Rinascimento a Ferrara

RINASCIMENTO A FERRARA Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa 18 febbraio / 19 giugno 2023 | Palazzo dei Diamanti

A seguito di un complesso intervento di restauro e riqualificazione, la storica sede espositiva di Palazzo dei Diamanti riaprirà a febbraio 2023 con la mostra dedicata a due grandi maestri ferraresi del Rinascimento, Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa.

Dotato di un incredibile talento compositivo, straordinario per qualità ed espressività emotiva, Ercole de’ Roberti (c. 1450-1496) si divise tra Ferrara e Bologna, per poi trascorrere l’ultimo decennio nella città di origine. Gli eccezionali prestiti consentiranno di scoprire – o riscoprire – un artista purtroppo scomparso al culmine di una bruciante carriera.

Fu Lorenzo Costa (1460-1536) a raccogliere l’eredità di Ercole e a continuarne lo stile. Durante un lungo soggiorno a Bologna la sua pittura acquistò maggiore morbidezza, una classicità più distesa. Il mondo stava cambiando, Leonardo e Perugino imponevano una nuova “maniera”, che Costa comprese subito e della quale fu tra i maggiori interpreti, anche dopo il trasferimento a Mantova.

Accanto ai due protagonisti, saranno presenti artisti che furono loro maestri (Mantegna, Donatello, Cosmè Tura) o compagni di viaggio (Perugino, Francesco Francia).

Ricca di un centinaio di opere di altissima qualità, la mostra di Palazzo dei Diamanti promette un’occasione unica per ammirare la smagliante ricchezza del Rinascimento ferrarese, in gran parte fuggita nei musei del mondo.
 

Music film festival

MusicFilm – Festival delle colonne sonore” torna a Ferrara con la sesta edizione, con tre giornate di formazione, spettacolo e solidarietà, dal 2 al 4 dicembre 2022. Organizzato dall’Associazione MusicFilm in partnership con Ferrara la Città del Cinema, il Festival gode del patrocinio e del contributo della Regione Emilia Romagna e del Comune di Ferrara. Il ricavato della prima serata sarà destinato alla Fondazione Telethon

Immagine dell'evento

Il Festival si svolge in 3 giorni di formazione e spettacolo e solidarietà che hanno l’obiettivo di ricordare e celebrare la musica da film e il cinema in generale. Questo festival nasce a Ferrara dal desiderio di raccogliere esperienze di vita, aspirazioni e riflessioni sviluppate attorno al mondo della musica e del cinema per metterle in circolo come patrimonio comune coinvolgendo compositori, doppiatori, attori e registi.E’ un progetto innovativo ambizioso, che nasce dalla fortissima volontà di creare un evento inclusivo, di condivisione, che coinvolga il pubblico. L’obiettivo è quello di trovare un nuovo modo di vivere il cinema a Ferrara: più coinvolgente, più semplice, consapevole e popolare allo stesso tempo.

Questa nuova edizione, partendo dalla considerazione che la fruizione dei film nelle sale continua a riprendersi con fatica, vuole contribuire e prestare maggiore attenzione al problema attuale. Ripristinare l’interesse per la settima arte e soprattutto ripristinare il giovane pubblico a tornare al cinema attraverso la musica sarà il principale obiettivo dell’edizione 2022.

Crediamo che il cinema sia una delle radici culturali: essa fa parte della nostra identità al pari del nostro patrimonio artistico e architettonico. Riaccendere l’interesse per il cinema attivando un dialogo su tre diversi livelli: musicale, cinematografico e sociale è la proposta di questa edizione. Pensiamo gli eventi di questa edizione come cantieri aperti, in cui la collaborazione e il contributo di tutti sono fondamentali.

