Una prodigiosa densità industriale

 Vorrei solo che i miei lettori meridionali “sentissero”  la densità, e la qualità,  di opifici concentrati su quel territorio ora chiuso: da  enti e ministri che, essendo meridionali, abituati al deserto economico del Sud – che inevitabilmente è anche un deserto di conoscenza, di ingegno, di responsabilità  verso gli altri , senza loro colpa non ne hanno un’idea.  I  5 Stelle e  loro elettorato,  che chiamano gli imprenditori “prenditori” perché conoscono  solo quel tipo  di imprese: appalti e subappalti in opere pubbliche, strade da asfaltare e commesse del Comune e della Regione. Adesso  possono utilmente imparare che le loro concezioni sono antiquatissime e arretrate, che avendo  saltato non una, ma due o tre rivoluzioni industriali – e non hanno la minima nozione di cosa sia la “tela bachelizzata”, la vetronite melaminica, o cosa sia “l’imbutitura profonda in acciaio e l’elettro-erosione” .

Anche io non so  cosa siano questi prodotti e processi: ma ho grande rispetto per loro e  chi li ha progettati, inventati  su richiesta di clienti sofisticati, e delle mani sapienti  dei lavoratori lombardi che oggi – col loro direttore generale  – vogliono  tornare in fabbrica, almeno in 60, perché lo chiedono le Case estere con urgenza, essendo  quei prodotti difficili da sostituire.

Mi basterebbe che le Regioni meridionali, che per il coronavirus a Casalpusterlengo hanno chiuso le  scuole (quasi non aspettassero altro) e i ben sei comuni di Ischia che vogliono vietare lo sbarco di lombardi e veneti, avessero rispetto,  di gente che – in fondo – con quel che esporta gli sta pagando la benzina,  il gas,  lo smartphone, il reddito di cittadinanza. Che ogni italiano del Sud  sentisse il valore di questa ricchezza operosa come parte della patria.

Però ho una sensazione: che qui  siano ormai in causa due tipi antropologicamente diversi di italiano, e  che  la crisi economica romperà tragicamente questo paese che non ha mai conosciuto una vera comunità di destino. 

L’articolo DALLA ZONA ROSSA: GRIDANO PER LAVORARE proviene da Blondet & Friends.

Nuovo primario ad Argenta

Argenta 26-02-2020. Il dott. Stefano Parro da Martedì 25 Febbraio è alla direzione dell’Unità Operativa di Medicina Interna dell’Ospedale di Argenta. La pluriennale esperienza maturata dal dott. Parro all’Ospedale SS. Ma Annunziata di Cento

garantirà la storica professionalità dell’Ospedale di Argenta, col valore aggiunto di una competenza di livello distrettuale.

Il Mazzolani-Vandini di Argenta vanta, infatti, la tradizione di un’area di medicina interna particolarmente corposa: 38 Posti Letto di Medicina, cui si affiancano 27 posti letto di Lungodegenza, che vanno presidiati e valorizzati.

Nel caso specifico, l’Ospedale di Argenta è un ospedale distrettuale che per le sue dimensioni negli anni si è caratterizzato come laboratorio di sperimentazioni: dalla gestione del paziente secondo il modello dell’infermiere di rifermento (primary nursing), alla prevenzione, cura e riabilitazione secondo i principi della medicina di genere.

“Una sfida che -ricorda il nuovo primario- affronto condividendo appieno la modalità di gestione adottata nella nostra provincia: gli ospedali devono lavorare in rete. Per questo metto a disposizione le mie competenze: per valorizzare il lavoro dei due ospedali e favorire l’integrazione tra l’ospedale e il territorio. Con l’auspicio di costruire anche ad Argenta la stessa sintonia lavorativa realizzata negli ultimi anni a Cento, proprio perché nella città di Argenta, con le due medicine di gruppo presenti all’interno della struttura si può concretizzare un rapporto intenso con l’ospedale”.

