Spina etrusca

La mostra archeologica, che nel corso del 2023 conoscerà una tappa romana presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, intende raccontare al grande pubblico il ruolo di Spina quale nodo fondamentale nella rete di contatti e traffici che connettevano le principali città del Mediterraneo di età arcaica e classica, punto di incontro di merci, persone e stimoli culturali di diversa provenienza, in stretto dialogo con Atene e i principali centri della Grecia antica. Il percorso espositivo, giocato sul richiamo all’attualità dei percorsi e dei transiti nel Mar Mediterraneo, illustra l’eccezionalità del porto adriatico di Spina – città in costante e ambivalente confronto con l’elemento acquatico –  mettendone in luce similarità e differenze con i grandi insediamenti etruschi del Tirreno e con la città gemellata di Cerveteri in primo luogo, per illustrarne la struttura sociale, la varietà culturale ed etnica, le espressioni delle élites aristocratiche, la vocazione portuale e l’importanza nelle dinamiche del commercio antico.

L’allestimento sceglie di affidarsi in modo consistente al linguaggio delle tecnologie di ricostruzione dei paesaggi e dei contesti antichi per dare vita a una narrazione di forte suggestione. Al di là dell’indubbio splendore materico dei reperti esposti – con importanti prestiti dai principali musei archeologici italiani e prestigiosi materiali provenienti dal Metropolitan Museum of Art di New York, alla cui presenza in mostra ha contribuito anche la Regione Emilia-Romagna -, la mostra intende suggerire ai visitatori il significato del grande porto di Spina per gli Etruschi del V secolo a.C. e per i cittadini “mediterranei” del 2022.

Dove

Ferrara – Museo Archeologico Nazionale, Via XX Settembre 122.

Quando

Dal 22 dicembre 2022 al 23 aprile 2023

Orari

9.30-17.00. Chiuso lunedì.

Url dell’evento

http://www.archeoferrara.beniculturali.it

Tariffe

Biglietto integrato 8 Euro (consente l’accesso al Museo Nazionale di Ferrara, alla mostra “Spina Etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo” e al Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto). Euro 3,00 ridotto (dai 18 ai 25 anni). Giardino, Sala del Tesoro e Sala delle Piroghe 1,00 €. Gratuito per possessori MyFe Card.

Gratuito

  • Fino a 18 anni

Contatti

Museo Archeologico Nazionale di Ferrara – Via XX Settembre 124

phone 0532 66299

telefax0532 741270

maildrm-ero.archeologico-fe@beniculturali.it

Spina etrusca

Spina etrusca a cent’anni dalla scoperta (1922 – 2022). Incontri ferraresi di storia e archeologia

“Spina100 a Ferrara” è il titolo del ricco programma di conferenze e incontri, predisposti dal Museo Archeologico Nazionale di Ferrara per celebrare i cent’anni dal ritrovamento della città etrusca di Spina nell’antico delta del Po. Spazio Crema ospita nelle prossime settimane due incontri, entrambi alle ore 16,30: –  mercoledì 23 novembre, R. Cantore, “Miti e tradizioni greche del Delta”– mercoledì 30 novembre, M. Cattani, “Il delta del Po nell’età del Bronzo” Per conoscere il progetto nel suo complesso: http://musei.beniculturali.it/progetti/spina-100  Per conoscere gli eventi in programma: https://www.spinacento.it/category/eventi/  
Spazio Cremavia Cairoli, 13 – 44121 Ferrara
tel. 0532/205091 | email info@fondazionecarife.it | http://www.fondazioneestense.it
Codice Fiscale 00112530381
 

Scorre il festival

Sabato 4 settembre

Dalle ore 9.00 Mercato dei prodotti tipici del territorio presso Viale della Repubblica a Bondeno. Accesso libero senza prenotazione.

Dalle ore 10.00 Visita guidata al Museo Archeologico di Stellata (per l’occasione visitabile anche la sezione del Museo dello Storione). Evento in collaborazione con il Gruppo Archeologico di Bondeno (GAB). Accesso libero, prenotazione tramite mail a museostellata.gab@gmail.com oppure tramite numero telefonico 335 727 9904.

