Fonte: Andrea Zhok
Comunque dev’esser chiaro che le campagne a getto continuo che presentano le donne come una sorta di specie in via d’estinzione, minacciata da ogni parte da bracconieri famelici, ingiuriata, offesa, oppressa, martoriata, crocifissa spiritualmente, terrorizzata di mettere un piede fuori dalla porta, sono campagne orchestrate in modo sistematico a partire da un solo specifico livello, ovvero quello della gestione dei grandi media.
Si ha una percezione del tutto fuorviante se si pensa che quelle opinioni abbiano lo stesso rilievo e la stessa diffusione nella società nel suo complesso di quanto appaia su giornali e TV. Si tratta di un’operazione dall’alto, sistematica e mirata.
L’ultima scena del terrore muliebre è rappresentata dal “catcalling”, che è stato promosso dal modesto italiano “fare il pappagallo”, messo alla berlina ironicamente in migliaia di film, ad una minaccia esistenziale insopportabile.
Qui, come in mille altre vicende precedenti, l’intero gioco, squisitamente ideologico, consiste nell’amplificazione ipertrofica di un aspetto di vita presentandolo nella cornice prefabbricata dell’aggressione di genere.