Storie ferraresi

Situazioni d’arte – Artisti ferraresi tra Ottocento e Novecento

Una mostra d’arte gratuita per mettere a disposizione di cittadini e visitatori opere del patrimonio pubblico e privato che raccontano la storia artistica e culturale del nostro territorio.

      • Fino al 17 dicembre 2017

      • Palazzo Sacrati Muzzarelli Crema, Via Cairoli 13 – Ferrara
      • Programma:

        LE SEZIONI DELLA MOSTRA

        1) Condizioni e luoghi della vita quotidiana tra Ottocento e Novecento (A. Ferraguti e A. Pisa)
        2) Le visioni inquiete del mito tra Ottocento e Novecento (G. B. Crema)
        3) Il Novecento tra modernità e modelli dell’antico (A. Funi)
        4) Il colore dell’esistenza nella parabola novecentesca (R. Melli)
        5) Trasformazioni del paesaggio tra città e campagna (F. de Pisis, G. B. Crema A. Funi, R. Melli)
      • Orari: Giovedì e venerdì, ore 15-19; sabato, domenica e festivi, ore 10-19.
      • Ingresso: gratuito.

Leopoldo Cicognara

Un intellettuale ferrarese tra l’Età napoleonica e la Restaurazione

  • Dal 18 novembre 2017

  • Ferrara – Sala Ariosto, Biblioteca Ariostea, via delle Scienze 17
  • Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00; sabato dalle 9.00 alle 13.00.
  • Ingresso: libero

Contatti

Biblioteca Comunale Ariostea – Sala Agnelli – Via Scienze 17 – Ferrara

tel. 0532 418212

Nonviolenza in azione: storie ferraresi

L’esposizione fa parte di un ciclo di iniziative, che si svilupperà particolarmente nel prossimo anno, volto a ricordare due concittadini, Silvano Balboni e Pietro Pinna, che hanno impegnato la loro vita contro la guerra e per la nonviolenza.

  • Fino al 28 novembre 2017

  • Salone d’Onore – Palazzo Municipale – Piazza del Municipio 2
  • Orari: dal lunedì al venerdì: dalle 9.00 alle 18.00

  • Ingresso: gratuito

Conferenze e Convegni martedì 28 novembre 2017 ore 16

presso Biblioteca Ariostea

      Omaggio a Nereo Alfieri

Conferenza dell’Accademia delle Scienze di Ferrara

Nella ricorrenza del XX anniversario della scomparsa del prof. Nereo Alfieri, professore emerito dell’Università di Bologna, insigne topografo e archeologo, che tanto ha operato a Ferrara nel trentennio 1950-1980 del secolo scorso, portando alla ribalta internazionale i risultati degli scavi nella necropoli e nella città etrusca di Spina, la “Rivista di Topografia Antica” ha voluto dedicare all’illustre Maestro il XXV volume, che verrà presentato a Ferrara in questa occasione.
Ne parleranno: Stella Patitucci, dell’Università di Cassino, che rievocherà l’attività scientifica del Maestro e illustrerà il contributo specifico alla conoscenza di Spina e dell’antico Delta Padano; Pier Luigi Dall’Aglio, dell’Università di Bologna, che tratterà delle altre ricerche archeologiche e topografiche sia in Italia che all’estero; Giovanni Uggeri, dell’Università di Roma “La Sapienza”, che presenterà la “Rivista di Topografia Antica” e passerà in rassegna gli altri contributi topografici.
A cura dell’Accademia delle Scienze di Ferrara

Mutina Splendidissima

 

Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità 

25 novembre 2017 – 8 aprile 2018
inaugurazione 25 novembre ore 18.00

Foro Boario, Modena

 

Inaugura il 25 novembre 2017 alle 18.00 al Foro Boario di Modena la mostra Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità a cura di Musei Civici di ModenaSoprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Regione Emilia Romagna. L’evento espositivo si svolge nell’ambito del programma omonimo Mutina Splendidissima, dedicato alle celebrazioni dei 2200 anni dalla fondazione della città di Modena.

Definita da Cicerone firmissima et splendidissima, una delle più importanti colonie romane dell’Italia settentrionale, Mutina si trova al di sotto delle strade del centro storico, custodita dai depositi delle alluvioni che si verificarono in epoca tardoantica.

