FAQ

NOTA: Le linee guida qui presentate sono volutamente ridotte al minimo indispensabile.

D: Se mi vengono febbre e raffreddore, devo correre al Pronto Soccorso?
R: No. Contribuiresti solo a intasarlo, sottraendo assistenza a chi ne ha veramente bisogno.

D: Allora corro dalla mia dottoressa, perché ho tanta paura della CoViD-19.
R: Aspetta, anche i medici di famiglia sono sommersi da richieste improprie.

D: Allora che faccio?
R: Te ne stai a casa e ti curi come fai di solito con l’influenza.

D: Io sono piuttosto indisciplinato, mi rammenti le cose fondamentali?
R: Riposo, liquidi in abbondanza, Paracetamolo 500-1000 mg. x 2-3 volte al dì a stomaco pieno.

D: E se non mi passa?
R: Se non incominci a star meglio entro un paio di giorni, chiama il tuo medico di famiglia. Lui è in contatto con l’USCA (1) e assieme, in base ai protocolli concordati (2), valuteranno se iniziare la terapia con cortisone, oltre ad attivare gli accertamenti e le protezioni del caso.

D: E basta?
R: Sì, se non hai altre malattie croniche.
Altrimenti il tuo medico, sempre in contatto con l’USCA, potrà associare Eparina sottocute ed aggiustare la terapia in atto.

D: La mia dottoressa è brava e coscienziosa, ma non ha pratica ospedaliera.
R: Appunto, lei e l’USCA sanno gestire al meglio la tua situazione tenendoti a casa. Ma saprebbero anche farti ricoverare nel reparto più appropriato, se opportuno.

D: Se mi ricoverano mi intubano, e io ho paura…
R: Col trattamento iniziato a domicilio non ci sarà bisogno di sottoporti a ventilazione forzata: basterà un po’ di ossigeno con dispositivo normobarico (occhialini o maschera semplice). Inoltre verrà monitorato l’andamento della malattia acuta e di quelle soggiacenti, con gli aggiustamenti terapeutici del caso. Se opportuno riceverai il plasma iperimmune, che contiene gli anticorpi delle persone già guarite da Covid-19. Quasi certamente nel giro di pochi giorni verrai dimesso.

D: Tutto qua?
R: Tutto qua, in estrema sintesi.

D: Ma allora, perché tutta questa baraonda mondiale?
R: La baraonda è soprattutto una questione di geopolitica, penso, ma io sono esperto “solo” di malattie infettive.

[1] USCA: Unità Speciali di Continuità Assistenziale (http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4188

[2] In Italia non abbiamo ancora UN DOCUMENTO con le LINEE GUIDA NAZIONALI per il trattamento della Covid-19. Abbiamo centinaia di “linee guida” pubblicate da chiunque. Hanno un elemento in comune: in dozzine di pagine mescolano informazioni corrette con sproloqui su questioni di dettaglio.

SOTTOSCRITTO DA:

Dr. Leopoldo Salmaso
Specialista in Malattie Infettive e Tropicali
Specialista in Sanità Pubblica
già “Esperto del Min. Affari Esteri” in Tanzania
già Direttore Distretto 3, AULSS 16 Padova

Dr. Renzo Scaggiante
Specialista in Malattie Infettive
Specialista in Pediatria
Direttore UOC e Dip. Provinciale Malattie Infettive, Belluno

Dr.ssa Annamaria Cattelan
Specialista in Malattie Infettive
Specialista in Malattie App. Respiratorio e Tisiologia
Direttore UOC Mal. Infettive e Tropicali, Az. Ospedale-Università di Padova

Dr.ssa Valeria Mina
Specialista in Organizzazione Servizi Sanitari di Base
Responsabile SSD Assistenza Primaria, Asl Torino 4.

