa, che erano in via De Amicis nel dopoguerra (di fianco al botteghino del lotto e a Pastorello (articoli di pelle); se proseguite trovate una serie di attività che non esistono più e altre che non esistono ancora.

Prima che se ne perda la memoria sarebbe opportuno registrarle, come finora hanno fatto Edmo Mori e, più di recente, Marco Dondi.

Per parte mia vorrei ricordare che lo spiazzo dove c’era Acqua e sapone nacque come autofficina Fiat e dietro aveva Carrozzeria e verniciatore; adesso è rimasto il gommista e l’elettrauto.

Continua la morìa delle api

Sono i neonicotinoidi, insetticidi di sintesi che hanno un meccanismo d’azione simile alla nicotina, i principali responsabili della moria delle api. L’impiego di questi pesticidi, a partire dagli anni ’90, era stato visto con favore per la loro capacità di essere assorbiti dalla pianta e agire sugli insetti fitofagi. Ma questa caratteristica porta a gravi conseguenze: la linfa e le strutture floreali, contaminate dai neonicotinoidi, stanno producendo danni irreversibili sugli insetti impollinatori. Sono oltre 1500 gli studi scientifici effettuati in tutto il mondo che dimostrano la relazione tra impiego dei neonicotinoidi e declino delle api. La moria raggiunge livelli elevati in caso di grave intossicazione e negli impollinatori che sopravvivono si manifestano gravi alterazioni nel sistema immunitario, perdita delle capacità di orientamento, minore fertilità.

MA SOLO NEL 2018 L’UNIONE EUROPEA ha messo al bando tre delle sostanze più dannose: l’Imidacloprid e il Clothianidin della Bayer e il Tiamethoxam della Syngenta. Per un altro neonicotinoide, il Thiacloprid della Bayer, l’UE ha consentito l’uso fino al 30 aprile 2020. Sono insetticidi ampiamente usati in frutticoltura contro gli afidi e la mosca dell’olivo, ma anche in orticoltura per controllare i fitofagi della parte aerea delle piante. Tuttavia, sono ancora una decina i neonicotinoidi impiegati in agricoltura e di cui è stata documentata la tossicità su impollinatori e ambiente.

UNA RICERCA EFFETTUATA DALL’UNIVERSITA’ DI BOLOGNA e dall’Università di San Diego (California) ha dimostrato che anche l’assunzione di basse dosi di neonicotinoidi da parte delle api altera la loro capacità di volo, la velocità, la durata, la distanza coperta. Le api, intossicate dai pesticidi, subiscono alterazioni sensoriali che riducono la loro capacità di raccolta di nettare e polline e la capacità di impollinazione, manifestando quella che viene chiamata CCD (Colony Collapse Disorder) o «sindrome di spopolamento degli alveari». Gli alveari, costituiti da colonie di 20-25 mila individui, sono diventati ambienti tossici, con una riduzione della vita media delle api operaie che non riescono a completare il loro ciclo di vita (70-80 giorni). Secondo studi recenti, nel 75% del miele mondiale prodotto dalle api mellifere si registra la presenza di uno o più pesticidi, con una inevitabile intossicazione cronica degli insetti. Paradossalmente risultano più sane le api che vivono nei parchi e nei giardini delle città rispetto alle api il cui habitat si trova in zone agricole, dove si fa un uso massiccio di pesticidi. Il progetto «Api e Orti», risultato della collaborazione tra Università di Bologna, Conapi e Legambiente, mira a riqualificare il territorio urbano, piantando alberi e fiori in tutte le aree disponibili, lungo le strade e davanti alle case.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/le-api-sono-il-termometro-dell-ecosistema-impazzito

 

Prima di Greta

“Dopo le catastrofi il denaro non ha più valore. Il valore fondamentale di una certa cosa dovrebbe essere la sua natura o la sua qualità di anima.

Dovremmo domandarci: «Questa cosa è buona? E’ una cosa che ci aiuta? E’ una cosa bella?» e non: «Quanto costa?».

26 aprile 2017

Così afferma Hillman, ed è in questo spirito che abbiamo programmato a Bondeno (uno dei 103 comuni colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio), dove risiede la nostra associazione, la manifestazione “Ricominciamo dal futuro”, dal 22 al 30 settembre 2012, presso la Società operaia di Mutuo Soccorso, in Viale Repubblica 26.