Le celebrazioni del 2017 intendono rendere percepibile questa realtà sepolta attraverso una serie di iniziative che culminano nella grande mostra Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità che ne racconta attraverso nuove scoperte le origini, lo sviluppo ed il lascito che essa ha trasmesso alla città moderna. Un racconto, con un linguaggio accessibile a tutti, fondato su dati archeologici e storici esaminati con uno sguardo pluridisciplinare grazie alle collaborazioni di studiosi di diversi ambiti scientifici.

 

In mostra i reperti e le opere d’arte, accostati a preziose testimonianze provenienti da numerosi musei italiani, affiancano le ricostruzioni virtuali dei principali monumenti di Mutina (le mura, il foro, l’anfitetaro, le terme, una domus) realizzate a cura di Altair4 Multimedia e coinvolgenti videoracconti che fanno da contrappunto alla descrizione delle città dal periodo precedente la sua fondazione, avvenuta nel 183 a.C., alla decadenza verificatasi nella tarda età imperiale. Molte le novità che si presentano per la prima volta al pubblico, tra cui le decorazioni parietali con scene figurate tracciate con pigmenti pregiati e stucchi a rilievo, equiparabili per qualità a quelli provenienti da Pompei, esposte a fianco di elementi di arredo di elevato pregio artistico.
Uno spazio significativo è dedicato alle testimonianze delle produzioni di eccellenza che le fonti attribuiscono a Modena: lucerne e laterizi, vino e quelle lane che erano tra le più pregiate e ricercate dell’impero, tanto da essere ricordate ancora nell’Editto dei prezzi, nel III secolo d.C.

Un’intera sezione è dedicata ai profili dei Mutinenses, dai primi coloni ai cittadini emigrati in altre regioni dell’impero, svelati coniugando dati epigrafici e storici che consentono di ricostruire il profilo sociale multiforme e variegato della città.

 

Dati geologici, archeobotanici e archeozoologici, presentati attraverso un linguaggio comprensibile al vasto pubblico, permettono di conoscere l’assetto ambientale di 2200 anni fa; alluvioni e terremoti, che hanno profondamente mutato il paesaggio antico, soprattutto in coincidenza con la fine dell’impero romano e le invasioni barbariche, sono ora interpretati anche alla luce dei recenti fenomeni naturali che hanno profondamente colpito il territorio modenese e la pianura padana.

 

La sezione dedicata al periodo tardo-antico e all’alto-medioevo affronta in modo problematico il tema della continuità della città antica e costituisce la cerniera tra le due parti di una mostra che affronta con coraggio e spirito innovativo la sfida della continuità tra dimensione archeologica e dimensione storico-artistica.

 

Il tema dell’eredità viene sviluppato nella seconda parte dell’esposizione evidenziando alcuni momenti particolarmente significativi, attraverso opere d’arte e documenti provenienti da diversi musei  e biblioteche italiane, numerosi video e due ricostruzioni virtuali dedicate alle antichità esposte intorno al Duomo nel Rinascimento e alla perduta Galleria delle antichità di Francesco II in Palazzo ducale, anch’esse curate da Altair.

La costruzione del duomo romanico a opera dell’architetto Lanfranco e dello scultore Wiligelmo, nel quale il rapporto con l’antichità appare strettissimo, costituisce la giuntura tra la città antica e quella moderna. Il periodo rinascimentale è quello in cui più consapevole diventa il richiamo al glorioso passato romano della città, le cui vestigia sono pubblicamente esibite nei luoghi più significativi. Tra Sei e Settecento il tema si declina variamente tra passioni collezionistiche, richiamo a un’antichità esemplare e nascita della grande tradizione erudita legata al nome di Muratori, che culmina nel primo Ottocento con la creazione del Museo Lapidario Estense. La precoce nascita di una cultura scientifico sperimentale a metà Ottocento e la fondazione del Museo Civico in epoca post-unitaria determinano approcci diversi al recupero della città sepolta fino al progressivo affermarsi nel corso del Novecento di una coerente politica di tutela e valorizzazione

 