Comunicato AMPAS

Richiediamo dunque con forza, a nome dell’associazione AMPAS e dei 735 medici che ne fanno oggi parte (nonché dei numerosi simpatizzanti non medici):

  • L’immediato ripristino della legalità istituzionale e costituzionale, richiamando il parlamento alle sue funzioni democratiche e al dibattito che necessariamente deve scaturirne.
  • L’immediata cancellazione di task force e di consulenti esterni i cui conflitti di interesse potrebbero essere letti, nel momento in cui si affidino loro responsabilità non previste istituzionalmente, come un aggiramento delle regole democratiche.
  • L’immediato ripristino del diritto al lavoro per milioni di italiani, che se non possono avere il proprio stipendio saranno presto alla fame con conseguenze prevedibili di ordine pubblico (nel rispetto delle nuove regole di distanziamento fino a che sarà necessario)
  • L’immediato ripristino del diritto allo studio per milioni di bambini, ragazzi, studenti universitari che sono stati da un giorno all’altro privati di uno dei loro diritti fondamentali (nel rispetto delle nuove regole, fino a che sarà necessario)
  • La protezione del diritto alla scelta di cura, già violato da precedenti leggi, per impedire l’obbligatorietà di ogni possibile nuovo trattamento sanitario. Ogni nuovo provvedimento emesso in emergenza dovrà obbligatoriamente prevedere una data di fine del provvedimento, al fine di non “tentare” alcuni a rendere le restrizioni alle libertà una regola.
  • Il blocco di qualunque “app” o altro dispositivo informatico volto al controllo dei movimenti delle persone in palese violazione della nostra privacy.
  • L’immediata riapertura della possibilità per adulti e bambini di uscire all’aperto a praticare sport, passeggio, vita sociale, seppur nel rispetto delle regole necessarie.
  • Il ripristino immediato di una par condicio televisiva o mediatica, con ospitalità nelle trasmissioni di esponenti, ovviamente qualificati, di diversi punti di vista, con allontanamento immediato (o retrocessione a mansioni diverse) di conduttori che non abbiano saputo tener fede al loro dovere di giornalisti.
  • Dichiarazione dei propri conflitti di interesse da parte di qualunque professionista sanitario che esprima un parere televisivo o partecipi a un dibattito. L’omissione deve essere punita con un allontanamento mediatico proporzionato. Lo spettatore deve sapere se chi sta parlando riceve milioni di euro da un’azienda, o meno.
  • Il divieto di chiudere o cancellare siti o profili social in assenza di gravi violazioni di legge. Eventuali cancellazioni dovranno comunque essere tempestivamente notificate e giustificate. La rimozione di idee ed opinioni solo perché diverse dal mainstream ufficiale non è degna di un paese civile.
  • Il divieto per le forze dell’ordine di interpretare a propria discrezione le regole di ordine pubblico fissate dai decreti. Qualunque abuso, anche minimo, dovrà essere perseguito.
  • Il divieto di radiazione di medici per la sola espressione di idee diverse da quelle della medicina ordinaria. Da sempre il dialogo e il confronto tra idee diverse ha arricchito la scienza, che cambia e si evolve. Non sopravvalutiamo le nostre attuali misere conoscenze.
  • L’attivazione tempestiva di nuovi protocolli di cura in tutti gli ospedali Covid19 che, oltre a garantire la salute del personale sanitario, prevedano l’utilizzo di vitamine, minerali, ozonoterapia e tutte le cure naturali e di basso costo efficaci e documentate, accompagnando via via con farmaci più a rischio di effetti collaterali solo in caso di aggravamento, e attivando solo per la fase di crisi o pre-crisi l’utilizzo dei farmaci immunosoppressori e dell’eparina.
  • La disponibilità immediata e per tutta la popolazione di test sierologici IgM e IgG che possano consentire da subito sia di monitorare lo stato di diffusione del virus nelle diverse aree, sia dare la possibilità a chi sia IgG+ di riprendere la propria vita senza alcuna limitazione.
  • In una ipotesi di graduale diffusione dell’immunità virale, particolare attenzione dovrà essere riservata alla popolazione fragile: anziani, obesi, ipertesi, diabetici, infartuati (le categorie più colpite). Nel rispetto del diritto di scelta di cura nessun obbligo potrà essere dato se non temporaneamente, ma solo forti raccomandazioni e informazioni dettagliate sui rischi di infezione. Un individuo fragile deve poter scegliere se rischiare di morire abbracciando il suo nipotino, o restare vivo recluso in casa senza vedere nessuno.
  • Una forte campagna informativa sui rischi legati ad un cattivo stile di vita e su come tale stile aumenti il rischio di essere infettati. O vogliamo essere costretti a tenere le mascherine tutta la vita e a non poterci più abbracciare per consentire a qualcuno di fumare e di gonfiarsi di farmaci e di merendine zuccherate, disdegnando qualsiasi tipo di movimento fisico? Ciascuno resterà libero di farsi del male ma almeno lo stato non potrà dirsi complice.
  • Il divieto, almeno in questo periodo, di pubblicizzare sulle reti televisive e sui giornali farmaci e prodotti dolciari ingrassanti, al pari di come già in atto con il fumo.
  • Un aiuto immediato alle tante famiglie in crisi che a causa di questo lockdown totale hanno smesso di lavorare e di produrre reddito, con modalità molto semplici (ad esempio ticket a valore per acquisti di derrate alimentari). L’aiuto migliore per le aziende, invece dell’elemosina, sarà una tempestiva riapertura.