Infatti tutti gli intervenuti partecipano a titolo gratuito, non riceviamo alcun contributo, non abbiamo sponsor, non raccoglieremo fondi e l’ingresso è libero.

Riteniamo che queste caratteristiche ne facciano una manifestazione di solidarietà unica, che speriamo verrà apprezzata dalla popolazione e da coloro che vorranno intervenire.


Avremmo voluto ripetere la manifestazione (non il terremoto, che comunque non ci dimentica) anche per il 2013, ma lo scarso interesse della cittadinanza e quello nullo delle istituzioni locali, ci ha dissuasi.

Rimangono i materiali prodotti ai seguenti link:

http://ambientefuturo.info

http://issuu.com/afenice/docs/brochureaf1

twitter: https://twitter.com/ bondenocom

Altri link utili , li potete trovare e scaricare qui

Repair cafè

Repair cafè: la risposta fai da te contro consumismo e obsolescenza

Posted: 17 Sep 2019 03:57 AM PDT

Marco Cedolin

Il consumismo, nato nel Dopoguerra e diventato successivamente sempre più parte integrante della nostra vita, fino a raggiungere il proprio acme nel corso dei primi decenni del nuovo secolo, nel corso dei quali lo shopping compulsivo e l’obsolescenza programmata risultano essere pratiche sempre più comuni, ha radicalmente cambiato il rapporto dell’uomo con gli oggetti di cui si circonda.
Se fino agli anni 80 del secolo scorso si tentava di riparare la maggior parte degli oggetti di uso comune quando si rompevano o cessavano di funzionare, nei 40 anni seguenti questa pratica è diventata sempre meno diffusa, sostituita dall’abitudine dell’usa e getta anche in riferimento a beni abitualmente considerati durevoli….

Sono scomparse nel nulla migliaia di attività commerciali che operavano in un settore come quello delle piccole riparazioni ormai praticamente azzerato. Riparatori di elettrodomestici, calzolai, sartorie, orologiai, materassai, arrotini e molte altre professioni sono in breve tempo diventati anacronistici come dinosauri del Pleistocene. La durata nel tempo degli oggetti che usiamo si è progressivamente accorciata e sempre più spesso quando essi si “guastano” scegliamo di sostituirli, senza prendere neppure in considerazione l’opzione di ripararli.
Le ragioni che hanno innescato questo cambiamento di paradigma sono molteplici, ma volendo semplificare possiamo ricondurle a due elementi di base che risultano essere parte integrante del “progresso”. Da un lato l’industria dopo avere incrementato per decenni i propri fatturati semplicemente immettendo nel mercato nuovi prodotti che la popolazione non possedeva si è trovata nell’impossibilità di mantenere i ritmi d’incremento preesistenti con il solo ausilio dell’innovazione.

Alla fine degli anni 80 praticamente in ogni casa erano presenti il frigorifero, l’aspirapolvere, la lavatrice, la TV, una miriade di piccoli elettrodomestici, un guardaroba e una scarpiera adeguatamente forniti e via discorrendo. E trattandosi in linea di massima di beni costruiti con lo scopo di durare nel tempo, confidando esclusivamente sul fascino della moda e dell’innovazione i volumi delle vendite (e della produzione) sarebbero stati giocoforza destinati a calare corposamente rispetto ai decenni precedenti.
Proprio nel tentativo di risolvere questo problema, industrialmente drammatico, ha iniziato a diffondersi la pratica dell’obsolescenza programmata, favorita dal fatto che per motivi di carattere economico e duttilità progettuale la plastica stava sostituendo i materiali più nobili in ogni circostanza in cui fosse possibile farlo.
La vita dei prodotti avrebbe insomma dovuto calare drasticamente, facendo sì che i consumatori si trovassero costretti a sostituirli molto più frequentemente, permettendo in questo modo di mantenere e magari incrementare i volumi di produzione e vendita dei decenni precedenti. Ma per ottenere questo risultato non era sufficiente produrre oggetti che si rompessero prima, dal momento che avrebbero sempre potuto venire riparati. Occorreva anche rendere più difficile e antieconomica la riparazione, progettandoli con lo scopo di essere difficilmente riparabili e facendo contemporaneamente scendere in maniera drastica il prezzo dei prodotti nuovi, facilitati in questo dall’uso sempre più smodato dei materiali plastici e dalla diminuzione di qualità dei prodotti stessi.

