Avevo già riportato la testimonianza del medico bolognese riportata nell’articolo citato sotto; vorrei qui riportare una importante integrazione:
Poi c’è un altro problema. Si arrivava in ospedale, si faceva il tampone: tampone positivo, quindi veniva formulata la diagnosi di COVID-19. E si veniva trattati come tali. Punto. Qui a Bologna c’è stato anche altro: a pazienti con tampone negativo, venivano fatte una o più TAC toraciche e sulla base delle immagini di “ground glass” veniva formulata la diagnosi di COVID-19. Mi sono confrontata con una radiologa e mi ha confermato come queste immagini radiologiche non siano patognomoniche per COVID-19, poiché si evidenziano in molteplici altre patologie. E quindi si è finito per mascherare altri quadri clinici anche più gravi. Pertanto ritengo che innumerevoli condizioni cliniche non siano state trattate come avrebbero dovuto.
https://ilsimplicissimus2.com/2021/04/11/sorpresa-ci-sono-ancora-medici-che-curano/
Dunque, le persone che stavano male erano isolate; e, cosa ancora più grave, il numero di pubblica utilità previsto non rispondeva.
Tutti i pazienti lamentavano che non rispondeva nessuno; io stessa ho provato a chiamare il 1500 senza successo. Un ministro della salute che si accinge ad affrontare una emergenza sanitaria prevede che i numeri di pubblica utilità non rispondano?
Un disastro.
Ibidem
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Fin dall’inizio, anzi in un certo senso ancora prima che la pandemia fosse dichiarata si è puntato tutto sui vaccini e non sulle cure peraltro assolutamente efficaci contro una sindrome influenzale, una scelta che tra l’altro ha provocato la massima parte di morti in eccesso rispetto alla media degli anni precedenti
https://ilsimplicissimus2.com/2021/04/11/perche-sopportiamo-due-o-tre-ipotesi-sui-vaccini/
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