A guardare come si è involuto il concetto nato agli albori del moderno femminismo potremmo dedurre che i più feroci e infidi siano le sorelle, se percorriamo la galleria dei ritratti delle personalità più in vista nelle quote rosa della mondo di impresa (Marcegaglia che applaude i confindustriali assassini?), economiste prestigiose (Serena Sileoni che medita di demolire il poco che resta delle conquiste del lavoro per lasciar libera la bestia del profitto?), autorevoli vertici di istituzioni globali (Madame Lagarde che invita gli anziani parassiti al suicidio rituale per non pesare sui bilanci statali), manager impegnate a combattere demotivazione e inefficienza (Lucia Morselli ad Arcelor Mittal?).
Probabilmente le più insidiose sono le infiltrate quelle che partecipano della Grande menzogna secondo la quale saremmo tutte oppresse, e che si sono conquistate un posto di rilievo e alto profilo al collocamento di personale addetto alla normalizzazione della discriminazione di quelle che non hanno avuto le loro chance concesse dalla lotteria naturale, dalla predisposizione al conformismo e all’adattamento ai valori culturali e sociali dell’establishment che si coniugano al maschile.
estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2021/03/08/donne-nella-notte-della-repubblica/
Nessuno deve essere legittimato a ridicolizzare le istanze identitarie che esigono il riconoscimento della “differenza” per contrastare la caratterizzazione di genere quando è intesa a esaltarne la cifra negativa o offensiva, ma al tempo stesso nessuno deve sentirsi autorizzato a farne una priorità, sostitutiva, e non aggiuntiva, di altre rivendicazioni fondamentali, come succede con l’ideologia del politicamente corretto detenuta saldamente dall’establishment e che predilige l’antifascismo senza resistenza, tanto da ammettere nel suo governo dei migliori il vituperato pericolo n.1 di ieri, o l’ambientalismo dei giardinieri conquistati dal concime dell’economia green delle imprese sporcaccione, o la democrazia delle sardine consegnatarie della delega a tecnici e partiti ormai piacevolmente cointeressati, il femminismo, appunto, neoliberista degli appelli di chi sta in alto, sprezzanti della pizza dell’8 marzo per chi sta in basso, oggi da asporto e senza spogliarellisti convertiti in rider di Glovo.
https://ilsimplicissimus2.com/2021/03/08/neoliberismo-en-rose/
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