Oggi, ragionando a posteriori si può affermare senza tema di smentita come l’operazione sia perfettamente riuscita. Quasi nessuno di noi si sognerebbe di portare a riparare il frullatore o il microonde rotto, la sveglia, la radio, il phon, la stufetta, che non funzionano più, il computer o il cellulare (ormai obsoleti tecnologicamente) che hanno tirato l’ultimo respiro, di fare risuolare le scarpe consunte o fare riparare i calzoni strappati. Nei centri cittadini sono nati piccoli negozietti (generalmente gestiti da cinesi) dove si sostituiscono gli schermi rotti degli smartphone di ultima generazione e altri all’interno dei quali si praticano riparazioni sartoriali, ma si tratta di nicchie di mercato tutto sommato ininfluenti. Esistono ancora per quanto riguarda gli elettrodomestici più importanti come lavatrici, televisori, frigoriferi ecc. i centri di riparazione (legati o meno alla casa produttrice) e i tecnici che operano a domicilio, ma se i prodotti non sono più in garanzia, la maggior parte delle volte risulta economicamente più conveniente sostituire l’apparecchio con uno di ultima generazione, anziché spendere quasi la stessa cifra per riparare quello obsoleto in nostro possesso che potrebbe dopo breve tempo presentare altri problemi.
Insomma si ripara sempre meno e si sostituisce sempre di più, garantendo all’industria e al mercato quell’ossigeno di cui avevano disperatamente bisogno e fin qui nulla di grave (verrebbe da dire) dal momento che anche i posti di lavoro e l’occupazione sono legati a doppio filo a quello stesso ossigeno.

Esiste però anche un rovescio della medaglia, perché il cambio di paradigma in questione determina anche un incremento ecologicamente disastroso della massa di rifiuti, destinata a finire nelle discariche o nei forni inceneritori, e un altrettanto grave incremento del consumo delle risorse del pianeta che, contrariamente a quanto instillato nell’immaginario collettivo, non risultano esistere in quantità infinita.
Proprio prendendo coscienza di questa realtà alcune persone di “buona volontà”, più sensibili degli altri al problema, si stanno prodigando nel nobile tentativo di costruire delle alternative alla filosofia dell’usa e getta e lo fanno con i pochi mezzi a loro disposizione. Fra le numerose iniziative indirizzate in questo senso, quella più ricca di fascino e anche un poco poetica è costituita senza dubbio dai Repair Cafè, piccoli locali all’interno dei quali professionisti, volontari e appassionati del fai da te, riparano gli oggetti più svariati, mentre il “cliente” nell’attesa può sorseggiare un caffè o un tè o meglio ancora collaborare con il riparatore, acquisendo magari la capacità di provvedere autonomamente alla riparazione in futuro. Il costo è costituito da una donazione su base volontaria e l’acquisto degli eventuali pezzi di ricambio è naturalmente di competenza del cliente stesso. In tutto il mondo ne esistono quasi 2000 ed in Italia attualmente sono 16:

Dagli elettrodomestici alla sartoria, dalle biciclette agli apparecchi informatici, ogni oggetto rotto, guasto, mal-funzionante che sia trasportabile può trovare la possibilità di una seconda vita in un Repair cafè che si propone come luogo di scambio umano oltreché di conoscenze. Una realtà che è punto di riferimento per il quartiere come di un piccolo centro, una storia differente che vale la pena essere raccontata e diffusa.

Se iniziative come queste possono da un lato venire interpretate come esercizi poetici esperiti da nostalgici di un mondo che non esiste più, dall’altro rappresentano invece un elemento di novità estremamente significativo, a prescindere da quanto poco possano attualmente influire in volumi economici. Dimostrano infatti come la filosofia dell’usa e getta non sia qualcosa d’irreversibile, ma al contrario esistano anche altre strade, sicuramente più gratificanti, per la salute del pianeta in cui viviamo e anche per la nostra creatività, troppo spesso tenuta in soffitta in un mondo usa e getta che ci sta snaturando sempre più in profondità.