Un importante obiettivo di politica sanitaria, questo, anche per il Sindaco di Argenta Andrea Baldini, intervenuto per dare l’augurio di un buon lavoro “a un valido e competente professionista che può dare all’ospedale di Argenta le competenze di cui ha bisogno per lo sviluppo delle sue professionalità e conferma il costante impegno dell’Azienda USL per dare pronte risposte con attività di programmazione sanitaria alle esigenze dei cittadini di tutto il comprensorio argentano”.

La scelta di nominare come direttore del reparto di medicina di Argenta un professionista che proviene dall’ospedale distrettuale di Cento ha, infatti, molteplici vantaggi: la conoscenza del modello organizzativo e gestionale aziendale consentirà di armonizzare le modalità di lavoro tra i due ospedali.

Allo stesso tempo, la rete di relazioni e delle conoscenze dell’assistenza territoriale che lascia a Cento consentiranno una stabile rete di collegamento tra le due strutture.

Al tutto si aggiunge l’immediata disponibilità delle competenze specialistiche in endoscopia digestiva del nuovo primario, fondamentali premesse che garantiscono proprio la continuità funzionale ed organizzativa che l’Azienda sta perseguendo per la rete territorio-ospedale-territorio provinciale.

In questi anni l’Azienda USL ha investito circa 815 mila euro in tecnologia per l’Ospedale di Argenta, mentre per l’anno 2020, è previsto l’impegno di un valore economico di circa 60.000 euro che consentirà l’acquisto di:

  • Elettroenecefalografo
  • Lampade scialitiche per le sale operatorie
  • Defibrillatori cardiaci
  • Elettrocardiografi
  • Attrezzature per ambulatori specialistici di oculistica e otorino

 

Queste, invece, le attrezzature consegnate nel 2019:

  • 1 TAC di ultima generazione a 64 strati
  • 2 Trapani per ortopedia
  • 13 sollevamalati installati nelle stanze di degenza, in sala gessi e in palestra;
  • 9 carrozzine per le esigenze del pronto soccorso e dell’intera struttura ospedaliera;
  • 5 apparecchi per areosol
  • Isteroscopie e cistoscopi e strumentario chirurgico per ginecologia
  • 2 elettrocardiografi
  • Termometri
  • Sonde per ecografo radiologico (consegnato alla fine del 2018 e non compreso nel valore economico indicato sopra)
  • Strumenti e attrezzature per radiologia (iniettore angiografico, iniettore per risonanza magnetica, monitor)

Cercando Bihac

Con cui Bondeno è gemellata, ho trovato questo articolo:

È dalla fine dell’inverno di quest’anno che si vedono arrivare veri e propri sciami di persone, che ormai sono più di 3000. La maggior parte di questi migranti sono giovani uomini, ed è proprio parlando con alcuni di loro che abbiamo avuto conferma dei viaggi durissimi a cui si sottopongono per arrivare alle porte dell’Europa. Naturalmente tutto questo avviene clandestinamente, senza documenti d’identità, ne passaporti, ne visti, senza alcuna carta in regola.

leggi tutto su http://explorers2.cor-una.org/portfolio/la-nuova-rotta-balcanica/

Taglia oggi, taglia domani…

Di Thomas Fazi
La Stampa di oggi: «Le strutture ci sono, servirebbero più posti letto. Ma se il numero di infezioni aumenta rapidamente il sistema attuale potrebbe anche non reggere».