Medici migliori, in un paese migliore

AMPAS
www.medicinadisegnale.it

Terapia approvata

MODENA – Dalla giornata di lunedì 6 aprile, in base ad un protocollo approvato da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), è stata resa disponibile anche in Azienda USL di Modena una terapia per l’infezione da coronavirus (COVID19) a base di idrossiclorochina, che pare possa migliorare l’evoluzione della malattia, riducendone le complicanze. Si tratta di un utilizzo previsto dall’AIFA in modalità cosiddetta off-label, vale a dire consentito unicamente nell’ambito del piano nazionale di gestione dell’emergenza.

L’Azienda USL precisa che i cittadini non devono attivarsi diversamente da quanto accaduto finora. Rimangono infatti valide, dunque è bene ricordarle, le indicazioni previste:

–  chi presenta sintomi sospetti come, in particolare, febbre alta (più di 38), tosse stizzosa, grande stanchezza, alterazione dell’olfatto e del gusto, è bene che contattino telefonicamente il proprio Medico di Medicina Generale negli orari previsti; nei festivi, prefestivi dopo le 10 e notturni è disponibile la guardia medica contattabile telefonicamente in ogni distretto (qui tutte le informazioni http://www.ausl.mo.it/coronavirus-guardiamedica).

–  In caso di un repentino peggioramento di sintomi e difficoltà respiratorie o qualsiasi situazione riconosciuta come emergenziale è bene contattare il 118.

Non si tratta di una “cura miracolosa” in grado di sconfiggere il virus, né farmaci che possono essere reperiti autonomamente, ma di una terapia che, previa valutazione del rapporto rischio/beneficio come accade per ogni farmaco, può essere prescritta a particolari categorie di pazienti, dal Medico di Medicina Generale che effettua la prima anamnesi dei sintomi comunicati dal cittadino. Su tutto il territorio sono già attive le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) a supporto di questa attività: presenti in ogni distretto della provincia di Modena, potranno recarsi direttamente al domicilio per somministrare la terapia.

Le Linee di Indirizzo per l’uso terapeutico emanate dall’Aifa, riportate anche dal Ministero della Salute, prevedono che in questa fase di emergenza, considerate le premesse relative al suo utilizzo, esso possa essere considerato sia nei pazienti COVID-19 di minore gravità gestiti a domicilio sia nei pazienti ospedalizzati, come detto, il medico prescrittore dovrà valutare caso per caso il rapporto rischio/beneficio.

La collaborazione dei cittadini, sin qui preziosissima, è fondamentale per garantire la massima protezione degli operatori sanitari, oltre che dei cittadini stessi.

