Giorno del Ricordo

biblioteca comunale

Nel Giorno del Ricordo è sempre più urgente che la tragedia dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata sia ricordata, capita e approfondita.

Le scuole, in questo contesto, hanno certamente un ruolo fondamentale nella diffusione della conoscenza. Capire il passato è essenziale per preparare le giovani generazioni al futuro, a maggior ragione in corrispondenza di eventi drammatici spesso passati sotto traccia o talvolta addirittura deliberatamente negati.

Con i massacri delle foibe hanno tragicamente perso la vita migliaia di nostri connazionali, e moltissimi altri italiani sono stati costretti ad emigrare forzatamente dai loro luoghi di origine a causa di folli azioni condotte dai partigiani jugoslavi.

In una giornata come questa, ringrazio la Biblioteca Comunale per l’approfondita selezione di volumi sull’argomento in questione messa a disposizione di tutti. Auspico inoltre che, all’interno delle nostre tante classi sul territorio, la storia delle foibe sia stata adeguatamente approfondita e studiata. Per ricordare e per non dimenticare mai.

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Autore: bondeno

redazione bondeno.com

1 commento su “Giorno del Ricordo”

  1. IL “GIORNO DEL RICORDO” E IL “TRENO DELLA VERGOGNA”
    Sono cresciuto allo Zandonai di Pesaro, un immenso collegio dove eravamo più di mille orfani, la grande maggioranza dei quali veniva dall’Istria e dalla Dalmazia: bambini e ragazzini che avevano imparato a soffrire senza piangere, e io avevo imparato da loro.
    Ricordo quando mia mamma veniva a trovarmi, la Domenica ogni 15 giorni, nel pomeriggio: per me era un momento indicibile di gioia, come succedeva a tutti “noi”; per “loro” era una sofferenza aggiuntiva, che noi intuivamo dai loro silenzi e dagli occhi tristi. Non una parola, e quant’erano difficili da superare, quei momenti!
    In tre lunghi anni non ho mai avuto il coraggio di chiedere a qualcuno di loro dove fossero i loro genitori: capivo senza capire…..
    Li vedevo commossi anche la mattina presto quando, oltre alla bandiera Italiana, si issava anche quella Istriana con la capretta, dolce simbolo della loro terra.
    Così, quando si parla di foibe, penso ai genitori di quei ragazzini, piccoli amici che non ho mai più rivisto, ma non dimenticato……. e penso a quanti drammi e tragedie avessero visto nella loro pur ancora breve vita!
    Questi nostri poveri connazionali, non più difesi da un esercito ormai irrimediabilmente in rotta, furono abbandonati ad un tragico destino di morte, violenza ed esilio.
    In uno degli ultimi giorni della fuga disperata da quella che era stata la loro terra, il 16 Febbraio 1947, partirono dal porto di Pola tanti profughi Italiani, con i pochi beni che erano riusciti a salvare, stipati in un piroscafo diretto verso Ancona.
    Quando arrivarono nel capoluogo Marchigiano, furono accolti da manifestanti comunisti che inveivano contro di loro, e dovettero essere protetti dall’Esercito per riuscire a salire su di un treno merci che li portò a Bologna, dove la Croce Rossa aveva preparato per loro qualcosa da mangiare e del latte per i bambini. Arrivarono a mezzogiorno del giorno seguente, ma anche quella stazione era occupata da manifestanti comunisti, che tiravano sassi contri i finestrini dei vagoni, poi s’impossessarono con la violenza del cibo e rovesciarono a terra il latte destinato ai bambini. Impedirono di scendere a chiunque, minacciando il blocco della stazione.
    Le autorità dovettero cedere e fecero subito partire il treno per Parma e poi La Spezia, sempre sotto la protezione dell’Esercito. Qui, finalmente, furono fatti scendere ed alloggiati in una caserma.
    Quel treno venne poi battezzato a ragione il “Treno della vergogna” mai, in nessuna parte del mondo, è stato riversato tale e tanto odio contro compatrioti che, tra l’altro, di nulla erano colpevoli, e che già tanti lutti e dolori avevano dovuto subire.
    Il “Giorno del ricordo”, quindi, non dev’essere dedicato solo alla memoria di quanti furono colpevolmente massacrati nelle foibe, ma anche ai disgustosi episodi compiuti da quanti, accecati da un’ideologia criminale, se ne sono resi protagonisti
    Franco Vicini su Facebook

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