Programma

>> Venerdi’ 2 dicembre – ore 12:30

SCUOLA L.EINAUDI DI FERRARA

CINEMA & STREAMING

Nel cinema e nel doppiaggio

Prima della pandemia si aveva coscienza di un mondo che stava cambiando. Ora sta cambiando più velocemente. La sala è una cosa 𝙳𝙸𝚅𝙴𝚁𝚂𝙰, insostituibile, un momento condiviso, di aggregazione ma ora è presente un nuovo modo di fruire l’esperienza cinematografica che si affaccia sempre di più allo streaming e anche il doppiaggio ne risente.

Come si può trovare una stabilizzazione tra questi due sistemi, che hanno caratteristiche diverse? Potrà lo Streaming e la proiezione aver bisogno l’uno dell’altro?

Ad accedere il confronto con questi temi vi sarà 𝐌𝐎𝐍𝐈𝐂𝐀 𝐖𝐀𝐑𝐃 (doppiatrice di Lisa Simpson)

Modera: Roberta Pazi (Attrice, Insegnante di “Teatro Bianco”)

> Venerdi’ 2 dicembre – ore 20:45

TEATRO COMUNALE DI FERRARA

MUSICFILM – FESTIVAL DELLE COLONNE SONORE

LO SHOW

Uno spettacolo dove vengono proposte colonne sonore di film pensati per un pubblico giovane dove hanno grande valore l’unità e la verità. Pellicole molto diverse tra loro ma che hanno alcuni elementi di analogia che le uniscono tutte: la DIVERSITA’.

Alla serata parteciperanno gli 8 finalisti del “Premio del doppiaggio Cantato Ernesto Brancucci” che si esibiranno dal vivo davanti ad una giuria di qualità e al termine del quale usciranno 4 vincitori (1 per ogni categoria) che avranno accesso a borse di studio di alto livello.

Ospiti d’onore: Serena Rossi, Monica Ward, Virginia Brancucci, Lorena Brancucci e Stefano Mondini. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza alla Fondazione Telethon per sostenere la ricerca contro le malattie genetiche.

Per acquistare il biglietto: info@musicfilmfestival.it | Tel. 342 704 8584

>> Sabato 3 dicembre – ore 16:00

INCONTRO CON NERI PARENTI – La commedia di ieri e oggi

SCUOLA D’ARTE CINEMATOGRAFICA F. VANCINI DI FERRARA

La commedia all’italiana è un autentico simbolo del nostro cinema, a metà strada tra impegno autoriale e sane intenzioni popolari. Ha una visione del mondo obliqua, registra le stesse cose che vediamo tutti, che me lette a fuoco con colori e accenti diversi e ne favorisce l’interpretazione ironica, surreale, graffiante ma riconoscibile e spesso condivisibile. Da Monicelli a Verdone, da Vanzina a Pieraccioni, da Brizzi a Zalone come è cambiata la commedia in questi anni? La commedia di “oggi” è DIVERSA da quella di “ieri”?

Ad accendere il confronto ci sarà Neri Parenti, regista di pellicole di successo.

Modera: Roberta Pazi

> Sabato 3 dicembre – ore 17:30

ANTEPRIMA NAZIONALE

Presentazione del libro “IL CAMALEONTE – La voce oltre il buio” di Angelo Maggi

SCUOLA D’ARTE CINEMATOGRAFICA F. VANCINI DI FERRARA

>> Domenica 4 dicembre – ore 16:00

INCONTRO CON IL PUBBLICO

COSA SI PUO’ FARE DI DIVERSO PER LE SALE CINEMATOGRAFICHE?

Cosa di può fare di DIVERSO per stimolare il ritorno in sala?

Individuare azioni comuni strategiche e DIVERSE, volte a promuovere il ritorno alla sala cinematografica nella città di Ferrara è l’argomento principale di questo incontro fra pubblico e i professionisti del settore.

