Una decina di schermi disseminati nel buio di piazza Gobetti, grandi quanto una persona, illuminano la folla raccolta attorno all’attesissima installazione dedicata al SuperCinema Apollo. Ogni schermo racconta una storia, un aneddoto, una curiosità, intreccia spezzoni di pellicole in bianco e nero e fotografie della Ferrara di una volta, immagini preziose poiché provenienti per la maggior parte da archivi privati, familiari. Sotto gli occhi dei passanti, tra le caratteristiche magnolie che punteggiano l’area, scorrono così le battute argute del gestore Antonio Azzalli, che ereditò l’attività dal padre Aldo, gli scatti realizzati durante le riprese del film “La lunga notte del ‘43”, le planimetrie originali che documentano come fosse organizzata urbanisticamente questa porzione di centro storico, il cui aspetto oggi è completamente diverso rispetto a quello a cui erano abituati i frequentatori del multisala.
«Siamo incappati nella storia del SuperCinema Apollo grazie al documentario realizzato nel 1995 da Renzo Ragazzi, che comprende una serie di testimonianze fondamentali per capire cosa rappresentasse per la città intera quello spazio denso di fumo e di risate, dove la gente si affollava per vedere i western il lunedì pomeriggio. Ci sembrava una storia troppo bella e troppo preziosa per essere dimenticata, per questo abbiamo voluto impegnarci in questa avventura: perché non si perda la memoria di ciò che è stato, e perché dal ricordo si possa trarre orgoglio, identità, senso di comunità. Piazza Gobetti sembra un non luogo, viene considerata solo come retrobottega, ma andrebbe valorizzata per il suo meraviglioso passato e ripensata in vista del suo potenziale, che iniziative come questa speriamo riescano a mettere in luce».