CALABRIA ZONA ROSSA
Non si comprendono, perciò, i criteri scientifici in base ai quali il Governo ha deciso la ‘vita’ o la ‘morte’ di un territorio. Perché è di questo che si tratta: un nuovo lockdown rischia di annichilire in modo definitivo una regione come la Calabria. Nessuno nega le ataviche difficoltà del nostro sistema sanitario, ma, in queste ultime settimane, la Regione, attraverso misure differenziate e restrizioni mirate, è riuscita a limitare i danni e a tenere la curva epidemiologica sotto controllo”. “I dati ufficiali – dice ancora Spirlì – confermano la bontà di questa impostazione: attualmente, i posti di area medica occupati sono il 16%, quelli di terapia intensiva raggiungono invece il 6%. La soglia che dovrebbe far scattare la chiusura è del 30%. È dunque piuttosto arduo comprendere le ragioni che sorreggono l’ordinanza ministeriale. Il Governo ha deciso di punirci, ma noi non ci pieghiamo”. (ANSA).
Diversi mesi di lockdown sono già qualcosa di diverso, i cui effetti immediati osservabili sono già gravi (impoverimento di massa, interruzione dell’istruzione, danni psichici considerevoli), mentre quelli prevedibili di un danno permanente all’intera società sono ugualmente gravi.
Per non parlare di un lockdown a “tempo indeterminato”, che sarebbe davvero il caso in cui una società smette di vivere per la paura di morire.
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-lockdown-e-uno-dei-quei-fenomeni-soggetti-a-quella-che-hegel-chiamava-trasformazione-della-quantita-in-qualita
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CALABRIA ZONA ROSSA
Non si comprendono, perciò, i criteri scientifici in base ai quali il Governo ha deciso la ‘vita’ o la ‘morte’ di un territorio. Perché è di questo che si tratta: un nuovo lockdown rischia di annichilire in modo definitivo una regione come la Calabria. Nessuno nega le ataviche difficoltà del nostro sistema sanitario, ma, in queste ultime settimane, la Regione, attraverso misure differenziate e restrizioni mirate, è riuscita a limitare i danni e a tenere la curva epidemiologica sotto controllo”. “I dati ufficiali – dice ancora Spirlì – confermano la bontà di questa impostazione: attualmente, i posti di area medica occupati sono il 16%, quelli di terapia intensiva raggiungono invece il 6%. La soglia che dovrebbe far scattare la chiusura è del 30%. È dunque piuttosto arduo comprendere le ragioni che sorreggono l’ordinanza ministeriale. Il Governo ha deciso di punirci, ma noi non ci pieghiamo”. (ANSA).
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