Intervengono:

– Erik Protti (Proprietario Cinema Apollo di Ferrara)

– Mattia Bricalli (Direttore Artistico Ferrara Film Corto Festival)

– Elena Pagnoni (Segretario Agis-Anec Emilia Romagna)

Per partecipare è obbligatoria la prenotazione a info@musicfilmfestival.it

Gente di Bondeno

Nino Primo Spettoli di Ferdinando e Antonia Superbi nacque a Bondeno (Ferrara) il 25 novembre 1848, di professione fabbro ferraio, si legge sul suo foglio matricolare. A 18 anni combattè agli ordini di Garibaldi a Bezzecca, nel 7° Regg. Volontari Italiani, 2° Batt., 7^ Compagnia, matr.64, al suo fianco il fratello Bortolo, caffettiere. Dopo la terza guerra d’indipendenza Spettoli prese parte come volontario alla presa di Roma nel 1870. Terminati i conflitti in Italia partì per la guerra contro i turchi nel 1897 al fianco dei greci agli ordini di Ricciotti Garibaldi.

Scoppia la Prima Guerra Mondiale, Nino Spettoli aveva ormai 67 anni, pur essendo esentato per raggiunti limiti d’età dal servizio militare si presentò ugualmente al Comando del 27° Fanteria. Dopo lunghe insistenze l’arzillo garibaldino venne preso in forza dalla Brigata di Fanteria “Pavia” e partito per il fronte venne preso prigioniero dagli austriaci sul Podgora. In quei giorni Pavia perse un migliaio di uomini a causa dei violenti combattimenti. Deportato a Mauthausen Spettoli non si diede per vinto, continuò la sua battaglia contro l’Austria Ungheria all’interno del campo. In ogni diario scritto dagli ufficiali prigionieri a Mauthausen si fà cenno a questo indomito settantenne garibaldino, in un passo del diario del Capitano Medico Daniele viene data notizia del ferimento di Spettoli. “In una delle famose battute per afferrare prigionieri ed inviarli a lavori lontani, gli odiati ungheresi a croati entrarono nelle baracche con le baionette innestate, ed a colpi di calcio di fucile, fecero uscire tutti fuori, nacque una zuffa. Molti furono presi a baionettate ed alcuni feriti gravemente, tra cui il sergente maggiore Savarese dei granatieri (rimpatriato dopo perchè divenuto invalido in seguito a tale fattaccio) ed il volontario di guerra Nino Spettoli, settantenne, del 27” fanteria, un prigioniero affamato rubò una rapa e fuggi allorchè la sentinella di scorta lo insegui e raggiuntolo, gli piantò la baionetta nel petto. Dopo tale episodio nel 1917 a causa di questa invalidità Spettoli venne rimpatriato in occasione di uno scambio di prigionieri.

Spettoli si recò presso la trattoria “La Pace” a Borgofranco Po, l’oste, tale Zucchi Luigi, noto garibaldino seduto ad un tavolo, si avvicinò e senti quest’ultimo discutere animatamente con un certo commendator Trinchier sul prezzo del vino sostenendo che a Bologna si viveva con molto meno. Successivamente si legge nel verbale del Regi Carabinieri entro nel locale un certo Furlani Ottorino che così apostrofo lo Spettoli: “Come va garibaldino; andate a Caprera? Lo Spettoli gli rispose “Non vado a Caprera perché quando vedo Sottotenenti della marina e dell’esercito che vogliono essere salutati da me che sono capitano, dico: “va la tu ed il tuo sporco re”. Non avesse mai detto, furono richiesti d’urgenza i regi carabinieri e l’anziano reduce venne senza tanti complimenti associato alle patrie galere. Subito schedato come sovversivo venne poi inoltrata la richiesta al ministero dell’interno per poter procedere penalmente contro l’incauto. Fortunatamente il magistrato non ritenne di dover procedere contro l’ottantaduenne reduce, e scarabocchiò un vistoso punto interrogativo in calce alla richiesta di incriminazione. Dopo questa avventura Spettoli visse ancore un paio d’anni e nell’ottobre del 1932 cessò di vivere al S. Anna di Ferrara per marasma senile. Fu trasportato al cimitero della Certosa su un carro di 4 classe. La notizia non venne neppure riportata dalla Stampa