In questo percorso che collega passato e presente viene affrontata anche la dimensione del futuro attraverso il progetto “Capsule del tempo. Da Mutina al futuro”, che favorisce, attraverso la partecipazione diretta del pubblico, una riflessione sul ruolo imprescindibile della memoria nella costruzione della storia collettiva e delle storie individuali.  Alla time capsule modenese, costituita da un grande contenitore in materiale trasparente collocato nella sede espositiva, visitatori e scolaresche potranno affidare oggetti, testi scritti, fotografie, articoli di giornale rappresentativi della contemporaneità e destinati a essere svelati in un momento del futuro che a sua volta rappresenterà una ricorrenza importante per la città: il 2099, 1000 anni dopo la posa della prima pietra del Duomo. Collaborano all’iniziativa le biblioteche e i punti di lettura del Comune di Modena, che tra novembre e aprile organizzeranno sul tema delle capsule una serie di laboratori, proiezioni, letture e incontri con l’autore. Si comincia il 26 novembre con una conferenza del divulgatore scientifico Paolo Attivissimo, che affronterà il complesso tema della conservazione dei dati digitali (foto, audio, video, documenti) offrendo esempi e consigli per evitare che chi verrà dopo di noi riceva in eredità solo un’illeggibile catasta di bit.

 

Alla mostra Mutina Splendidissima allestita negli spazi del Foro Boario si collegano le iniziative curate dalle Gallerie Estensi. Presso la Biblioteca Estense apre il 26 novembre in Sala Campori la mostra Umanisti e bibliotecari. Il fascino dell’antico nelle raccolte ducali che esplora il contributo che generazioni di umanisti, antiquari e bibliotecari hanno portato allo studio della cultura classica. Il percorso espositivo si snoda nei secoli seguendo le acquisizioni dei bibliotecari di casa d’Este che per secoli hanno accresciuto il patrimonio librario della Biblioteca Ducale dimostrando un interesse mai estinto per la cultura del mondo antico.

Contestualmente sarà disponibile la nuova APP di guida al Museo Lapidario Estense che attraverso un percorso narrato conduce i visitatori a scoprire la storia di questa importante collezione, presentando i personaggi di maggior spicco e i monumenti più importanti per la storia di antica di Modena.

 

L’esposizione Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità si inserisce nel più ampio progetto 2200 anni lungo la Via Emilia, promosso dai Comuni di Modena, Reggio Emilia e Parma, dalle Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle sedi di Bologna e Parma, dal Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per l’Emilia-Romagna e dalla Regione Emilia-Romagna.

 

Informazioni
Musei Civici di Modena

Largo porta Sant’Agostino 337

musei.civici@comune.modena.it
tel. 059 2033122, fax 0592033110

www.museicivici.modena.it

www.mutinasplendidissima.it

www.2200anniemilia.it

 

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Musicanti

25 novembre 2017   dalle 10 alle 19

Palazzo Paradiso, Via delle Scienze 17 –  Ferrara
Musicanti!

L’evento nasce a seguito della recente acquisizione da parte dell’Archivio Storico Comunale di un consistente nucleo di documentazione d’interesse storico-musicale: l’Associazione MusiJam (emanazione della disciolta Banda cittadina “F. Musi”) e la Filarmonica G. Verdi di Cona, vi hanno infatti trasferito la parte più antica dei rispettivi archivi musicali. Circa 40 metri lineari di antichi faldoni sono così approdati nell’Archivio di via Giuoco del pallone, per costituirvi uno speciale Fondo dedicato alla Musica di Ferrara tra Otto e Novecento. I faldoni contengono gli spartiti musicali scritti per i complessi bandistici cittadini che, nell’arco di due secoli, hanno divulgato in città il grande repertorio artistico italiano ed europeo. Gli autori, infatti, presenti in archivio, sono quelli dei grandi operisti italiani (Verdi, Rossini, Bellini, Donizetti, Puccini, Mascagni etc. ), di musicisti francesi (Bizet, Gounod, Massenet etc.) e austro-tedeschi (Mozart, Beethoven, Strauss, Meyerbeer, Wagner etc.), proposti nelle trascrizioni dei Direttori che, di tempo in tempo, guidarono le Bande cittadine: Benone, Finotti, Giori, Mariani, Vaccari, per non dire di Pellegrino Neri e di Francesco Musi. La documentazione è alla base di un progetto di conservazione e di valorizzazione delle fonti musicali antiche di Ferrara che trova dunque nell’Archivio Storico Comunale un importante punto di riferimento dedicato alla Musica dell’Otto-Novecento. 