Ore 16.30 Laboratori archeologici per bambini (indicativamente 6-11 anni) al Museo Archeologico di Stellata a cura del GAB. Accesso su prenotazione scrivendo a museostellata.gab@gmail.com oppure telefonando a 335 727 9904.

Ore 18.00 Il PO racconta: Germano Bonaveri racconta la storia del territorio con i suoi personaggi storici e di fantasia, i racconti e le leggende che accompagnano il fiume e la sua gente. Evento presso la Rocca Possente di Stellata con accesso gratuito e su prenotazione al numero 0532 899 205 oppure presso l’atrio del Palazzo Municipale (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13). Prenotazione gratuita qui: Biglietteria Boxer Ticket Online – Germano Bonaveri – Il PO racconta

Ore 21.00 Concerto di Willie Peyote presso Piazza Garibaldi a Bondeno (Fe). Accesso a pagamento con selezione del posto. Prenotazione su Boxerticket cliccando al seguente link: Biglietteria Boxer Ticket Online – Willie Peyote (ticka.it)  

Museo Stellata

Il Museo Archeologico ‘G. Ferraresi’ di Stellata è definitivamente entrato in una fase di rigenerazione: a breve, verranno infatti eseguiti degli importanti interventi di ripristino della tinteggiatura e di sostituzione degli scuri e delle porte.

Le operazioni di riqualificazione sono possibili grazie al finanziamento statale assegnato al Comune concernente l’efficientamento energetico e la manutenzione straordinaria, «il che permetterà di riportare all’originario splendore questo centro nevralgico della cultura senza utilizzare i soldi dei cittadini di Bondeno – spiegano all’unisono il sindaco, Simone Saletti, e l’assessore ai Lavori pubblici, Marco Vincenzi –. La situazione esterna del museo, naturalmente, ci era nota da tempo, ed è per questo che sin dall’inizio del mandato ci siamo mossi per trovare la soluzione migliore per la struttura. In pochi mesi l’abbiamo trovata ed entro breve partiranno effettivamente i lavori. Quella del museo archeologico di Stellata è una struttura che già da sé fa la storia – commentano ancora i due amministratori –: da tutti i bondenesi è infatti conosciuta come ‘Casa dell’Ariosto’, essendo stata la residenza di Virginio Ariosto, figlio del celeberrimo poeta Lodovico. Da poche settimane, poi, oltre alle consuete sale espositive, il museo è divenuto il primo deposito archeologico dell’Alto ferrarese (il secondo in Provincia, ndr): un passo avanti che permetterà non solo ai visitatori, ma anche ai ricercatori di vivere appieno l’edificio e di studiare i reperti rimanendo all’interno del territorio comunale di Bondeno, a pochi chilometri dagli scavi della Terramara di Pilastri e da quelli di epoca romana di Burana. Come sempre – chiosano Saletti e Vincenzi – la nostra Amministrazione lavora per ottenere il massimo risultato possibile garantendo stabilità economica alle casse comunali».

I lavori in questione sono già inseriti nel piano investimenti dell’Ente, e attualmente sono in corso le effettive procedure di affidamento dei lavori, in dirittura d’arrivo entro settembre. Dopodiché, partirà effettivamente la rigenerazione, a cominciare dagli scuri e dalle porte della struttura, ovvero dalle parti che necessitano di una più tempestiva sostituzione. I lavori alla Casa dell’Ariosto si collocano nell’ambito di più ampi interventi sul patrimonio comunale, anche questi in fase di approvazione, concepiti sempre nell’ottica di garantire un maggiore efficientamento energetico e una puntuale manutenzione, oltre che nello spirito di andare incontro alle nuove esigenze della mobilità sostenibile.

