Quando a Settepolesini pascolavano i Mammut 

Se da Ferrara si va verso Bondeno seguendo la strada Diamantina, una stretta striscia di asfalto in mezzo ai campi, prima di raggiungere il canale artificiale Cavo Napoleonico si attraversa un piccolo paese, Settepolesini. Appena dopo l’ultima casa colonica, sulla sinistra, si può ammirare un grande specchio lacustre che si è formato, in oltre vent’anni, per opera della laboriosa attività estrattiva di una cava di sabbia.

Nel 1997 la bocca della draga, che aspira acqua e sedimento a venti metri di profondità, in falda, si bloccò. Fu necessario portarla in superficie e, con meraviglia degli operai, estrarre un grande osso che, incastrato, ostruiva l’imboccatura. Si capì subito che doveva essere qualcosa di eccezionale, per le dimensioni dell’osso e il suo grande peso. Il reperto venne quindi portato all’Università di Ferrara affinché i paleontologi lo potessero determinare. Si trattava di una grande porzione di bacino di un Mammut lanoso.

Allertati dalla scoperta, in breve tempo gli operai raccolsero altre ossa fossili e, grazie alla sensibilità dei proprietari della cava, i signori Orpelli, e all’autorizzazione della Soprintendenza archeologica, fu possibile accendere una convenzione fra il Comune di Bondeno, che si impegnò finanziariamente, e il Dipartimento di scienze della terra dell’Università di Ferrara, che mise a disposizione uno specialista, per seguire i lavori di estrazione della sabbia, recuperare e studiare tutto il materiale che veniva alla luce.

Oggi Settepolesini, con oltre quattrocento resti ossei raccolti, è diventato il più ricco giacimento a vertebrati della pianura e sta fornendo una grande quantità di dati sugli ultimi cinquantamila anni di storia della Bassa Padana.

Benedetto Sala [docente di paleontologia dei vertebrati presso il Dipartimento delle risorse naturali e culturali dell’Università di Ferrara]

oasi zarda Settepolesini

Stati generali

Gli Stati generali del 1789 furono convocati da Luigi XVI allo scopo di raggiungere un accordo tra le classi sociali idoneo a risolvere la grave crisi politica, economica, sociale e finanziaria che affliggeva da anni la Francia. Inaugurati il 5 maggio 1789, essi furono gli ultimi dell’Ancien Régime, crollato a seguito della Rivoluzione. Essi contavano 1139 membri di cui 291 rappresentanti del Primo Stato (clero), 270 per il Secondo Stato (aristocrazia) e 578 per il Terzo Stato (popolo, in particolare la borghesia).

Prima di Conte, furono convocati a Bondeno nel maggio 2003 col seguente programma (tratto da bondeno.com)

Gli “Stati Generali” si terranno presso la Sala 2000 di Bondeno dalle ore 21:00

LUNEDI’ 5 MAGGIO (ECONOMIA E LAVORO)

Relazioni:
Arnaldo Aleotti (Assessore Bilancio e Finanze)
Aldo Scapoli (Assessore Attività Produttive)

Interventi:
Marco Guandalini (C.N.A. Bondeno)
Enrico Benatti (I.A.L. – Emilia Romagna)
Bruno Melloni (Unione degli Industriali di Ferrara)
Antonio D’Antonio (ASCOM – Ferrara/Bondeno)
Valerio Miglioli (Segretario Provinciale Confesercenti Ferrara)
Bruno Gavioli (Unione Provinciale Agricoltori Bondeno)
Paolo Paramucchi (Segretario Generale CISL Ferrara)
Giuseppe Vancini (Confartigianato)
Adriano Facchini (Direttore Consorzio Agrario Provinciale)
Alfredo Zagatti (Vice Presidente della Provincia)

LUNEDI’ 12 MAGGIO (SCUOLA, CULTURA E TURISMO)

Relazione:
Daniele Biancardi (Assessore Scuola e Cultura)

Interventi:
Carlo Gennari (Istituto Comprensivo “T. Bonati” Bondeno)
Alessandro Fugaroli (Istituto di Istruzione Superiore “Carducci” Ferrara)
Alessandro Sita (Consigliere Fondazione CA.RI.FE.)
Aldo Lotti (La Nuova Compagnia del Patatrac)
Simonetta Malaguti (ZeroErreAccaPiù)
Marco Benea (Presidente Pro Loco)
Davide Piacentini (Ludoteca I Signori della Nebbia)
Andrea Calanca (Gruppo Archeologico Bondeno)
Sergio Galli (Associazione Panarea)
Roberto Roda (Consulente dell’Assessorato)
Loris Cattabriga (Presidente Associazione Sagre)
Giuseppe Pisa (AUXING – Centro Musicale)
Rita Cinti Luciani (Assessore Provinciale)

