Su temi cruciali che riguardano non solo la vita politica e sociale ma gli stessi rapporti umani, le opzioni morali ecc., l’uomo tende a dare un assenso incondizionato alle informazioni e ai messaggi che riceve dai media ufficiali, cui assegna inconsciamente funzione di ‘genitore’, di mentore e maestro. Il suo senso critico, la libertà di indagare, si riducono a misura che aumenta la dipendenza dal dogmatismo dell’informazione di massa. Questo implica il potere di dirigere i pensieri, le emozioni e i comportamenti della gente. Di fatto, l’esercizio di questo immenso controllo è esercitato oggi da persone che possono definirsi ‘professionisti dell’informazione’ come le prostitute potrebbero definirsi ‘professioniste dell’amore’.
La ‘verità’ è diventata appannaggio di individui pronti a raccontare ogni genere di menzogna pur di averne un tornaconto personale. Attraverso la comunicazione di massa la falsità è divenuta consustanziale alla società moderna quasi per contagio epidemico. I più percepiscono la realtà e conformano la propria condotta attraverso un ‘assenso fiduciario’ concesso non solo a giornalisti corrotti ma a varie tipologie di soggetti ‘autorevoli’ – politici, medici, scienziati, esperti – il cui scopo nella vita non è certo la verità ma la carriera, il denaro, il successo personale.
La coscienza comune è immersa nell’ufficialità dell’informazione come in un liquido amniotico, e questo ha prodotto una drammatica atrofia del nostro senso di realtà. La gente dà meccanicamente il proprio assenso a qualsiasi idiozia o falsità abbia carattere ufficiale e, per converso, è pronta a scagliarsi ferocemente contro chiunque esprima un dissenso, non importa quanto logico, motivato, documentato.
Questo plagio mentale, che potremmo definire ‘ufficialismo’, ramifica fino a coprire ogni area del conoscibile, legando le nostre certezze a un unico tipo di assenso che surroga, assorbendoli in sé, tutti gli altri. L’esperienza dei sensi, la razionalità, l’intuizione ecc., si ritirano sullo sfondo di una coscienza invasa da una rete di messaggi mediatici, slogan e parole d’ordine, stimolazioni nervose e suggestioni subliminali che non hanno alcun nesso necessario con la verità.
L’ufficialismo si basa su simulazioni d’analisi e di testimonianza obiettiva, calate in strutture fiabesche dove si mescolano archetipi e stereotipi dal chiaro intento pedagogico. Non riferisce la realtà ma la crea. La leggenda dell’Orrido Virus e del Sublime Vaccino langue? L’immaginario comune viene riacceso e ricompattato intorno alla mitologia della guerra, alla lacrimevole retorica, ai rozzi manicheismi. Complice l’abulia mentale della gente, si distorce l’eziologia degli eventi, si alterano le prospettive, si rievoca la sinistra figura del ‘dittatore pazzo’, immagine di orco politico che, da Nerone a Hitler, ha il magico effetto di inibire l’intelligenza storica dei fatti.
Quelli che condannano gli effetti tremendi della guerra sono gli stessi che ne traggono profitto. Sono le stesse vipere farisaiche il cui veleno da tempo corrode il cuore dell’Occidente, portando ovunque rovina e macerie. Sono grottesche le loro litanie di pace, la loro indignazione. Sublime ipocrisia di un potere imperialista e guerrafondaio, senza onore, che firma trattati e accordi solo per poterli disattendere, che pone ovunque i semi della guerra, e quando ne spuntano i frutti dà ad altri la colpa; che mistifica e cancella la storia, che ha fatto della menzogna un’arma di distruzione di massa.
Ovviamente il problema non è solo la falsità in sé, ma la credulità di chi la accetta come verità di fatto e di valore. Questo assenso produce non solo un’allucinazione di massa ma anche un comportamento aggressivo e tribale verso i soggetti devianti, cioè chiunque si sottragga alla logica del coro. Si forma un branco conformista, omologato, che avoca a sé ogni giudizio di moralità e verità, lanciando anatemi e scomuniche contro gli spiriti liberi che ne restano fuori. Così, chi oggi non è toto corde ‘democratico’, ‘omofilo’, ‘vaccinista’, ‘anti-russo’ ecc. perde ogni rispetto umano, è privato di dignità e diritti.
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