Ieri l’Ungheria ha sospeso le esportazioni di grano, perché ha fondato timore che questa materia prima fondamentale per l’alimentazione ben presto finirà per scarseggiare e per aumentare esponenzialmente di prezzo, producendo una crisi alimentare inedita da un bel pezzo nel nostro continente. Certo nel fantastico mondo della Nato che ormai ha del tutto sussunto dentro di sé la Ue, la quale si rivela solo una sua surfetazione, il cibo può mancare, ma le armi mai: così mentre in Polonia la Cia sta cercando di creare un corpo di circa 20 mila neonazisti provenienti da tutte le parti del mondo, esattamente come accadde per la famosa guerra civile in Siria o per la nascita dell’Isis che furono in pratica determinate dall’importazione di migliaia di terroristi, sull’Europa si sta per abbattere una forte crisi alimentare di cui faranno le spese i ceti popolari alle prese con prezzi sempre più impraticabili. L’informazione del regime globale parla soltanto di fermare l’importazione di gas russo ( anche se questo è in parte una balla perché comunque il gas di Mosca continua a fluire) , ma dimentica di dirci che l’Ucraina e la Russia insieme producono l’80 per cento mondiale di olio di girasole, il 29% del grano e il 19% di mais e la guerra resa inevitabile dal rifiuto degli Usa di firmare qualsiasi patto con la Russia, provocherà una forte carenza alimentare e un’aumento esponenziale dei prezzi che peraltro sono già aumentati del 24 per cento. Perciò chi può corre ai ripari: come l’Ungheria la quale non partecipando alla stupida isteria di massa europea, può concentrarsi sulla realtà e non sulla propaganda.
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