– Programma –

Ore 10 Saluti e apertura lavori
Massimo Maisto, Vicesindaco e Assessore alle Istituzioni culturali del Comune di Ferrara
Marcella Zappaterra, Consigliere della Regione Emilia-Romagna
Francesco Colaiacovo, Presidente del Conservatorio Statale di Musica “G.Frescobaldi”, Ferrara

Sessione mattutina
La banda, funzione civile e patrimonio culturale
Presiede Loretta Vancini, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Emilia-Romagna
Ore 10.30 Il progetto d’un Archivio ferrarese della musica: recupero, gestione e valorizzazione delle fonti musicali per banda.
Enrico Spinelli, Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara
Ore 11 Bande musicali e “bande da ballo” in Emilia e nel Ferrarese tra Otto e Novecento
Gian Paolo Borghi, storico ed etnomusicologo
Ore 11.30 Le bande “rurali” nel ferrarese dalla metà dell’Ottocento ad oggi: strutture, organici, repertori
Mario Gessi, musicista, già docente al Conservatorio di Musica “G. Frescobaldi”, Ferrara
Ore 12 Polvere e musica: storia e pratiche di recupero e riordino del fondo musicale della Banda cittadina di Carpi.
Eleonora Zanasi, Archivio Storico Comunale di Carpi.
Ore 12.30 Trasferimento presso l’Archivio Storico Comunale per la visita guidata alla Mostra “Trombe, tromboni e…grancassa. Le bande musicali, civili e militari nella documentazione dell’Archivio Storico Comunale”. Allestimento e catalogo a cura di Enrico Trevisani, Archivio Storico Comunale di Ferrara
Ore 13.30 Sospensione lavori

Ore 15.15 Ripresa lavori

Sessione pomeridiana
Archivi e fondi musicali bandistici, esperienze a confronto
Presiede Brunella Argelli, IBC – Regione Emilia-Romagna
Ore 15.15 Il Fondo della Banda musicale di Venezia alla Biblioteca Civica di Mestre
Barbara Vanin, Biblioteca Civica di Mestre
Ore 15.45 Il Fondo Ceccherini alla Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia
Pasquale Spinelli, Fondazione Ugo e Olga Levi, Venezia
Ore 16.15 “La Banda”: rileggere criticamente la lezione di Alessandro Vessella
Igino Conforzi, musicista, docente del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini”, Bologna
Ore 16.45 La banda musicale: ritualità popolari e immaginario mediatico fra Novecento e contemporaneità
Roberto Roda, etnografo, Centro Etnografico Ferrarese con Emiliano Rinaldi, studioso di cultura mass-mediatica
Ore 17.15 Suonare nella banda per studiare le feste popolari. Un’occasione di partecipante osservazione. Una testimonianza di Elettra Irene Borchi, antropologa
Ore 17.25 “Viva la banda”, lettura di una testimonianza inedita del musicista Paolo Fresu
Mirna Bonazza, Archivio Storico Comunale, Ferrara
Ore 17.40 Dibattito
Ore 18 Esibizione della Filarmonica “G. Verdi” di Cona

La giornata di studi “Musicanti! le bande marciano in archivio” è stata promossa e organizzata da Comune di Ferrara; Assessorato alle Istituzioni e Politiche Culturali; Servizio Biblioteche e Archivi; Archivio Storico Comunale, Biblioteca Comunale Ariostea; Centro Etnografico Ferrarese

Adesioni e collaborazioni
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Emilia-Romagna; Regione Emilia-Romagna – IBC, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna; Università degli Studi di Ferrara – Dipartimento Studi Umanistici; Comune di Carpi – Archivio Storico Comunale; Comune di Venezia – Biblioteca Civica di Mestre, Conservatorio Statale di Musica “G. Frescobaldi”, Ferrara, Fondazione Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara; Fondazione Ugo e Olga Levi, Venezia; Accademia Corale Vittore Veneziani, Ferrara; Associazione Amici della Biblioteca Ariostea, Ferrara; Associazione culturale “Astor Piazzolla”, Pesaro; Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria; Banda Filarmonica Comunale “Ludovico Ariosto”, Ferrara, Filarmonica “G.Verdi” di Cona; Libreria Musicale Ut Orpheus, Bologna; MusiJam. Associazione culturale, Ferrara

Si ringraziano quanti, a vario titolo, hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa e in particolare: Rosi e Hugo Aisemberg, Magda Botti, Giorgio Busetto, Dario Favretti, Giuliano Gallerani, Silvana Garutti, Rosanna Lazzari, Antonello Lombardi, Marco Mangani, Corinna Mezzetti, Beatrice Morsiani, Fausto Natali, Alice Olivieri, Sauro Strozzi, Maria Cristina Turchi.