Si ricorda che le visite al museo restano aperte. Per prenotare la visita si può anche usufruire dell’app Io Prenoto, scaricabile gratuitamente da Play Store e da IOS. Qui tutte le informazioni sugli orari: Museo Archeologico G. Ferraresi di Stellata

Villa Romana a Burana

Affiorano i resti di una villa rustica, dalle campagne di Burana. E’ l’ennesima, bellissima sorpresa uscita dagli scavi archeologici finanziati dal Comune, per continuare a fare luce sulla storia del territorio. Una storia che, nel caso specifico, ha regalato la visione di strutture murarie ed un possibile piano cortilizio appartenenti presumibilmente al tardo Impero Romano. Il saggio di scavi è stato eseguito nei giorni scorsi, in località “Quaranta” a Burana, poco distante da quel fondo Marchesa che era stato oggetto di saggi di scavo lo scorso inverno. L’indagine in questione faceva parte del progetto “Attraverso i meandri della storia”, inaugurato grazie alla collaborazione attiva tra il Comune di Bondeno, il Gruppo Archeologico e l’Associazione Bondeno Cultura, e la Soprintendenza archeologica delle Belle arti e del Paesaggio. «Il luogo dove abbiamo voluto concentrare le indagini – spiega il sindaco Fabio Bergamini – è stato suggerito da un incrocio di dati riscontrati in superficie e tracce visibili da foto aeree, che ha permesso questo saggio per merito dell’estrema disponibilità del proprietario del fondo, Fabio Paganini, che vorrei ringraziare per averci dato questa possibilità». Le indagini sul campo sono state condotte dall’archeologa Giulia Guidorzi, sotto la direzione scientifica della dottoressa Chiara Guarnieri della Soprintendenza. La dispersione di materiale “fittile” sul sito e la corrispondenza fotografica aerea (di una traccia rettangolare di grandi dimensioni) hanno dato l’atteso riscontro positivo, portando alla luce tracce di epoca tardo romana. Il sito si trova posizionato sulla sponda sinistra dell’estinto fiume Gabellus (un antico corso del Secchia) che viene citato da Plinio come ultimo affluente di destra del Po, e che transitava sul territorio fra le attuali frazioni di Scortichino, Gavello e Burana, sfociando probabilmente a Bondeno. Le trincee esplorative sono state possibili per merito delle aziende locali Angelo Cornacchini, per la movimentazione del terreno, e lo studio Kosmos Group del geometra Domenico Laporta, per i rilievi topografici. Come anticipato, il lavoro degli archeologi ha permesso di portare alla luce alcune strutture murarie e un piano cortilizio, oppure uno stradello in laterizi. I diversi rinvenimenti di monete in loco consentono di datare il sito ad un periodo tardo imperiale, «quando nelle ville rustiche – sottolinea il sindaco Bergamini – prevaleva l’aspetto della produzione agricola, e la possibilità di creare centri autosufficienti che potevano essere, in caso di necessità, ben difesi e custoditi». E’ soltanto l’ennesimo capitolo di storia locale che viene dischiuso attraverso scavi archeologici, ma certamente non l’ultimo di una narrazione che prosegue, saggio dopo saggio, regalando emozioni e conoscenza sulle origini di Bondeno.

Resti villa rustica romana Burana

Nereo Alfieri

In questo saggio(N. ALFIERI La chiesa di Santa M aria in Padovetere nella zona archeologica di Spina,Atti I Congr. Naz. Studi Bizantini (Ravenna 1965), Faenza 1966, pp. 3-35; rist. in “Felix Ravenna” 43 (1966), pp. 5-51), infatti, egli individuava per la prima volta con estrema chiarezza l’ultimo tratto del corso del Po antico nella traccia detta il Canalazzo in Valle Pega,basandosi sulle indicazioni fornite dallo storico del IX secolo della Chiesa di Ravenna, Andrea Agnello (Fig. 5).