Da una parte il rispetto di tutte le ordinanze ministeriali e regionali volte a limitare la diffusione del virus. Dall’altra è particolarmente importante ribadire ancora una volta le misure di protezione individuale come prescritte dal Ministero della Salute che ha creato una sezione dedicata al coronavirus nel proprio sito.

Si ricorda che anche sul sito dell’Azienda USL è disponibile una sezione con tutti gli aggiornamenti sul coronavirus: www.ausl.mo.it/coronavirus

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Ci sono anche buone notizie

Una paziente di 99 anni è stata sottoposta nei giorni scorsi al Policlinico di Modena a un delicato intervento di angioplastica dall’equipe di Cardiologia, diretta dal prof. Giuseppe Boriani, per rimediare a un infarto del miocardio acuto. Il successivo decorso è stato molto favorevole, senza complicanze e la Signora, ora desiderosa di tornare nel proprio domicilio, verrà prossimamente dimessa.
Febbre, affanno di respiro, dolore al petto, segni di infezione polmonare. Questi i sintomi con cui una signora di 99 anni di Castelfranco Emilia è stata portata alcuni giorni fa al Pronto Soccorso del Policlinico di Modena. Di questi tempi, ovviamente la paziente è stata tratta come sospetta di COVID19, scongiurato due giorni dopo dall’esecuzione del tampone. A questo punto, però, la paziente che nella sua storia clinica presenta importanti problemi cardiologici, è stata colta da infarto del miocardio acuto con scompenso cardiaco.
A questo punto, l’equipe cardiologica del Policlinico, diretta dal prof. Giuseppe Boriani, ha dovuto prendere una decisione difficile, che ha coinvolto la paziente, il figlio che la segue con grande premura, il responsabile della Degenza Cardiologica dott Carlo Cappello e il Cardiologo emodinamista dott. Fabio Sgura.
“A fronte dell’evolversi della situazione – ha commentato il prof. Giuseppe Boriani – la coraggiosa decisione è stata di sottoporre la signora a coronarografia e ad angioplastica coronarica in urgenza. Tale procedura è riconosciuta come salvavita nell’infarto acuto ma la sua esecuzione nelle fasce di età prossime ai 100 anni è qualcosa di eccezionale. Nonostante le incognite e i potenziali rischi, a fronte della gravità del quadro, la decisione presa dalla paziente e da suo figlio ha portato all’esecuzione in urgenza di un’angioplastica coronarica con pronto miglioramento del grave quadro di infarto miocardico acuto”.

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Il biomedicale modenese funziona

MEDOLLA, 24 MARZO – Sono quadruplicati nelle ultime settimane gli ordini di ossigenatori polmonari extracorporei alla Eurosets di Medolla (nel cuore del distretto biomedicale modenese), la più piccola azienda al mondo e l’unica in Italia a fabbricare questi apparecchi in grado di riprodurre il lavoro degli alveoli e generare artificialmente lo scambio anidride carbonica-ossigeno , mettendo a riposo completo i polmoni, quando neppure i ventilatori bastano più, esattamente come avviene con la emodialisi per le patologie renali.

Picco di produzione, priorità agli ospedali italiani Una piccola impresa abituata a fare da sè di fronte alle emergenze: ripartita da sola dopo il terremoto del 2012 e l’alluvione del 2014 che avevano prima distrutto lo stabilimento e poi paralizzato la produzione, è stata capace in un quinquennio di raddoppiare dimensioni e performance. E oggi Eurosets sta facendo fronte in autonomia anche al picco di lavoro legato alla pandemia Covid-19: da 300 ossigenatori da produrre in un mese sono passati a 1.200, spostando sulla linea quasi tutte le 130 persone in produzione (su 220 dipendenti totali). Se gli ordini dovessero continuare ad aumentare l’azienda rischia di avere problemi di fornitura di alcune materie prime e in quel caso la ditta darà priorità assoluta agli ospedali italiani.