Segreteria organizzativa:
Archivio Storico Comunale tel. 0532 418246
Info: e.trevisani@edu.comune.fe.it

Programma Musicanti – Depliant scaricabile
musicanti_2017_depliant_light.pdf

A Finale E. la Lega pronta al referendum

La Lega Nord si dice pronta al referendum contro il ricorso della Prefettura avanzato peranullare l’ordinanza sui profughi emessa a Finale Emilia per regolamentare l’arrivo di nuovi richiedenti asilo ponendo nuovi obblighi a chi decide di ospirali a casa propria. Lo fa sapere il partito di maggioranza in una nota a firma della capogruppo in Consiglio Angnese Zaghi.

Ecco cosa scrive la Zaghi

Il primo cittadino ha il dovere di tutelare per primo la salute e la sicurezza dei suoi cittadini mettendo in atto le volontà legalmente condivise e ribadite dagli stessi. Per questo esprimiamo come gruppo consigliare il pieno appoggio alla giunta comunale per l’ordinanza sindacale sul tema “accoglienza” .
Giovedì è stato recapitato al nostro Sindaco Sandro Palazzi, un ricorso al TAR dell’Emilia Romagna da parte della Prefettura di Modena e del Ministero dell’Interno contro l’ordinanza approvata dal Comune di Finale Emilia, che stabiliva alcuni obblighi per i cittadini che rendevano disponibili i propri immobili per l’accoglienza di ulteriori quote di immigrati irregolari.

Questi adempimenti comprendevano la comunicazione preventiva al Comune della partecipazione a bandi riguardanti l’accoglienza degli stessi, dei relativi accordi e/o contratti stipulati, una relazione quindicinale sull’organizzazione delle strutture. Inoltre l’ordinanza evidenziava le ovvie ricadute che un ulteriore aumento di immigrati avrebbe sul territorio comunale in materia di igiene, sanità, ordine pubblico, ecc.

Aumento di immigrati su cui il governo aveva preso l’impegno, poi rinnegato, di evitarne l’invio in zone che ancora oggi soffrono delle gravi conseguenze dovute al sisma del 2012. Questi ricorsi da parte delle prefetture su mandato del ministero degli interni, stanno avvenendo in tutti i comuni che hanno adottato ordinanze come questa o simili, evidenziando un ordine di scuderia partito dal governo contro l’uso di uno strumento democratico e legittimo che poteva meglio controllare e regolamentare l’ulteriore diffusione di immigrati sul territorio.

Perché tutto questo? Semplicemente perché il business dell’accoglienza deve riempire le tasche delle coop, rosse o bianche che siano,  favorire l’immigrazione in massa e clandestina di soggetti che, per dati ufficiali dello stesso ministero dell’Interno sono in parte criminali (vedi l’attuale flusso dalla Tunisia con lo svuotamento delle carceri), in parte destinati a diventarlo vista la mancanza di posti nel mondo del lavoro, in parte destinati allo sfruttamento portando ad un abbassamento del costo del lavoro o ad una vita assistenziale che costa soldi ai nostri contribuenti.