Fonte: Dolcevita online

Lavori sul ponte in via Borgatti

Arriva all’atto conclusivo il cantiere di sostituzione della condotta del gas, situata sul ponte di via Borgatti, nell’intersezione con la strada provinciale Virgiliana. La Polizia municipale dell’Alto Ferrarese ha pronta un’ordinanza che prevede – per gli orari di svolgimento dei lavori – la chiusura al traffico del ponte, nel periodo che dovrebbe essere compreso tra il 26 e il 29 agosto, previa autorizzazione che deve essere rilasciata alla ditta esecutrice dei lavori da parte della Provincia di Ferrara. La chiusura al traffico avverrà nelle sole fasce orarie che vanno dalle 8 del mattino alle 18. La ditta InRete Distribuzione Energia S.p.A. dovrà procedere a lavori di sostituzione della condotta gas in acciaio, ancorata al ponte per l’attraversamento del canale Burana (posto nei pressi del cimitero del capoluogo). La chiusura per motivi di sicurezza del cantiere produrrà come effetto la deviazione temporanea del traffico veicolare. Negli orari indicati, il traffico “leggero”, ovvero le autovetture e gli autocarri fino a 35 quintali di peso, verrà deviato sulla viabilità periferica (via Argine Destro Panaro e/o strada Cavo Napoleonico). Mentre quello “pesante” dovrà essere dirottato sulla Sp 67 Casumaro-Mirabello. Anche l’accesso alla Casa della Salute subirà qualche inevitabile disagio e dovrà avvenire principalmente attraverso via Dazio e arrivando da Santa Bianca in direzione cimitero.

Disinfestazioni obbligatorie

Attenzione alta contro la diffusione delle zanzare. L’Azienda USL di Modena ha inviato a tutti i Sindaci dei Comuni della provincia una lettera in cui si sottolinea ancora una volta l’importanza di proseguire nelle attività di trattamento periodico delle caditoie, luogo di moltiplicazione sia della zanzara tigre che della zanzara comune, con prodotti larvicidi. Inoltre è stato comunicato l’obbligo (introdotto da una nota regionale) di effettuare disinfestazioni con prodotti adulticidi nelle aree verdi in caso di eventi serali e notturni frequentati da un elevato numero di persone (superiore a 200). La misura è richiesta a tutti gli organizzatori, sia enti pubblici che soggetti privati e gli interventi devono essere effettuati da ditte specializzate, secondo le modalità descritte dal Piano Regionale di Sorveglianza e Controllo delle Arbovirosi.

La prevenzione, del resto, resta l’arma più efficace contro le malattie trasmesse dalle zanzare (West Nile Disease, Zika, Chikungunya e Dengue). Tutti sono chiamati a fare la propria parte: i Comuni sono responsabili dei trattamenti nelle aree pubbliche mentre i singoli cittadini sono invitati a collaborare attivamente gestendo con molta cura gli spazi di loro pertinenza, dove si concentra la maggior parte dei focolai di sviluppo larvale.

Gli interventi larvicidi sono da effettuare in tombini, caditoie, griglie di scarico, pozzetti di raccolta delle acque meteoriche, anche quelli presenti negli scantinati e i parcheggi sotterranei. Importante inoltre svuotare qualsiasi tipo di contenitore in cui possa essersi raccolta l’acqua piovana; tra le azioni da effettuare regolarmente almeno fino a settembre, quella di tenere puliti i cortili e le aree all’aperto da erbacce, sterpi, e rifiuti di ogni genere; svuotare le fontane e le piscine non utilizzate o eseguire gli adeguati trattamenti larvicidi.

Ancora, evitare che si formino raccolte d’acqua in aree di scavo, bidoni, pneumatici, e altri contenitori, che devono essere dotati di copertura ermetica o di reti a maglie fitte. Svuotare regolarmente e cambiare l’acqua nelle ciotole e abbeveratoi degli animali. Controllare infine le grondaie per mantenerle pulite. Particolari accorgimenti devono essere rispettati anche nelle aree cimiteriali (evitando l’acqua e riempiendo di sabbia umida i vasi, anche se contenenti fiori finti).