Questi ricordava infatti una chiesa di Santa Maria ‘in Padovetere’, fondata nel VI secolo, che Alfieri riconosceva nell’edificio che aveva scavato in Valle Pega. L’analisi delle fotografie aeree eseguite dal Valvassori faceva capire che la chiesa era sorta su un rialzo del terreno detto Motta della Girata. Questo era stato un punto chiave del paesaggio deltizio etrusco, in quanto rappresentava un antico spalto di foce, poi reso fossile dal protendersi del Po nell’Adriatico perchilometri secondo la traccia segnata dall’Argine dei Borgazzi. Un canale rettilineo,che abbiamo già ricordato, da questo punto raggiungeva il mare (Fig. 6),
tagliando perpendicolarmente per oltre un chilometro diversi cordoni di dune litoranee e Alfieriintuì che si trattava di un’opera idraulica scavata dagli Etruschi per mantenere vivo ilcollegamento tra Spina e il mare (Fig. 7).
Anche l’ultima fase della storia mercantile di Spina era così chiarita attraverso l’interpretazione dell’aerofotografia e del terreno.
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Nereo Alfieri, valente archeologo e topografo dell’antichità e dell’alto medioevo, ha seguito lo scavo della necropoli di Valle Pega alla metà del secolo scorso, per i primi anni con l’allora Soprintendente Paolo Enrico Arias. Alfieri si occupò delle indagini archeologiche nelle Marche, collaborando con l’Università di Macerata per quasi un trentennio, fino al suo passaggio all’Università di Bologna che gli affidò la cattedra di Topografia dell’Italia antica per poi nominarlo professore emerito dopo l’abbandono dell’insegnamento.

Fu insegnante presso il liceo Ariosto di Ferrara e, a lui dedicato, è attivo un laboratorio organizzato in quel liceo ed è inoltre presente l’associazione Arch’è – Associazione Culturale Nereo Alfieri.[1][2]

 

Nuovi reperti

 

Uno scrigno di tesori di interesse storico-scientifico. Il cantiere per la ricostruzione della Rocca Possente non smette di lasciare meravigliati i vari studiosi che si sono avvicinati in questi anni, rivenendo tracce di un passato misterioso e (ancora) non completamente collocato nel tempo, relativo alla fortezza del XV secolo, Patrimonio dell’Umanità certificato dall’Unesco. E’ di ieri la notizia del trasferimento all’interno del museo civico-archeologico “G. Ferraresi” di alcuni reperti che sono stati individuati all’interno del sito. «Nel cantiere relativo al primo stralcio di ricostruzione della Rocca Possente – avvertono il sindaco Fabio Bergamini e l’assessore ai lavori pubblici, Marco Vincenzi – sono state rinvenute rilevanze di interesse archeologico, che saranno da approfondire nel prossimo periodo. I reperti – proseguono – sono emersi durante i lavori di consolidamento delle volte dell’edificio storico, anche a seguito dello svuotamento del piano interrato della Rocca». Quello, per intendersi, che finisce solitamente per essere allagato dalle piene del Po. Proprio all’altezza di quelle che un tempo costituivano le celle per i detenuti, tenuti prigionieri nella fortezza, sono emerse iscrizioni in latino, che lasciano supporre la presenza di numerose testimonianze lasciate dagli stessi carcerati. La datazione di queste iscrizioni rimane per il momento un mistero. Nei giorni scorsi, hanno compiuto un sopralluogo sul sito la dottoressa Chiara Guarnieri, funzionario responsabile della Soprintendenza per la provincia di Ferrara, oltre a tecnici della direzione regionale Mibac (che segue i lavori con l’architetto Laddago) ed all’ingegnere capo dell’Ufficio tecnico comunale, Maria Orlandini. Con loro, anche gli operatori della ditta Emiliana Restauri, con i due tecnici incaricati dal Comune: l’architetto Vandelli e l’ingegner Serafini per la direzione dei lavori. «E’ stato coinvolto lo stesso Gruppo Archeologico di Bondeno – aggiungono Bergamini e Vincenzi – che collaborerà con la Sopintendenza in alcune operazioni tecniche e di rilievo. In continuità con un rapporto ormai consolidato di collaborazione, che il Gruppo Archeologico vanta nei confronti della stessa Sovrintendenza ai Beni culturali e archeologici, e con il Comune di Bondeno». Se la datazione delle iscrizioni rimane per ora un mistero, in attesa di successive verifiche, non è un segreto la volontà del Comune di arrivare ad una pubblicazione, che possa raccogliere tutti gli studi scientifici partiti con la ricostruzione della Rocca. I lavori della quale si concluderanno – per quel che riguarda il primo stralcio – nel dicembre del 2019, mentre nel 2020 partirà il secondo. Intanto, i reperti che sono stati ritrovati nel “cantiere” di Stellata sono da ieri custoditi all’interno del museo civico “G. Ferraresi” del piccolo borgo, in attesa di poter essere messi presto a disposizione degli esperti.