Eurosets, con i suoi 36,4 milioni di euro di fatturato, per il 78% legato all’export , opera sui mercati mondiali al fianco di concorrenti che misurano il business in miliardi – come Medtronic, Livanova, Maquet-Getinge ma le dimensioni non sono mai state un limite alla sua crescita. Partita nel distretto mirandolese – leader in Europa nei dispositivi monouso e negli elettromedicali – con una fabbrica di 1.500 mq che nel 1991 produceva semilavorati, acquisita nel 1998 dal big ravennate della sanità privata Gruppo Villa Maria, ha iniziato una dozzina di anni fa a specializzarsi nelle macchine per la circolazione extracorporea. E oggi ha uno stabilimento green all’avanguardia di 13mila mq coperti. Qui nascono gli ossigenatori ECMO-Extracorporeal membrane oxygenator, dei cilindri delle dimensioni di una bottiglietta d’acqua che contengono due chilometri di fibra microporosa che mima la superficie polmonare, con una porta di ingresso e una di uscita per il sangue del paziente e una per spingere la miscela di aria e ossigeno: è la tecnologia delle macchine cuore-polmone utilizzate in tutti gli interventi di cardiochirurgia per l’autotrasfusione, che Eurosets sta trasferendo ora nei reparti di terapia intensiva per le cure polmonari. Scopri di più 10% del fatturato in ricerca e sviluppo nonostante le avversità La Pmi biomedicale si è rialzata dopo le calamità naturali – 7,5 milioni di danni tra sisma e alluvione – sempre a suon di ricerca e innovazione, cui destina oltre il 10% del fatturato annuo, e non è mai stata profeta in patria. Fa notizia in Italia solo se si parla di disastri.

Anche ora non è dagli ospedali italiani che deriva il boom di domanda di ossigenatori Ecmo, certificati per un utilizzo continuativo di 14 giorni: la maggior parte delle richieste arriva infatti dai Paesi extra Ue e dagli Usa, che si stanno premunendo, spaventati dalla pandemia. A prescindere da Covid-19, le patologie polmonari diventeranno una delle prime cause di morte nei prossimi anni tra invecchiamento della popolazione e inquinamento e i moduli Ecmo sviluppati finora nelle versioni per adulto, età pediatrica e neonatale sono solo il primo di una serie di progetti su cui l’azienda sta lavorando in ambito pneumologico. Intanto a Medolla si fanno straordinari anche il sabato: ai dipendenti è stato richiesto di venire su base volontaria, ma hanno aderito quasi tutti.

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Centro specialistico per vaccinazioni

Bambini e ragazzi fino a 16 anni, affetti da patologie rare, con allergie o con problematiche particolari. E che, quindi, hanno bisogno di un approfondimento preliminare, per verificare se tali patologie preesistenti siano compatibili con la vaccinazione.

È per gestire casi complessi in tema di vaccini e garantire la massima sicurezza che la Regione Emilia-Romagna  – come rende noto un comunicato di viale Aldo Moro – ha voluto istituire un servizio ambulatoriale altamente specialistico, a valenza regionale. Sorgerà a breve a Bologna, al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, all’interno dell’Unità Operativa di Malattie Infettive attualmente diretta dal professor Pierluigi Viale, e ci lavorerà un team di professionisti con alta specializzazione multidisciplinare che potrà confrontarsi con medici internazionali.

Non un Centro di ascolto con un’interazione diretta con i cittadini, ma un punto di riferimento sicuro e autorevole per pediatri e medici che intercettano determinate problematiche – come ad esempio i casi di esonero, omissione o differimento delle vaccinazioni obbligatorie in patologie complesse o rare – e che potranno inviare questi pazienti nell’ambulatorio, così da organizzare un percorso condiviso per decidere la fattibilità della vaccinazione, o l’opportunità di posticiparla. La struttura, quindi, non è ad accesso diretto, ma ‘mediato’ da medico o pediatra di base.

A deciderne l’istituzione è stata la Giunta regionale, che ha definito con una specifica delibera le caratteristiche e le modalità operative del nuovo centro ambulatoriale, ad accesso gratuito e senza oneri a carico del cittadino.

