Giacomo Puccini

Non ho visto il discorso del presidente, assomigliava a questo?

Roma divina, a te sul Campidoglio,
dove eterno verdeggia il sacro alloro,
a te, nostra fortezza e nostro orgoglio,
ascende il coro.
Salve Dea Roma! Ti sfavilla in fronte
il Sol che nasce sulla nuova storia;
fulgida in arme, all’ultimo orizzonte
sta la Vittoria.
 
Sole che sorgi libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma, maggior di Roma!
 
Per tutto il cielo è un volo di bandiere
e la pace del mondo oggi è latina:
il tricolore svetta sul cantiere,
su l’officina.
Madre che doni ai popoli la legge
eterna e pura come il sol che nasce,
benedici l’aratro antico e il gregge
folto che pasce!
 
Sole che sorgi libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma, maggior di Roma!
 
Benedici il riposo e la fatica
che si rinnova per virtù d’amore,
la giovinezza florida e l’antica
età che muore.
Madre di uomini e di lanosi armenti,
d’opere schiette e di pensose scuole,
tornano alle tue case i reggimenti
e sorge il sole.
 
Sole che sorgi libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma, maggior di Roma!

http://www.puccini.it/index.php?id=357

Autore: bondeno

redazione bondeno.com

2 pensieri riguardo “Giacomo Puccini”

  1. Prima eliminarono le partite iva,
    ma io ero sicura perché dipendente statale,
    poi chiusero le piccole imprese e furono licenziati i loro dipendenti,
    ma io ero sicura perché dipendente statale,
    poi chiusero le medie imprese e furono licenziati i loro dipendenti.
    ma io ero sicura perché dipendente statale,
    poi non ci furono più soldi per pagare le pensioni,
    ma io ero sicura perché dipendente statale,
    alla fine non c’erano più soldi per pagare i dipendenti statali,
    ma c’erano rimaste solo le multinazionali.
    Ornella Anastasia Pigati

    "Mi piace"

  2. Sul Washington Post è uscito un reportage firmato dal corrispondente Chico Harlan sulla situazione di Roma. Il quadro che ne esce fuori è desolante.
    Ciò che colpisce il giornalista è il contrasto tra un passato ricco di vita ed un presente fatto di povertà e disoccupazione. È l’Italia del lockdown: un Paese tenuto fermo, senza alcun aiuto.
    Tintorie e negozi storici chiusi, boutique costrette a mettere il cartello “vendesi”, ristoranti una volta colmi di clientela ridotti a raccogliere qualche soldo con gli ordini d’asporto. Strade come Via dei Banchi Vecchi, da sempre traboccanti di vitalità, divenute silenziose e vuote.
    E poi l’immagine più straziante: la fila di persone davanti ad una chiesa, in cerca di un posto per dormire e di un pasto caldo. Famiglie che hanno perso tutto: il lavoro, i soldi, la casa.
    Questo racconto sembra essere ambientato nell’Italia del dopoguerra, invece ci troviamo nei giorni nostri. È la realtà che in molti non vogliono neppure vedere, per paura di veder crollare le proprie sciocche certezze.
    D’altronde l’ISTAT ha già fotografato la situazione con la freddezza dei numeri: negli ultimi mesi, 73.000 imprese hanno dovuto chiudere e di queste ben 17.000 non riapriranno più. Capite questo cosa significa? Significa che intere famiglie saranno trascinate nel vortice della povertà e dei debiti.
    È stato il Covid? No. Sono state le scelte criminali di un esecutivo che ha puntato a distruggere le piccole e medie imprese, ovvero il 95% del tessuto imprenditoriale italiano. Sono state le menzogne vendute come “potenza di fuoco”, aiuti mai giunti e soldi insufficienti. Sono state le bollette che hanno continuato a tartassare gli italiani, le limitazioni che hanno azzoppato gli esercizi, le chiusure insensate, le multe, le spese aggiuntive.
    Andrà tutto bene? No. Non finché avremo a capo del Paese gente nemica dell’interesse nazionale. Non finché saremo privi della nostra moneta e di una Banca Centrale in mano allo Stato, prestatrice di ultima istanza come nel resto del mondo libero e sovrano. Non finché continueranno a rifilarci impunemente la storiella del “non ci sono i soldi.”
    Fino ad allora, possiamo solo puntare a rimanere a galla…
    E… SI SALVI CHI PUÒ!!!

    Vincenzo Volpi

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