LUNEDI’ 19 MAGGIO (LAVORI PUBBLICI E AMBIENTE)

Relazioni:
Paolo Tassinari (Assessore Lavori Pubblici)
Brunella Benea (Assessore Ecologia e Politiche Ambientali)

Interventi:
Franco Bianchi (Presidente Ordine Professionale dei Geometri)
Silvio Stricchi (Presidente Ordine Professionale degli Ingegneri)
Franco Bardasi (WWF Alto Ferrarese)
Stefania Gasperini – Giovanni Morelli (Studio AR. ES.)
Pier Giorgio Dall’Acqua (Presidente Amministrazione Provinciale)

LUNEDI’ 26 MAGGIO (SANITA’ E SERVIZI SOCIALI)

Relazioni:
Davide Verri (Delega alla Sanità)
Luca Pancaldi (Assessore Servizi Sociali)
Brunella Benea (Assessore Pari Opportunità)

Interventi:
Valerio Parmeggiani (Direttore Distretto di Cento – Azienda USL Ferrara)
Felice Maran (Coordinatore Servizi Sociali – Azienda USL Ferrara)
Giuseppe Della Vedova (Coordinatore dei Servizi Sociali)
Renata Buongiorno (Associazione Accanto)
Clara Poletti (Associazione Amici del Borselli)
Angela Dianati (Centro diurno Airone)
Maria Rita Lodi (Assessore Provinciale)

Conclusioni del Sindaco Davide Verri

Presiede Marco Vincenzi (Presidente del Consiglio Comunale)

Segreteria: 0532-899216-899256

http://www.comune.bondeno.fe.it Postato il Sabato, 03 maggio 2003 alle 14:55:51 CEST

Ospedale di Mirandola

Anche l’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola è impegnato nella gestione dell’assistenza legata all’emergenza Covid. Non solo con le aree dedicate al ricovero per acuti di pazienti positivi, ma da pochi giorni anche con quattro posti letto di terapia subintensiva respiratoria ricavati nel Corpo 02 dell’Ospedale, in particolare all’interno del blocco di chirurgia ambulatoriale. Responsabile medico di questi posti letto è Rodolfo Murgia, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia dell’Ospedale di Mirandola.

“L’area è stata approntata per rispondere all’emergenza sanitaria con quattro posti letto costantemente monitorati con strumenti di ultima generazione e ventilatori all’avanguardia – sottolinea il dottor Murgia –. Sono dedicati a pazienti con grave insufficienza respiratoria da polmonite bilaterale causata dal Covid, con una condizione clinica e respiratoria molto compromessa. Dei quattro pazienti ricoverati attualmente, tre hanno un’età media di 55 anni. Sono assistiti con ventilazione artificiale non invasiva, preceduta in genere da un tentativo di utilizzo di ossigenoterapia ad alti flussi. Il ricovero nell’area subintensiva ha l’intento di evitare, ove possibile, la ventilazione invasiva nelle terapie intensive”.

All’interno del reparto operano due équipe, quella della Pneumologia durante il giorno, mentre dalle 20 alle 8 il turno è gestito dall’anestesista di guardia. “Voglio ringraziare tutti i colleghi medici e il personale infermieristico per il grande sforzo che stanno sostenendo – dichiara ancora Murgia –, oltre al dottor Alessandro Pignatti, direttore della Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell’Area Nord, per la preziosa collaborazione”.

L’attivazione dei posti letto di terapia subintensiva rappresenta un importante valore aggiunto per tutto il territorio dell’Area Nord e in particolare per l’Ospedale di Mirandola, dove è prevista la realizzazione di un’Unità di Terapia Intensiva Respiratoria (UTIR): “Insieme alla Direzione aziendale – conclude Murgia – stavamo lavorando a questo progetto, che ora è stato temporaneamente sospeso per fronteggiare l’emergenza in atto, approntando questi quattro posti letto di subintensiva dedicati ai pazienti Covid positivi”.

“In pochi giorni – aggiunge Giuseppe Licitra, Direzione medica del Santa Maria Bianca – siamo riusciti ad attivare quattro posti letto di subintensiva da dedicare ai quadri Covid più instabili. Tutto questo è stato possibile grazie ad un grande lavoro sinergico che ha coinvolto i professionisti e gli operatori della Pneumologia, dell’Anestesia e tutti i Servizi tecnici che sono intervenuti rapidamente, assicurando un supporto decisivo. A questo proposito un doveroso ringraziamento va in particolare al dottor Murgia, al dottor Pignatti, ai Coordinatori infermieristici Cestari, Abbottoni, Biagini e ai Servizi aziendali, il Servizio Unico di attività Tecnica (SUAT), il Servizio di Ingegneria Clinica (SIC) e il Servizio Information and Communication Technology (ICT). Auguro buon lavoro alle équipe mediche e infermieristiche impegnate a garantire, in questa nuova sezione, il loro preziosissimo contributo clinico ed assistenziale”.