È stata definita, dai più maligni, “ordinanza anti profughi” ma di anti non c’era un bel niente, tanto è vero che i 5 ospiti, attualmente alloggiati nel Comune, in località Massa Finalese, sono arrivati e lì stanno soggiornando a spese dei finalesi. Assurdo ciò che ci viene contestato e profondamente sbagliata l’imposizione dell’obbligo di accoglienza con ogni mezzo, ancora di più in un comune terremotato con un organico ridotto all’osso, serie difficoltà economiche dovute alle precedenti amministrazioni e posto in un contesto locale e nazionale di profonda crisi economica e sociale. Il tutto proprio qui dove poco meno di due mesi fa ad opera di immigrati, per giunta di seconda generazione ed “integrati”, veniva assassinata una anziana signora per pochi euro. Dove i furti, le intrusioni e gli atti di vandalismo sono ormai all’ordine del giorno. Ma qui basta chiedere un po’ di preavviso e qualche controllo (cosa che per qualsiasi altra attività a scopo di lucro  come queste, è d’obbligo per legge) che subito si giocano la carta del razzismo,  del populismo, ecc.. Addirittura vengono definiti “generali, astratti e sproporzionati” gli obblighi della ordinanza! Ma la sovranità non era popolare? Tutto questo malgrado qualsiasi sondaggio di opinione, studio statistico o sociologico sulla popolazione italiana evidenzi che i nostri concittadini vogliono sull’immigrazione irregolare politiche esattamente opposte a quelle portate avanti da questo governo, il quarto governo non scelto direttamente dai cittadini! Il problema vero è che questi prefetti non sanno dove mettere tutti questi migranti, l’illegittimità paventata è solo una scusa. Il loro terrore è che altri comuni comincino ad alzare la testa proprio sulla scia del nostro, di quello di Bondeno e di tanti comuni lombardi, perché dopo sì che comincerebbero i guai.. per loro! Quindi? Teniamo duro e cercheremo di coordinarci con gli altri comuni per difendere il legittimo diritto delle amministrazioni locali di controllare quello che avviene sul nostro territorio per meglio difendere i nostri concittadini, i loro interessi, il loro benessere. Le uniche cose che devono starci a cuore. Non escludendo la possibilità di chiedere il loro parere sul tema tramite referendum consultivi.

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Si punisce la notizia

Guglielmo Golinelli non ci sta e contrattacca. Il militante leghista, denunciato per aver pubblicato il video del cestino scagliato a fine ottobre contro una professoressa al Galilei di Mirandola, ha raccolto la solidarietà dei compagni di partito e sabato 18 novembre ha ribadito su Facebook la sua posizione:

Ho fatto passare qualche ora prima di scrivere questo post, anche perché non è piacevole essere accusati di un reato che comporta fino a 24 mesi di reclusione.
Mi vengono imputate responsabilità penali, per aver condiviso un video che era già virale su whatsapp da diversi giorni e per aver denunciato una situazione scolastica insostenibile.
Si tratta di problematiche di cui tanti erano a conoscenza, ma che nessuno aveva il coraggio di sollevare, al punto da aver provocato l’intervento del Ministro dell’Istruzione.
Sono convinto di aver agito nel giusto, soprattutto nei confronti degli studenti, delle famiglie e del personale perbene che con queste situazioni ci deve convivere tutti i giorni.
Mi assumerò le mie responsabilità nelle sedi opportune, come spero che se le assumano coloro i quali dovevano evitare e/o risolvere questa condizione di degrado.

E’ dovere della politica denunciare e offrire soluzioni ai problemi della convivenza e della vita pubblica, senza nascondere la testa sotto la sabbia.
Ringrazio di cuore tutti gli amici e i fratelli che mi stanno manifestando la loro solidarietà.

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Il terremoto del 1570

Il 17 novembre si ricorda una ricorrenza nefasta, quella del teribile terremoto che proprio il 17 novembre del 1570 devastò Ferrara e dintorni e deviò il corso del Po.

Prima dei terremoti del 2012 fu proprio quello il più pesante episodio sismico di cui ancora si tramanda la memoria nella nostra zona e si sperava che i movimenti tellurici fossero finiti secoli fa, Non è, purtroppo, così.

Nel 1570 lo sciame sismico, ricorda Wikipedia, “si protrasse sino al 1574 ed è stato ipotizzato come si siano verificate circa duemila scosse, concentrate per la maggior parte nei primi tre mesi dal sisma. Il terremoto ha causato il primo episodio documentato di liquefazione del suolo nella Pianura padana“. Una recente ricerca dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste (Ogs), pubblicato sul «Journal of Geophysical Research» dell’Unione Geofisica Americana ha ricostruito anche gli effetti del sisma del 1570 su Ferrara.