Fonte primaria: Gian Paolo Bertelli storico per notiziario ANMIG;

fonte secondaria: riportato su Facebook di oggi

Politica scolastica

Servono strumenti più adattabili alle singole esigenze il registro elettronico e un’autonomia depotenziata

VALENTINA CANNAVÒ*, MANUELA DELFINO* E SARA URGEGHE*

La dettatura di compiti e comu­nicazioni nella quotidianità della vita scolastica sembra diventare una pratica residuale, te­nuta in vita da insegnanti che cerca­no di insistere sulla responsabilizza­zione degli studenti, sulla necessità che siano consapevoli di ciò che li riguarda in prima persona e, non ul­timo, sull’esercizio a tenere una penna in mano per registrare impe­gni e scadenze e per tenere traccia delle informazioni relative alle pro­ve svolte in aula.

Il registro elettronico contrasta questa pratica. Facendo leva sul bi­sogno degli adulti di un’informazio­ne precisa, completa e puntuale sulla vita scolastica dei figli, il registro elettronico consente di recuperare in qualunque luogo e momento una completezza dell’informazione che, invece, il diario restituisce spesso in modo frammentato e incerto. Tra il compito scritto a mano dallo studen­te e quello assegnato dal docente al computer le differenze non riguarda­no solo la completezza e la com­

prensibilità dell’informazione, quan­to l’autorevolezza della fonte, priva di mediazione.

Il rischio è che la voglia di occu­parsi dei figli sfoci nell’intromissio­ne all’interno di una relazione tra gli studenti e i docenti, per degenerare nella deresponsabilizzazione.

Nelle scuole del I ciclo, chiamando in causa una maggior efficacia comu­nicativa e l’ottimizzazione del tempo scuola, rinunciamo a insegnare come (e in quali pagine) scrivere i compiti sul diario ed eventualmente come te nere traccia di quelli già svolti e finia­mo, così, con il passare letteralmente sopra le teste degli alunni in un dialo­go, spesso solo virtuale, tra adulti. Nelle scuole del II ciclo, limitiamo i margini di libertà degli studenti, trac­ciando in tempo reale la loro presen­za nei locali della scuola.

A farne le spese è il processo stes­so di crescita dei ragazzi quanto ad autonomia e responsabilità. Diamo per scontato che i genitori ricevano le informazioni senza che i figli deb­bano più fare da tramite, non preten­diamo che i ragazzi si esercitino nel riportare (e comprendere) avvisi e comunicazioni, affidiamo allo stru­mento digitale la rivelazione alle fa­miglie di assenze, valutazioni o note disciplinari.

Per quanto non sarebbe onesto at­tribuire ai registri elettronici respon­sabilità e colpe degli adulti, è eviden­te come nei registri elettronici con­vergano e trovino una cassa di riso­nanza problemi e nodi irrisolti della scuola e delle sue regole. Questo è particolarmente evidente con il tema della valutazione.

Pensiamo alla prima pagella di un bambino che abbia finito il primo quadrimestre di una prima classe della scuola primaria. A dispetto del richiamo all’unitarietà dei processi di apprendimento (cfr. Indicazioni nazionali 2012), ma soprattutto a di­spetto del buon senso, questo bambi­no riceverà una scheda di valutazio­ne frammentata in 10 voci afferenti a discipline che difficilmente sono in grado di proporsi come chiave di let­tura dei progressi compiuti nei primi mesi di scuola, ma che dovrebbero essere riconducibili ad abilità di base connesse con la letto-scrittura.

Laddove esista un’idea di scuola e ci sia un messaggio coerente e chiaro tra docenti, alunni e famiglie, la frammentazione imposta dal model­lo valutativo ministeriale diventa marginale rispetto al percorso didat­tico e pedagogico. Ma non sempre è così. E la presenza di un voto in nu­meri rischia di complicare il delicato

processo valutativo, trasformandosi da elemento in grado di “attribuire valore” a sentenza lapidaria spesso effetto di una mancata presa di posi­zione rispetto alla media matematica risultante dal voto attribuito nelle singole prove.