Chissà perché… Forse c’entra qualcosa il fatto che nel periodo 2010-2018, grazie alle misure di austerità imposte dall’Europa e servilmente applicate dalla nostra classe “dirigente”, è successo questo:
– 37 miliardi € tagliati al SSN, col risultato che oggi l’Italia spende il 31,3% in meno di quanto non facciano gli altri paesi occidentali;

– 2 miliardi di € tagliati al personale sanitario;

– ulteriore riduzione del rapporto di di infermieri per 1.000 abitanti, già tra i più bassi d’Europa, che è stato portato a 5,6 contro gli 8,4 della media europea;

– 42.888 professionisti a tempo indeterminato in meno, una riduzione del 6,2% (in alcune regioni il taglio complessivo è stato del 16,3%);

– aumento dell’età media dei medici, che è passata dai 43,5 anni del 2001 ai 50,7 del 2017;

– ulteriore riduzione del rapporto di posti letti per 1.000 abitanti, che è passato dai 3,9 del 2007 (già sotto la media UE di 5,7) ai 3,2 del 2017 (quello stesso anno il numero di posti letto in strutture per cure a lungo termine è stato di 4,2 per 1.000 abitanti, contro i 9,8 della Francia, gli 11,5 della Germania e gli 8,2 nel Regno Unito).
Insomma, se veramente dovesse scoppiare una pandemia in Italia, sappiate che gli eventuali responsabili hanno nomi e cognomi.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-20102018_tutti_i_tagli_al_servizio_sanitario_nazionale_imposti_dallausterit_dellunione_europea/11_33201/

Storia dimenticata

Effemeridi. 30 Gennaio 1945. Strage di Copparo.

Una cittadina in provincia di Ferrara, nel 1945 totalmente priva di obiettivi militari, anzi, considerata dagli abitanti del ferrarese uno dei luoghi più sicuri perché indicata come centro ospedaliero e come tale ben riconoscibile dall’alto grazie ai tanti edifici contrassegnati dalla croce rossa.

Improvvisamente su Copparo arrivò l’inferno: ondate successive di bombardieri degli Alleati angloamericani, prendendo per punto di riferimento il campanile del 1184 della chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, rovesciarono il loro carico di morte.

Furono colpite le abitazioni, la chiesa, il campanile, l’asilo infantile, l’ospedale, …. alla fine si contarono 93 morti e moltissimi feriti. Tra le vittime tanti bambini. Un crimine ingiustificato e impunito.

Un ricordo che non valica i confini della provincia di Ferrara e non merita l’attenzione dei media.

Effemeridi. La strage di Copparo, piccolo paese bombardato dagli angloamericani (93 morti)

Il carnevale degli Este

In occasione del Carnevale degli Este, si possono incontrare cortigiani, dame, principi, cantastorie e armati tra le vie del centro storico, nelle piazze, nei palazzi rinascimentali e tra le mura del possente Castello. La ricca varietà di occasioni di intrattenimento e di degustazione della gastronomia locale nel contesto di scenari costituiti da prestigiose architetture e monumenti – sontuosamente allestiti dai rievocatori storici del Palio di Ferrara – è a cura delle Contrade, che ospitano turisti e maschere nelle loro sedi in cene, banchetti, aperitivi e spettacoli ispirati alle feste che si tenevano in città durante i carnevali del XV e XVI secolo. Come nelle edizioni degli anni precedenti, alle iniziative ludiche e gastronomiche si accostano recite teatrali, pantomime e danze a cura dei gruppi di danza storica delle Contrade del Palio, oltre ad ulteriori spettacoli ed animazioni di piazza curate da compagnie teatrali provenienti dalle Marche, dal Friuli Venezia Giulia e da altre province della regione. Nel programma spiccano anche eventi di approfondimento culturale, quali conferenze ed incontri a cura di studiosi locali e nazionali, oltre al concerto d’apertura curato dal Conservatorio Frescobaldi di Ferrara. Il pubblico può sperimentare la paurosa durezza del processo e della tortura medievale o lasciarsi rapire dal suggestivo spettacolo della proiezione sulle pareti interne di Casa Romei, ricca abitazione del XV secolo miracolosamente conservatasi, delle policromie che affrescavano originariamente il prestigioso edificio. Da non perdere il tradizionale corteo storico, quest’anno dedicato a ben due personaggi maschili: i fratelli Alfonso e Ippolito d’Este, artefici della gloriosa vittoria di Polesella sulle armate veneziane nel lontano 22 dicembre 1509. Per assaporare le atmosfere del trionfo, dopo cinquecento anni, non resta che recarsi a Ferrara!