Terramara di Pilastri

In un recentissimo convegno internazionale tenuto presso l’Università degli Studi di Padova, intitolato “Laboratori ed aree di lavorazione del Bronzo e del Ferro: studi di caso”, è stato dato ampio spazio alla scoperta, nella terramara di Pilastri di Bondeno, di un laboratorio ceramico probabilmente specializzato nella fabbricazione delle “tazze con le corna”. La presentazione, fatta dall’intero gruppo di lavoro, sarà riproposta in un’imperdibile serata a Bondeno, martedì 5 giugno (ore 21), presso la Sala 2000 di viale Matteotti. Si tratta di una scoperta unica nel quadro dell’archeologia delle Terramare; il laboratorio, oltre alle fornaci ancora in corso di scavo, ha infatti restituito una notevole varietà di strumenti artigianali come macine, macinelli e martelli in pietra per produrre il “cocciopesto” (ossia la polvere di ceramica che veniva aggiunta all’argilla), spatole fatte con ossa bovine e corna di cervo per plasmare e lisciare le pareti dei vasi, gli stampi usati per fabbricare la parte inferiore delle tazze, e ciottoli di calcare usati come lisciatoi. Aspettando la campagna di scavo 2018, che si terrà nei mesi di settembre ed ottobre, si tratta di un punto fermo da cui partire, e che garantisce ancora una volta l’altissimo potenziale scientifico e la ricchezza informativa dei materiali del sito di Pilastri.

Per informazioni:

terramara.pilastri@gmail.com ; tel. 3290739323 (anche WhatsApp)

terramara

Terre Estensi

Capire il passato, per interpretare il futuro. Molte volte, questo adagio ha assillato gli storici e conferito un impegno nuovo nei confronti delle nuove generazioni. Mai come in questi ultimi anni, tuttavia, la storia locale ha riservato importanti “sorprese”, al punto da portare anche a ripensare in tal senso parte delle attività extracurricolari degli istituti scolastici. Potrebbe essere un’iniziativa da prendere in considerazione, secondo il sindaco di Bondeno, Fabio Bergamini. E non a caso, questa arriva anche a pochi giorni dall’approvazione all’unanimità di una mozione in Consiglio comunale, che invita ad avviare con il mondo della scuola nuove sinergie e collaborazioni per portare, forse in prospettiva, anche ad un rinnovo della didattica. Durante l’incontro di domenica 19, del ciclo promosso dalla neonata associazione “Bondeno e Identità”, il sindaco Bergamini ha rilanciato il tema della storia locale, durante un suo intervento alla sala 2000.  «L’incontro era centrato sulle vicende e i luoghi del quindicesimo secolo, perché in quel periodo la storia degli Estense ha segnato profondamente i nostri territori e anche la storia d’Europa – spiega Bergamini –. Tuttavia, non possiamo dimenticare le vicende di Matilde di Canossa: in occasione del 970° anniversario della sua nascita, è stato istituito a Bondeno un albo, in cui vengono registrate tutte le persone che portano il suo nome, ancora oggi. Perché si tratta di una figura carismatica, che ha caratterizzato la sua epoca. Ma la storia di Bondeno è molto altro ancora». Ci sono gli studi in corso sul villaggio Terramaricolo di Pilastri, che sta svelando importanti informazioni, su traffici commerciali, struttura socioeconomica di un popolo tutt’altro che primitivo e abitudini alimentari. Lo studio attualmente coordinato dal professor Vidale dell’Università di Padova ha messo in relazione come nel periodo fossero presenti villaggi costruiti ad una certa distanza, con sfruttamento agricolo pianificato, reti di canali e traffici commerciali importanti, dimostrati da alcuni reperti. «Gli scavi della Terramara, quindi, hanno portato alla luce anche numerosi ritrovamenti romani, che potrebbero essere in futuro oggetto di una più organica mappatura», si augura il sindaco. Esiste, infine, una parte di storia riaffiorata di recente: dal “castello”, alla figura dell’astronomo gesuita Riccioli, fino alla ricorrenza appena conclusa del 500° anniversario della prima stampa dell’Orlando Furioso. «Le scuole sono già coinvolte in molte attività, anche sugli scavi della Terramara: potrebbe essere l’inizio per una autentica valorizzazione – conclude Bergamini – della storia e della tradizione locale, all’interno dei nostri istituti, portando ai ragazzi i risultati delle ricerche in corso sul nostro territorio».