Abrogato con la L. 517/1977, ri­comparso con la L. 169/2008 (di conversione del D.L. 137/2008), il voto numerico espresso in decimi è stato confermato nel D. Lgs. 62/2017, dal primo anno della pri­maria all’ultimo della secondaria di II grado.

Quel lavoro certosino di paziente correzione di errori e di incoraggia­mento rispetto alle conquiste degli studenti trova traduzione in valuta­zioni che talvolta rasentano il ridico­lo: pensiamo all’attribuzione di voti come 6/2,7/8, 9- a bambini che non conoscono il significato di una fra­zione o a studenti che hanno impara­to che per alcuni docenti 9- vale di più di 8/9.

L’attuale sistema valutativo – e l’interpretazione poco accorta da parte di alcuni docenti – diventa nei registri digitali quasi un elemento di perversione.

Esistono in commercio prodotti che di default colorano il voto (verde sufficiente, rosso insufficiente). Con­tro quello che è il messaggio peda­gogico di ogni insegnante o genitore (“avresti potuto fare molto di più”), le ditte si arrogano il diritto di deci­dere con un codice semaforico bina­rio non personalizzabile se una pro­va sia andata bene o male.

Esistono in commercio registri che forniscono la media dei voti asse­gnati e l’andamento. È chiaro che qualunque ragazzino – non dobbia­mo scomodare i grandi – sia in grado di svolgere questo calcolo, ma siamo certi che faccia bene alla complessità del processo valutativo mostrare un 6,35 o un 5,51? Di fronte a queste medie già calcolate, quanto i docenti si sentiranno liberi di modificarle, per esempio trasformandole rispetti­vamente in un 7 (regalando ben più

di mezzo punto) o in un 5 (eliminan­do poco più di mezzo punto)? Si pre­occuperanno di essere accusati di fa­re dei favoritismi, o di penalizzare, invece di restituire la complessità di un andamento?

Il registro elettronico rischia di en­fatizzare la centralità del numero a discapito del percorso di apprendi­mento.

Rischia inoltre di creare una sepa­razione tra il voto, ciò che lo ha ge­nerato e ciò cui dovrebbe portare. In­fatti, se non abbiamo l’accortezza di restituire le valutazioni ai ragazzi in presenza, prima che siano visibili sul registro elettronico, finiamo con at­tribuire importanza ad un numero che non è più fisicamente vicino al compito, all’esercizio, al momento da cui è scaturito; un numero separa­to da segnalazioni di errori, da corre­zioni, da esclamazioni di soddisfa­zione di fronte a soluzioni creative o brillanti. Il messaggio valutativo si comprime intorno ad un numero che da solo non fornisce l’occasione di fare passi avanti.

Spesso vediamo ragazzi che con­sultano ossessivamente l’applicazio­ne sul telefonino alla ricerca degli ul­timi voti inseriti e delle medie evi­denziate, ma che seguono distratta­mente la restituzione del significato che abbiamo attribuito a quei voti.

Con un eccesso di enfasi sugli aspetti quantitativi (decisamente più facili per l’elaborazione da parte di un calcolatore e per l’implementa zione da parte dei programmatori), molti dei registri in circolazione pre­sentano rigidità tali da inibire spesso la ricerca di nuove soluzioni a pro­blemi valutativi. Si ha la sensazione che una struttura informatica nata lontano dalle aule dei docenti non riesca a intercettare fino in fondo i bisogni degli stessi, soprattutto lad­dove la valutazione è frutto di co­stanti scambi di idee, interrogativi, intenzionalità comunicative verso gli studenti. Come posso restituire attra­verso un numero la complessità delle riflessioni che lo accompagnano?

Tuttoscuola n.590

Canzoni da intorto

Le nostre domande, cantata da una certa Margot, al secolo Margherita Galante Garrone, interprete che poi avrei avuto occasione di conoscere a una rassegna della canzone d’autore, al Club Tenco di Sanremo?