Programma

>>> ALCUNI EVENTI  DEL PROGRAMMA


GIOVEDI’ 20 FEBBRAIO
> dalle 16.00 alle 18.00
Palazzo Bonacossi, Salone d’Onore, via Cisterna del Follo 5
INAUGURAZIONE EDIZIONE 2020
Con partecipazione del Coro Universitario diretto dal m.° Francesco Pinamonti. Per l’occasione, sarà esposta e presentata al pubblico una selezione delle nove polene lignee appartenute alle galee veneziane sequestrate durante la battaglia del 1509, a cura dei Musei Civici di Arte Antica. A seguire, Il “felicissimo successo” della Polesella, tra Ippolito e Alfonso d’Este, conferenza di Marialucia Menegatti (responsabile editoriale dell’associazione Ferrariae Decus di Ferrara). Ingresso libero.

> dalle 18.15 alle 19.30
Casa Romei, via Savonarola 30
CONCERTO INAUGURALE
Odi le trombe? È il fragor del Carnevale! Concerto inaugurale dell’Ensemble di trombe barocche del Conservatorio Girolamo Frescobaldi di Ferrara, a cura di Michele Santi e Martina Dainelli. Seguirà brindisi.
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VENERDI’ 21 FEBBRAIO
> ore 21.00
Sala della Musica, chiostro di San Paolo Via Boccaleone 19
Gli sposi promessi, commedia a cura della Compagnia della Vipera in collaborazione con il Gruppo Armonie di Danza della contrada rione San Paolo. Ingresso libero (349 0953469)
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SABATO 22 FEBBRAIO

> ore 15.00
Piazza Savonarola
“Il Serraglio”. Torturatio Glemonensae: animazioni e intrattenimenti a cura del gruppo storico “Giochi e torture” dell’Associazione Pro Loco Pro Glemona, Gemona del Friuli (Ud).

> dalle 15.30 alle 16.30
Porta Paola, via Donatori di Sangue/Piazza Travaglio
CORTEO STORICO
Partenza del Corteo Storico con 250 figuranti: dame, cavalieri, vessilliferi, armati, la duchessa Lucrezia Borgia e il giudice dei Savi Antonio Costabili accompagnano l’ingresso trionfale in città del duca Alfonso e del cardinale Ippolito d’Este, artefici della vittoriosa battaglia della Polesella: a cura dei figuranti delle contrade del Palio di Ferrara, della Compagnia Estense di San Michele-Gruppo Armati dell’Ente Palio di Ferrara, con la partecipazione della Compagnia di fanti “I Conestabili del Finale” (Finale Emilia, Modena).

> dalle ore 21:00 alle 04:00
Sala Estense, piazza del Municipio 2
L’ASSIUOLO
L’Assiuolo, commedia di Giovan Maria Cecchi, a cura della Compagnia del Vado della Contrada Rione Santa Maria in Vado, con la partecipazione del Gruppo Danza “L’Unicorno”. Entrata ad offerta libera
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DOMENICA 23 FEBBRAIO

> Ore 16.45 Piazza del Municipio
POLESELLA 1509: VA IN SCENA LA BATTAGLIA, rievocazione animata dei cruenti scontri tra i soldati estensi e veneziani nel dicembre del 1509 lungo le sponde, gli argini e le golene del Po, nei pressi di Polesella: a cura della Compagnia Estense di San Michele-Gruppo Armati dell’Ente Palio di Ferrara.
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Ingresso gratuito nelle giornate di sabato 22 e domenica 23 febbraio 2020 nei seguenti Musei Civici:
– Palazzina di Marfisa d’Este
– Museo di Storia Naturale
– Museo del Risorgimento e della Resistenza
– Museo della Cattedrale
– Padiglione d’Arte Contemporanea

