Insomma, la Costituzione non è oggi il punto in cui si riconosce il popolo e quindi non può nemmeno funzionare come strumento per individuare il limite dei poteri delle pubbliche autorità. Non si tratta della solita questione del carattere ‘mobile’ del limite (mobilità dovuta al cambiare dei tempi etc etc) quanto della sua indeterminabilità. Tra le molte, mi sembra interessante la posizione del prof. Azzariti che, pur sostenendo la legittimità del green pass, in modo inconsapevole (credo), coglie il punto fondamentale della questione: il rispetto della proporzionalità e della ragionevolezza. “Un aspetto, quest’ultimo, assai delicato poiché applicare questi principi naturalmente elastici in una situazione ove le evidenze scientifiche e fattuali sono assai dubbie e in continuo mutamento lascia un margine non irrilevante di indeterminatezza.”In una situazione non chiara e in continua evoluzione le autorità pubbliche dovrebbero agire, di conseguenza, nel modo meno invasivo possibile. Il parlamento e i partiti che vi siedono dovrebbero vigilare proprio su questo. Rispetto a questi temi infatti non si può pensare che debba intervenire la Corte Costituzionale ed è quindi inutile lamentarsi dell’incostituzionalità di queste misure ma spetta – sarebbe spettato – ai partiti trovare il punto di equilibrio tra queste misure e i diritti dei cittadini.Si tratta di una questione massimamente Politica. La Tecnica non è infatti in grado di sostituire i partiti nella determinazione di cosa è giusto e di cosa non lo è. Senza i partiti rimane solo il rumore di fondo del chiacchiericcio inconcludente e via via più violento tra moralisti “benpensanti” e il resto della popolazione.
RI Editoriale quotidiano del giorno 31/07/2021
Stefano Rosati
Riconquistare l’Italia