Le parole, del poeta Franco Fortini, non assomigliavano a quelle contenute nelle canzoni d’amore che si sentivano allora alla radio: era un testo più vero, più vicino alla realtà, più essenziale, più bello. Se, nella raccolta di questo Lp, c’è una “canzone da intorto”, questa è l’unica che può essere definita tale.

dalla prefazione di Francesco Guccini

Spina etrusca

Spina etrusca a cent’anni dalla scoperta (1922 – 2022). Incontri ferraresi di storia e archeologia

“Spina100 a Ferrara” è il titolo del ricco programma di conferenze e incontri, predisposti dal Museo Archeologico Nazionale di Ferrara per celebrare i cent’anni dal ritrovamento della città etrusca di Spina nell’antico delta del Po. Spazio Crema ospita nelle prossime settimane due incontri, entrambi alle ore 16,30: –  mercoledì 23 novembre, R. Cantore, “Miti e tradizioni greche del Delta”– mercoledì 30 novembre, M. Cattani, “Il delta del Po nell’età del Bronzo” Per conoscere il progetto nel suo complesso: http://musei.beniculturali.it/progetti/spina-100  Per conoscere gli eventi in programma: https://www.spinacento.it/category/eventi/  
Spazio Cremavia Cairoli, 13 – 44121 Ferrara
tel. 0532/205091 | email info@fondazionecarife.it | http://www.fondazioneestense.it
Codice Fiscale 00112530381
 

Castagnata

ospitale

Ricordo agli amici di Bondeno e dintorni che domani 20 novembre dalle ore 11 grande castagnata ad Ospitale, nell’ex supermercato davanti alle scuole … e oltre alle caldarroste anche pincini e frittelle !! 😋😋

Marco Dondi

Scortichino

CORTICHINO- E’ prevista per sabato 19 novembre a Scortichino una serata dedicata ai sapori perduti: ovvero un percorso degustativo nella cucina povera ferrarese.

La serata è in programma a partire dalle 19,30 allo stand gastronomico allestito presso il campo sportivo di Scortichino.

Il servizio sarà a buffet con menù fisso al costo di 20 euro, bevande escluse.

Si potranno assaporare i piatti tipici di un tempo come le frittelle, la panada, la minestra di sughi poveri, la trippa, le cotiche con i fagioli, l’aringa con la polenta e altre succulenti sorprese.

I vini, altrettanto semplici, saranno un rosso e un bianco che per lo più si bevevano nell’Alto Ferrarese. Si potrà mangiare a volontà e ci si accomoderà in tavolate informali, anche per favorire la convivialità tra i partecipanti.

Scoprire e riscoprire i sapori perduti è lo scopo di questa ennesima iniziativa gastronomica indetta e organizzata dalla società sportiva Nuova Aurora.

La cucina di un tempo ha nutrito e sfamato tutte le generazioni, per lo più povere, che hanno vissuto nelle nostre terre fino agli anni del boom economico. I piatti erano composti da materie prime tanto nobili per origine, animale o vegetale che fossero, ma spesso povere.

Con la loro fantasia e maestria le razdore di un tempo hanno ideato minestre e pietanze dai sapori e profumi assolutamente  originali, che spesso si differenziavano da cucina a cucina: pur nella stessa tipologia da razdora a razdora.

Una vera e propria asta che si è tramandata per generazioni. Una cucina che rischia  l’oblio  al punto di essere diventata  una vera e propria biodiversità  da tutelare e soprattutto da divulgare.

Ecco il perché di questo evento che mette al centro della tavola alcuni tra i preparati più poveri conosciuti ma consumati sempre meno e quasi sconosciuti ai giovani.

Per partecipare alla serata si consiglia la prenotazione, vista la disponibilità di poco più di un centinaio di posti, contattando in numeri 3484204453, 3333823616 e 3283013335

The post A Scortichino una serata dedicata ai sapori perduti della cucina povera ferrarese appeared first on SulPanaro | News.