Archeologia commerciale

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Bologna- Via Galliera

Il commercio è sicuramente il settore in cui si verificano i cambiamenti più evidenti e rapidi: partiamo dal 1937 con la rassegna dei negozi che si affacciavano sulla piazza di Bondeno descritti da Nerio Poletti

http://virtuale.bondeno.com/neriopoletti.htm

L’ultimo nato si è insediato dove c’era l’esposizione dei mobili fratelli Pisa, che erano in via De Amicis nel dopoguerra (di fianco al botteghino del lotto e a Pastorello (articoli di pelle); se proseguite trovate una serie di attività che non esistono più e altre che non esistono ancora.

Prima che se ne perda la memoria sarebbe opportuno registrarle, come finora hanno fatto Edmo Mori e, più di recente, Marco Dondi.

Per parte mia vorrei ricordare che lo spiazzo dove c’era Acqua e sapone nacque come autofficina Fiat e dietro aveva Carrozzeria e verniciatore; adesso è rimasto il gommista e l’elettrauto.

Polo scolastico

l’occasione di contatto tra le scuole era stata offerta dalla “Commissione per il diritto allo studio”, che si insediava proprio in quegli anni per effetto di una legge regionale; in questa sede ci si rese conto che distribuire quei pochi finanziamenti, ripartendoli per scuole, significava disperdere risorse.Maturò allora l’idea tra i responsabili del liceo, dell’Einaudi, dello IAL di creare un “polo scolastico” (non tanto fisicamente, come a Codigoro, quanto praticamente) ogni scuola potesse usufruire delle attrezzature dell’altra e che. ogni istituto, nella sua autonomia, proponesse un corso sperimentale da affiancare a quello tradizionale. Per quanto riguarda il Liceo si pensò ad un indirizzo linguistico, per l’Einaudi ad un tecnico-amministrativo, per lo IAL ad un corso che formasse nuove figure professionali nel campo dell’agricoltura (tecnici dell’ambiente).

Il Comune di Bondeno appoggiò l’iniziativa e incaricò come esperto il Prof. Pasquale Modestino (già artefice della prima sperimentazione al Classico di Ferrara); furono coinvolte le associazioni degli industriali e si interessarono le aziende di trasporto , per consentire l’allargamento del bacino d’utenza ai comuni limitrofi del mantovano e del rodigino. La procedura seguì il normale iter burocratico, ottenendo il parere favorevole del collegio dei docenti di Ferrara, del Consiglio di Istituto, del distretto, del Consiglio scolastico provinciale, dell’lRRSAE, ma si arenò al Ministero, 14

12 si definisce così, nel linguaggio burocratico, il” facente funzioni del preside” ; mentre per i professionali si parla di “coordinatore”

13 l’esperienza di seguito descritta è contenuta in un’ intervista, registrata il 3-6-1992, a Ettore Campi, responsabile dal 1981 al 1985 della sede di Bondeno
14 già allora l’indirizzo linguistico era presente a Finale Emilia e a Ferrara presso l’istituto “Canonici Mattei”; fu poi attivato anche al Classico e alle magistrali “S. Vincenzo”

PAOLO GIATTI, Offerta formativa e offerta occupazionale nel Comune di Bondeno, pag. 19