“Si tratta di una delle prime esperienze in Italia- spiega l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Dopo aver fatto da apripista a livello nazionale con la legge sull’obbligatorietà dei vaccini, ora facciamo un ulteriore passo avanti mettendo in campo la competenza consolidata degli specialisti che lavorano nelle nostre strutture. Vogliamo dotare la Regione di un Centro di indiscussa autorevolezza scientifica, che possa rispondere a dubbi e paure concrete dei genitori, ascoltarli e decidere attraverso l’esperienza dei professionisti il migliore percorso per il bambino. L’obiettivo è quello di garantire la massima sicurezza delle vaccinazioni e, al tempo stesso, assicurare ai genitori la dovuta tranquillità. La legge che istituisce l’obbligatorietà vaccinale per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni- prosegue Venturi- affida al solo pediatra/medico di base il compito di valutare se è opportuno che un bambino, per tutta una serie di problematiche preesistenti, vada esonerato oppure no. Questo Centro sarà un punto di riferimento per tutta la nostra regione, deputato proprio a eliminare i dubbi e a risolvere le problematiche più complesse. Il professor Viale- conclude l’assessore- si è dato disponibile: la struttura da lui diretta detiene competenze interne, oltre ad avere collegamenti con altri specialisti e network scientifici nazionali e internazionali, ed è quindi idonea ad accogliere il nuovo servizio”.

Il servizio sarà parte di una rete, a valenza regionale, in cui il pediatra di libera scelta (o il medico di medicina generale), che rappresenta il primo riferimento, insieme ai servizi dell’Azienda sanitaria competente a livello territoriale, potrà avvalersi, qualora se ne valuti la necessità, di specialisti in base alla problematica riscontrata. Saranno loro i responsabili delle risposte e delle indicazioni fornite, e dell’eventuale inoculazione delle vaccinazioni all’interno del Policlinico, in un contesto estremamente sicuro e protetto.

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Ricerca e innovazione

Annalisa Azzolini AD Sidam

Sidam – società del gruppo Synopo, con sede a Mirandola (MO) attiva nella produzione di dispositivi medici monouso destinati a sale operatorie, cardiochirurgia, ostetricia-ginecologia, terapia intensiva e radiologia – è tra le 21 aziende che si sono aggiudicate il prestigioso Premio Imprese per Innovazione, consegnato oggi da Confindustria alle imprese che si sono distinte per avere investito con successo in Ricerca e Innovazione. La cerimonia di premiazione si è tenuta presso la sede di Confindustria a margine dell’incontro “L’innovazione scrive storie di successo”, durante il quale le società partecipanti si sono confrontate sull’importanza della Ricerca e dell’Innovazione nelle proprie esperienze aziendali di successo. L’intento di Confindustria è quello di focalizzare l’attenzione sull’importanza che gli investimenti in Ricerca e Innovazione hanno, non solo nel settore imprenditoriale, ma in ogni ambito della società.

Infatti, nell’era dell’industria 4.0 l’efficienza e il progresso tecnologico a 360° sono fondamentali per accrescere il vantaggio competitivo delle imprese, ma anche per favorire nel medio termine la cultura dell’innovazione e lo sviluppo sostenibile dell’intero Paese.

“Essere tra le società premiate da Confindustria per gli investimenti in Ricerca e Sviluppo è per noi motivo di grande orgoglio e dimostra che il nostro costante impegno in questa direzione è riconosciuto tanto da annoverarci tra i casi di successo – commenta Carlo Bonomi, Presidente di Sidam e del Gruppo Synopo. “Ogni anno investiamo, infatti, il 10% del nostro fatturato in progetti di R&D con l’obiettivo di sviluppare e produrre dispositivi innovativi capaci di rispondere alle necessità del mercato. Inoltre, a oggi, deteniamo 14 brevetti operativi in 19 Paesi e siamo attivi, attraverso la recente acquisizione di BTC Medical Europe, nella valorizzazione del distretto biomedicale di Mirandola, il secondo al mondo dopo quello di Minneapolis. Lo studio di nuove tecnologie e l’investimento nell’internazionalizzazione negli anni ci ha ricompensato permettendoci di crescere nonostante la crisi, per questo motivo vogliamo continuare a operare in questa direzione distinguendoci, insieme alle aziende oggi premiate, per l’eccellenza delle nostre soluzioni” conclude Carlo Bonomi.