Ad oggi la rete di monitoraggio regionale che ricerca la presenza del virus West Nile in campioni di zanzare comuni ha evidenziato la circolazione del virus in una trappola posta in un’area della provincia di Reggio Emilia confinante con quella di Modena, mentre al Servizio di Igiene Pubblica dell’Azienda USL di Modena è stato segnalato un solo caso di West Nile Disease in un cittadino modenese attualmente ricoverato, in condizioni non critiche, presso il Policlinico di Modena.

estratto da https://www.sulpanaro.net/2019/08/zanzare-disinfestazioni-obbligatorie-eventi-serali/

Trattamenti anti-zanzare

La ditta Exera Srl eseguirà i trattamenti anti-zanzara nelle ore notturne del 5 agosto (indicativamente tra la mezzanotte e le 5 del mattino): in piazza Aldo Moro, in viale Pironi (dunque in coincidenza con parchi e giardini pubblici) e nella nuova piazza “20 maggio” di Scortichino. I cittadini verranno avvisati anche mediante cartellonistica esposta nei luoghi indicati e sono state invitati a chiudere porte, finestre, ed a non esporre generi biancheria. Soprattutto, è assolutamente controindicato uscire all’esterno al momento del trattamento. Vanno coperte anche piante aromatiche e orti, i prodotti dei quali vanno abbondantemente lavati e non utilizzati prima di 48 ore dall’intervento. Anche arredi o tavoli da giardino vanno accuratamente lavati una volta che la procedura sarà conclusa.

CALENDARIO TRATTAMENTI PIAZZA A. MORO

CALENDARIO TRATTAMENTI VIALE PIRONI

CALENDARIO TRATTAMENTI PIAZZA SCORTICHINO

Assemblea Atersir

Mettere a sintesi le esigenze dei cittadini e le necessità della società: è l’obiettivo centrato dall’assemblea dei soci di Clara convocata lunedì 15 luglio sul tema della rimodulazione dei servizi nel bacino ovest, dopo i diversi passaggi condotti dai sindaci dell’Alto Ferrarese sulla questione.

Un punto d’incontro che ha trovato la soddisfazione dei primi cittadini di Cento, Fabrizio Toselli, Bondeno, Fabio Bergamini, Poggio Renatico, Daniele Garuti, e Terre del Reno, Roberto Lodi.

Due le questioni più impellenti trattate e definite.
1 – Il conferimento di pannolini/pannoloni/presidi sanitari usa e getta verrà potenziato: la frequenza di ritiro domiciliare sarà una volta alla settimana su richiesta, con il mantenimento delle calotte stradali. Il via alla nuova modalità è atteso a brevissimo.
2 – Il conferimento della plastica verrà sottoposto a revisione, fino ad arrivare alla frequenza di un ritiro settimanale per i centri urbani, in risposta alle difficoltà legate alle conformazioni urbanistiche, e quindicinale per il forese. Una modalità che punta ad essere estesa all’intero anno. Verosimilmente si attuerà da settembre, per dare modo a Clara di attivare tutte le azioni volte a modificare, incrementandolo, il servizio, che evidentemente necessiterà di valutazioni e dell’integrazione di nuovi operatori.
«Si tratta certamente di un importante passo avanti – sostiene Daniele Garuti – nell’ottica di cercare la soluzione migliore per fa collimare le aspettative delle nostre comunità e i bisogni dell’azienda di contemperare costi e servizi».
Soddisfatto anche Fabio Bergamini (Bondeno) . «A seguito degli approfondimenti che abbiamo condotto anche con Atersir – rimarca -, siamo riusciti a ottenere risultati importanti, che hanno condotto Clara ad ascoltare i cittadini dell’Alto Ferrarese, soggetti a un trattamento diverso di quelli del Basso»
Risultati che anche Roberto Lodi (Terre del Reno) giudica «proficui». «Ottenuti – evidenzia – grazie alla nostra coesione e a un lavoro di squadra, fondamentale per concretizzare esiti vantaggiosi per le comunità del nostro bacino».
Nel corso dell’assemblea dei soci è inoltre stato conferito alla società l’incarico di costituire, in tempi stretti, un gruppo di lavoro, composto da un esperto esterno e dai tecnici comunali, che possa analizzare la situazione aziendale dettagliatamente» .
«La definizione di questo gruppo è prevista al più presto e produrre gli esiti entro ottobre – riferisce Fabrizio Toselli sindaco di Cento -. Un’iniziativa che riteniamo fondamentale perché i soci possano capire in quale direzione andare e per poter assumere scelte politiche ben definite. È arrivato il momento di prendere delle decisioni”.

Marco Vincenzi