Gaetano Previati

In occasione del centenario della morte di Gaetano Previati, grande interprete del Simbolismo europeo, la sua città natale gli rende omaggio con una mostra al Castello Estense, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, che conservano un vasto fondo di dipinti e opere su carta dell’artista.
Immagine dell'evento
La rassegna presenta al pubblico più di sessanta opere, accostando olii, pastelli e disegni delle collezioni civiche ferraresi (circa trentacinque) ad un notevole nucleo di opere concesse in prestito da collezioni pubbliche e private. Completano la selezione alcuni importanti documenti inediti.
L’esposizione vuole evidenziare la tensione costante nella ricerca di Previati verso il superamento dei tradizionali confini della pittura “da cavalletto”, intesa come mezzo espressivo, come codice visivo o ancora come modalità di interazione con il pubblico. Affascinato dall’espressione dei sentimenti e dall’impegno nei grandi formati per la sua educazione tardoromantica, l’artista mette in gioco un approccio sperimentale ai soggetti e ai meccanismi della visione che gli permette di raggiungere esiti inediti. Per questo la sua ricerca occupa un fondamentale ruolo di snodo nel rinnovamento dell’arte italiana al volgere del secolo: Previati è stato considerato un erede dei maestri del passato, una figura guida del divisionismo italiano, ma anche un esempio per i giovani futuristi. Proprio per questa posizione affascinante e complessa, la sua vicenda artistica ha ancora diverse zone d’ombra che meritano di essere esplorate.
Ad aprire la mostra sarà un bozzetto del visionario dipinto Gli ostaggi di Crema del 1879, che vale a Previati, non ancora trentenne, la prima affermazione pubblica e la reputazione di «indole artistica ardita fino all’esagerazione». All’interesse per i temi storici si affianca presto la fascinazione per i soggetti maudit, come testimoniano le Fumatrici di oppio o la Cleopatra.
La svolta fondamentale coincide con l’adesione al divisionismo: a segnare questo passaggio sarà un’opera emblematica, Nel prato di Palazzo Pitti, il «primo tentativo della tecnica nuova della spezzatura del colore, una tecnica che dà l’impressione di una maggiore intensità di luce», come afferma lo stesso pittore. Grandi disegni, dipinti e materiali inediti documentano quindi il progetto di trasferire in pittura le impressioni musicali, intorno alla vicenda ferrarese di Ugo e Parisina.
Un’altra celebre storia d’amore, quella di Paolo e Francesca, sollecita a più riprese la fantasia di Previati, culminando nel capolavoro del 1909, una vera e propria pittura di “stati d’animo” che si espandono oltre i confini della tela: per questa ragione il dipinto è considerato una delle matrici del celebre trittico degli Stati d’animo di Umberto Boccioni.
L’approccio innovativo dell’artista ferrarese investe anche i tradizionali generi pittorici, come testimonia la sezione dei dipinti a tema religioso. Quanto al paesaggio, Previati procede a spogliare la scena di dettagli per lasciare spazio alla gioiosa espressività del colore e della luce. Nello straordinario Colline liguri una distesa di prati cosparsi di gerani è, insieme alla volta celeste, l’assoluta protagonista di una visione che trasmette una sensazione di pienezza e immensità.
Valorizzando le nuove possibilità offerte dall’industria editoriale, con le illustrazioni per i Racconti di Edgar Allan Poe e con quelle per I promessi sposi manzoniani, il ferrarese sperimenta un nuovo codice di illustrazione che mette in scena le atmosfere psicologiche e gli stati d’animo dei protagonisti del testo letterario.
Con il ciclo delle Vie del commercio (1914-16) per la Camera di Commercio di Milano il cerchio si chiude: le tematiche della modernità al centro della poetica di Marinetti e Boccioni offrono nuove possibilità alla pittura decorativa dell’anziano maestro. Uno dei grandi pannelli del ciclo, La ferrovia del Pacifico, sarà eccezionalmente esposto in mostra, corredato di disegni. Si tratta di una delle prove più affascinanti della tarda maturità, con cui Previati dà prova di sapersi muovere oltre il recinto dei temi tradizionali per cimentarsi con l’immaginario tecnologico e “globale”.

DOVE

Castello Estense – Largo Castello – Ferrara

QUANDO

Dal 9 febbraio al 7 giugno 2020

ORARI

9.30-17.30. Ultimo ingresso 16.45.