Il profilo – Cinquantadue anni, cremasco, specializzato in Malattie dell’Apparato Respiratorio, Rodolfo Murgia è arrivato a Mirandola ad aprile scorso dall’Azienda USL di Piacenza, dove ha trascorso metà della sua carriera professionale, lavorando per 15 anni presso la Pneumologia dell’Ospedale di Piacenza. Precedentemente, il dottor Murgia ha maturato esperienze in Rianimazione, Pronto soccorso, Riabilitazione Respiratoria e Pneumologia presso l’Azienda Ospedaliera di Crema. Negli anni si è occupato, tra le altre cose, di endoscopia toracica, disturbi respiratori nel sonno e delle patologie dell’apparato respiratorio acute e croniche, con un occhio di riguardo per l’innovazione e la tecnologia applicate al monitoraggio domiciliare dei pazienti con affezioni respiratorie critiche.

Cultura identitaria

Non è pubblicità:

Ebbene si io d’inverno mi scaldo ancora con un bruciatore BALTUR, è il secondo in più di cinquant’anni, sempre stesso modello aggiornato del primo. Questo per dire dell’eccezzionale affidabilità dei prodotti della storica fabbrica di Cento. Qualche merito va anche riconosciuto alla altrettanto storica ditta Ghiraldi di Santa Bianca, agenzia concessionaria e di assistenza Baltur, che sapientemente e celermente è sempre intervenuta al bisogno per le rare revisioni necessarie.

Lorenzo Berlato da FB

Colpa nostra

Cosa devono nascondere? Il fatto che è stato distrutto il sistema sanitario nazionale in anni di imposta austerità con conseguente cancellazione di posti letto e reparti di pronto soccorso; difficoltà dei medici di base che si sono ritrovati con sempre più pazienti; il fatto che è stato distrutto il sistema di trasporto pubblico; il fatto che è stata distrutta la scuola, senza più strutture adeguate, senza insegnanti, con programmi sempre più improntati alla “imprenditorialità”. E potremmo andare avanti… Insomma il fatto che in questi anni è stato distrutto lo Stato, che ora non è in grado di affrontare uno degli eventi per cui lo stesso Stato dovrebbe invece essere assolutamente pronto. E allora se arriviamo a una seconda ondata parlando ancora di emergenza, beh, è colpa vostra!
È colpa vostra. Voi che quest’estate volevate solo un po’ di normalità, è colpa vostra, bambini, perché volete vedere gli amici a scuola, è colpa vostra perché vorreste passare le feste con i vostri cari.

https://comedonchisciotte.org/incolpare-i-cittadini-ovvero-come-la-classe-dirigente-italiana-vuole-salvarsi-il-culo/

Etica del capitalismo

Potremmo gridare al miracolo perché nell’Italia oscura e degradante dei Palamara si sono trovati due pubblici ministeri  che non hanno guardato dall’altra parte, che non si sono piegati all’aria che tira e hanno avuto il coraggio di arrestare l’ex amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci, altri due ex manager oltre a tre attuali dirigenti in relazione alle mancate manutenzioni sia del ponte Morandi che di altre strutture viarie come i pannelli fonoassorbenti. Le intercettazioni che mostrano come questi signori giocassero con la vita delle persone per rendere più felici e più ricchi i Benetton sono davvero agghiaccianti anche per la leggerezza canaglia con cui venivano dette cose inaudite quasi pensandosi al di sopra della legge. Eppure il loro arresto era tutt’altro che scontato, anzi si potrebbe definire un atto eroico: infatti dopo due mesi dalla caduta del ponte Morandi, attenuatosi lo choc per le 43 vittime, i giornaloni hanno cominciato una campagna a tappeto perché nessuno toccasse  questi Caini e nessuno si sognasse di togliere loro la concessione di opere costruite con i soldi e i sacrifici di tutti gli italiani e sulle quali essi lucravano ( e continuano a farlo) , senza nemmeno ottemperare ai compiti più elementari. Con il passare del tempo tale atto dovuto di fronte a una tragedia senza precedenti si è trasformato in una sorta di blasfemia contro i poteri di mercato e la “grande” miserabile stampa si è esercitata nel trovare sempre nuove malevole definizioni per un atto di semplice giustizia, definita di volta in volta giustizialismo , punizione cieca, voglia di ghigliottina, ansia di piazzale Loreto, cultura antimpresa, sciacallaggio, barbarie giuridica, ansia vendicativa, deriva autoritaria, pressapochismo, collettivismo, socialismo reale, oscurantismo. E non è certo un elenco completo. A parte i conflitti di interessi di ogni tipo, compreso il passaggio di manager come la Mongardini da Atlantia a Gedi che edita Repubblica, La Stampa, il Secolo XIX e una miriade di testate locali, rimane la rivoltante sensazione di vivere in una condizione dove l’etica non merita nemmeno più un’adeguata finzione, anzi l’etica è che di fronte al profitto e agli azionisti qualsiasi reato perde importanza.

Leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2020/11/13/il-ponte-morandi-e-letica-del-capitalismo/

Calma

Ma già prima della comparsa del Covid, la polmonite contratta fuori dall’ospedale era la quinta causa di morte nel mondo, e uccideva anche cinquantenni e bambini.  Il Covid ha il tipico andamento epidemico dell’influenza. Circola in autunno e inverno più che in estate. Uccide cinque-sei volte di più. Ma quello che deve spaventare non sono tanto i morti, perché alla fine del 2020, su base nazionale, i numeri dei decessi per complicazioni respiratorie saranno simili a quelli del 2018.  Bisogna guardare alla morbilità del virus, ovverosia quanta gente è malata ora: è il numero dei contagiati, non la loro gravità che può mandare in tilt gli ospedali. Se cambi regole significa che non sei convinto di quanto hai deciso. Ma c’è un’attenuante: questa infezione è molto dinamica e la conosciamo ancora poco. Potremmo conviverci per anni: bisogna imparare a vivere con il Covid, gestirlo, creare reparti specializzati, e medici pronti, tracciare bene il territorio: si tratta di un’infezione virale brutta ma come ne abbiamo avute altre in passato.  Ora spaventa è arrivato all’improvviso, come uno tsunami. Alcuni testimoni dello tsunami non sono più tornati in mare. E poi perché ci è stata raccontata male: i media fanno vedere solo la parte negativa, i camion con le bare, gli intubati, e così trattiamo qualsiasi positivo come uno appena uscito dal reattore nucleaer di Chernobyl.  Diamo il bollettino di guariti e dimessi, non solo di positivi, ricoverati e morti. Guardiamo anche il bicchiere mezzo pieno. Molto terrore e molti contagi sono generati dalla poca chiarezza». Il vaccino ci aiuterà, ma non farà sparire il Covid. C’è anche il vaccino per l’influenza, ma non l’ha debellata. Comunque bisognerà attendere almeno sei mesi per avere numeri significativi sulla profilassi».

Fonte: Matteo Bassetti Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva

Responsabilità

Prendete un anziano di 80 anni, che a Marzo 2019 si prendeva un’influenza. I’intervento del medico di base, che gli avrebbe prescritto comuni farmaci, gli salvava la vita. Dopo 15 giorni al massimo poteva tornare in forma e andare a prendere i nipoti alla fermata dello scuolabus.

Prendete un anziano che a Marzo 2020 si prendeva un’influenza. Il terrore che si trattasse di Covid-19 lo faceva andare in ospedale. Una volta accertato che fosse malato di Covid veniva messo in quarantena, portato nel reparto Covid, sovraffollato di altri pazienti. Gli veniva messo un ventilatore artificiale che gli copriva tutta la testa. Intubato. Gli veniva sparato ossigeno nei polmoni, che però non riusciva a ricevere. L’ossigeno non entrando nel sangue di fatto “bruciava” quegli anziani polmoni. Il paziente di 80 anni non vede e non sente i suoi famigliari da settimane. I suoi famigliari non vedono lui, non sanno come stia. Il paziente di 80 anni muore, per la cura, non per il virus. Muore da solo. I suoi famigliari non possono fargli il funerale. Il suo corpo verrà bruciato. Esce da casa in ambulanza, torna a casa in un’urna. Questo è quello che hanno visto i suoi famigliari, senza aver visto nulla nel mezzo.

Questo paziente è stato assassinato. Da ottime persone, ottimi medici, ottimi infermieri.

Se i protocolli dell’OMS mandano al collasso gli ospedali e il Sistema Sanitario Nazionale, perchè i medici non mettono in discussione quei protocolli, prima che il Sistema Sanitario Nazionale stesso? Cosa che avrebbero dovuto fare incessantemente negli scorsi anni per i tagli sistematici alla spesa sanitaria. Invece che eseguire gli ordini e obbedire…

Ruggero Arenella

Comedonchisciotte.org