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Lotta integrata alle zanzare

La lotta integrata alle zanzare si basa prioritariamente sull’eliminazione dei focolai di sviluppo larvale, sulle azioni finalizzate a prevenire la loro creazione, sull’applicazione di metodi larvicidi.

La lotta adulticida, invece, assume connotazione di intervento a corollario e si  ricorre ad essa  solo nei casi di epidemia in corso (ove le zanzare fungono da vettori) o quando vi è un rischio di insorgenza della malattia stessa accertata dalla Autorità sanitaria locale.
In suddetti casi dovranno essere adottati specifici protocolli di interventi adulticidi  per Chikungunya, Dengue e West Nile Disease.

Al di fuori delle situazioni di emergenza sanitaria la lotta contro gli adulti (lotta integrata) va attivata solo in via straordinaria e  mirata su particolari siti sensibili e si farà ricorso ai trattamenti adulticidi esclusivamente nei casi in cui le infestazioni hanno raggiunto densità oltre la ragionevole soglia di sopportazione.

Gli interventi adulticidi hanno un effetto immediato nel breve periodo sul controllo delle popolazioni di zanzara, A maggior ragione la lotta adulticida non deve essere considerata un mezzo da adottarsi a calendario, pratica tanto irrazionale, quanto impattante!
Il prodotto adulticida agisce come abbattente nei confronti delle zanzare presenti in un determinato ambiente al momento dell’intervento stesso indipendentemente dal prodotto di sintesi impiegato, l’intervento è inefficace per prevenire l’ondata di zanzare, irrorazioni eseguite in assenza di bersaglio vanno evitate!

Gli interventi antilarvali (eliminazione di ristagni d’acqua) invece,  producono risultati duraturi nel medio e lungo periodo.

Le imprese di disinfestazione che propongono a soggetti pubblici e privati il trattamento adulticida come metodo di lotta preventiva, in assenza di infestazioni moleste o in forma di intervento a calendario, dimostrano scarsa preparazione tecnica e mancano del rispetto dei principi alla base di tale pratica.

In particolare, in assenza di casi di malattia, nei siti sensibili  quali:
scuole, ospedali,  strutture residenziali protette, giardini pubblici, fiere, sagre, manifestazioni pubbliche serali organizzate dal Comune o da Associazioni diverse a qualunque scopo destinate, ecc. si farà ricorso ad interventi adulticidi solo in caso di infestazioni intense e molestie conclamate.

In tali casi gli interventi adulticidi dovranno, comunque, essere effettuati in osservanza delle disposizioni impartite della regione attraverso le Linee guida con apposito modello di rapporto informativo (qui allegato) è necessario richiedere  tramite e-mail  un “accordo” preventivo (48 ore prima) al Dipartimento di Sanità Pubblica – Fe.

Fonte: Comune di Bondeno

Cibo, ambiente, salute

martedì 13 maggio ore 17 – presso biblioteca Ariostea (FE)

LE CINQUE DIETE MA-PI – Ne parla un allievo di Mario Pianesi
L’ultimo incontro del ciclo di appuntamenti dedicati al rapporto cibo-ambiente-salute, secondo la Macrobiotica Pianesiana è dedicato alle diete.
Il Prof. Pianesi ha ideato un sistema articolato in cinque regimi alimentari per il quale è fondamentale, oltre che la qualità degli ingredienti, la proporzione tra le diverse componenti nutrizionali. Studi clinici pilota hanno evidenziato l’efficacia di queste diete nella prevenzione e nella cura di patologie croniche non trasmissibili, quali obesità, ipertensione, diabete mellito di tipo 2 e sindrome metabolica.
A cura del Circolo Culturale “Un Punto Macrobiotico” di Ferrara, che quest’anno festeggia il suo 10° anniversario