Prolungamento orari 2020
Domenica 8 marzo: 9:30 – 18:30
11, 12, 13 aprile: 9:30 – 18:30
Dal 23 al 26 aprile: 9:30 – 18:30
1, 2, 3 maggio: 9:30 – 18:30
30 e 31 maggio: 9:30 – 18:30
1, 2 giugno: 9:30 – 18:30
5, 6, 7 giugno: 9:30 – 18:30

URL DELL’EVENTO

http://www.castelloestense.it

TARIFFE

Tariffe Castello e mostra
Intero: 8,00 euro. Ridotto: 6,00 euro (fino a 18 anni; over 65; gruppi 15 pax).
Gruppi scuole medie e superiori: 3,00 euro.
Minori dai 6 ai 12 anni e gruppi scuole elementari: 1,00 euro.
Family: per ogni adulto pagante, 1 minore entra gratis.
Minori di 6 anni: gratuito.
Visita guidata: 4,00 euro (con diritto al biglietto ridotto);
Visita guidata dai 6 ai 18 anni: 3,00 euro.

CONTATTI

Ferrara – Castello Estense – Largo Castello

Continua la morìa delle api

Sono i neonicotinoidi, insetticidi di sintesi che hanno un meccanismo d’azione simile alla nicotina, i principali responsabili della moria delle api. L’impiego di questi pesticidi, a partire dagli anni ’90, era stato visto con favore per la loro capacità di essere assorbiti dalla pianta e agire sugli insetti fitofagi. Ma questa caratteristica porta a gravi conseguenze: la linfa e le strutture floreali, contaminate dai neonicotinoidi, stanno producendo danni irreversibili sugli insetti impollinatori. Sono oltre 1500 gli studi scientifici effettuati in tutto il mondo che dimostrano la relazione tra impiego dei neonicotinoidi e declino delle api. La moria raggiunge livelli elevati in caso di grave intossicazione e negli impollinatori che sopravvivono si manifestano gravi alterazioni nel sistema immunitario, perdita delle capacità di orientamento, minore fertilità.

MA SOLO NEL 2018 L’UNIONE EUROPEA ha messo al bando tre delle sostanze più dannose: l’Imidacloprid e il Clothianidin della Bayer e il Tiamethoxam della Syngenta. Per un altro neonicotinoide, il Thiacloprid della Bayer, l’UE ha consentito l’uso fino al 30 aprile 2020. Sono insetticidi ampiamente usati in frutticoltura contro gli afidi e la mosca dell’olivo, ma anche in orticoltura per controllare i fitofagi della parte aerea delle piante. Tuttavia, sono ancora una decina i neonicotinoidi impiegati in agricoltura e di cui è stata documentata la tossicità su impollinatori e ambiente.

UNA RICERCA EFFETTUATA DALL’UNIVERSITA’ DI BOLOGNA e dall’Università di San Diego (California) ha dimostrato che anche l’assunzione di basse dosi di neonicotinoidi da parte delle api altera la loro capacità di volo, la velocità, la durata, la distanza coperta. Le api, intossicate dai pesticidi, subiscono alterazioni sensoriali che riducono la loro capacità di raccolta di nettare e polline e la capacità di impollinazione, manifestando quella che viene chiamata CCD (Colony Collapse Disorder) o «sindrome di spopolamento degli alveari». Gli alveari, costituiti da colonie di 20-25 mila individui, sono diventati ambienti tossici, con una riduzione della vita media delle api operaie che non riescono a completare il loro ciclo di vita (70-80 giorni). Secondo studi recenti, nel 75% del miele mondiale prodotto dalle api mellifere si registra la presenza di uno o più pesticidi, con una inevitabile intossicazione cronica degli insetti. Paradossalmente risultano più sane le api che vivono nei parchi e nei giardini delle città rispetto alle api il cui habitat si trova in zone agricole, dove si fa un uso massiccio di pesticidi. Il progetto «Api e Orti», risultato della collaborazione tra Università di Bologna, Conapi e Legambiente, mira a riqualificare il territorio urbano, piantando alberi e fiori in tutte le aree disponibili, lungo le strade e davanti alle case.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/le-api-sono-il-termometro-dell-ecosistema-impazzito