http://www.comune.bondeno.fe.it/1918-bondeno-e-identita-per-il-nostro-territorio

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Storie ferraresi

Situazioni d’arte – Artisti ferraresi tra Ottocento e Novecento

Una mostra d’arte gratuita per mettere a disposizione di cittadini e visitatori opere del patrimonio pubblico e privato che raccontano la storia artistica e culturale del nostro territorio.

      • Fino al 17 dicembre 2017

      • Palazzo Sacrati Muzzarelli Crema, Via Cairoli 13 – Ferrara
      • Programma:

        LE SEZIONI DELLA MOSTRA

        1) Condizioni e luoghi della vita quotidiana tra Ottocento e Novecento (A. Ferraguti e A. Pisa)
        2) Le visioni inquiete del mito tra Ottocento e Novecento (G. B. Crema)
        3) Il Novecento tra modernità e modelli dell’antico (A. Funi)
        4) Il colore dell’esistenza nella parabola novecentesca (R. Melli)
        5) Trasformazioni del paesaggio tra città e campagna (F. de Pisis, G. B. Crema A. Funi, R. Melli)
      • Orari: Giovedì e venerdì, ore 15-19; sabato, domenica e festivi, ore 10-19.
      • Ingresso: gratuito.

Leopoldo Cicognara

Un intellettuale ferrarese tra l’Età napoleonica e la Restaurazione

  • Dal 18 novembre 2017

  • Ferrara – Sala Ariosto, Biblioteca Ariostea, via delle Scienze 17
  • Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00; sabato dalle 9.00 alle 13.00.
  • Ingresso: libero

Contatti

Biblioteca Comunale Ariostea – Sala Agnelli – Via Scienze 17 – Ferrara

tel. 0532 418212

Nonviolenza in azione: storie ferraresi

L’esposizione fa parte di un ciclo di iniziative, che si svilupperà particolarmente nel prossimo anno, volto a ricordare due concittadini, Silvano Balboni e Pietro Pinna, che hanno impegnato la loro vita contro la guerra e per la nonviolenza.

  • Fino al 28 novembre 2017

  • Salone d’Onore – Palazzo Municipale – Piazza del Municipio 2
  • Orari: dal lunedì al venerdì: dalle 9.00 alle 18.00

  • Ingresso: gratuito

Conferenze e Convegni martedì 28 novembre 2017 ore 16

presso Biblioteca Ariostea

      Omaggio a Nereo Alfieri

Conferenza dell’Accademia delle Scienze di Ferrara

Nella ricorrenza del XX anniversario della scomparsa del prof. Nereo Alfieri, professore emerito dell’Università di Bologna, insigne topografo e archeologo, che tanto ha operato a Ferrara nel trentennio 1950-1980 del secolo scorso, portando alla ribalta internazionale i risultati degli scavi nella necropoli e nella città etrusca di Spina, la “Rivista di Topografia Antica” ha voluto dedicare all’illustre Maestro il XXV volume, che verrà presentato a Ferrara in questa occasione.
Ne parleranno: Stella Patitucci, dell’Università di Cassino, che rievocherà l’attività scientifica del Maestro e illustrerà il contributo specifico alla conoscenza di Spina e dell’antico Delta Padano; Pier Luigi Dall’Aglio, dell’Università di Bologna, che tratterà delle altre ricerche archeologiche e topografiche sia in Italia che all’estero; Giovanni Uggeri, dell’Università di Roma “La Sapienza”, che presenterà la “Rivista di Topografia Antica” e passerà in rassegna gli altri contributi topografici.
A cura dell’Accademia delle Scienze di Ferrara