“Il terremoto del 1570 non fu dovuto alla prosecuzione verso est della faglia responsabile dell’evento del 20 maggio 2012 . spiegano i ricercatori – bensì a una faglia sepolta dalle alluvioni e posizionata in profondità, circa 14 chilometri a nord-nord-est di Ferrara;

·       la faglia corrisponde al fronte più esterno della Catena appenninica, che lentamente, da milioni di anni, si sta alzando causando il sollevamento della fascia meridionale della Val Padana (in riva orografica destra del Fiume Po);

·       nel corso degli ultimi 2800 anni circa, questo sollevamento (probabilmente realizzatosi anche attraverso terremoti), ha costretto il corso del Po a spostarsi di circa 20 km verso nord tra Guastalla e Ficarolo (fra Emilia, Lombardia e Veneto);

·       con i suoi 10-15 cm circa di sollevamento, il terremoto del 1570 fu la goccia che fece ‘traboccare il vaso’ del Po, che abbandonò il delta delle Valli di Comacchio per portare tutte le sue acque nel delta attuale: un evento epocale, che nel 1580 papa Gregorio XIII volle far immortalare nella Galleria delle carte geografiche dei Musei vaticani”.

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Situazioni d'Arte

Inaugura sabato 18 novembre alle ore 17,00 a palazzo Crema, Situazioni d’Arte, la mostra promossa da Assicoop Modena&Ferrara, Agente Generale di UnipolSai Assicurazioni, con la collaborazione di Legacoop Estense, il patrocinio del Comune di Ferrara e la partecipazione delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.

Dal 18 novembre al 17 dicembre a Palazzo Crema saranno esposte 25 opere di artisti ferraresi tra Ottocento e Novecento, provenienti dalla raccolta privata Assicoop e dalla collezione delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMC) di Ferrara. Un patrimonio solitamente non fruibile, che verrà eccezionalmente proposto ai visitatori in quest’occasione. Il Prof. Luciano Rivi di Assicoop e la Dr.ssa Lorenza Roversi collaboratrice di GAMC ne sono i curatori.

L’evento, che si inserisce all’interno di un più articolato programma espositivo promosso per il triennio 2017-2019 da Assicoop, conferma l’attenzione che da sempre quest’ultima riserva allo sviluppo culturale e artistico del territorio, mediante un collezionismo orientato a conservare e valorizzare un patrimonio comune. “Le opere acquistate nel tempo sono dipinti di pittori ferraresi e modenesi: una collezione che vogliamo condividere con i cittadini, per raccontare e diffondere la storia artistica e culturale del nostro territorio” – afferma Milo Pacchioni, presidente di Assicoop.

Il percorso espositivo si sviluppa in cinque nuclei tematici, ognuno incentrato sulla figura di uno o più artisti ferraresi. In apertura verranno messi in evidenza aspetti salienti della condizione culturale di Ferrara nel periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, attraverso opere di Ferraguti e Pisa. La seconda tappa ruota attorno alla figura di Crema, “l’adoratore del colore” come lo definisce de Pisis, che nei primi decenni del Novecento si dedica a un’originale interpretazione del divisionismo per elaborare una cifra stilistica personalissima che applica a soggetti di carattere sociale, ma anche a temi mitologici e letterari. La mostra prosegue con le sezioni dedicate al “ritorno all’ordine” di Achille Funi e alla “sensibilità coloristica” di Roberto Melli, dove il visitatore avrà modo di venire a contatto con linguaggi pienamente calati nel clima post-avanguardista nazionale ed internazionale. Il percorso si conclude con una serie di paesaggi e vedute che ripercorrono gli stili dei protagonisti della rassegna: dalle luminose vedute dei monumenti ferraresi di Pisa alla proiezione poetica di de Pisis e alla lucida descrizione orografica di Noëlqui, passando per l’esaltazione aviatoria di Crema e le vedute della condizione urbana di Melli.

La mostra, ad ingresso gratuito, è ospitata a Palazzo Sacrati Muzzarelli Crema e sarà aperta al pubblico dal 18 novembre al 17 dicembre nelle giornate di giovedì e venerdì, ore 15-19; sabato, domenica e festivi, ore 10-19. Sarà disponibile il catalogo della mostra, il cui ricavato sarà devoluto alla Fondazione ADO onlus di Ferrara.

 

L’incontro è ad ingresso libero e gratuito.

L'Arte per l'Arte

Da venerdì 24 novembre, il disegno Nudo acefalo seduto di Filippo de Pisis arricchirà il percorso espositivo L’arte per l’arte: per celebrare questa novità nell’allestimento, una serie di iniziative animeranno le sale del Castello durante il fine settimana!
Sabato 25 novembre, ore 16.30
Domenica 26, ore 11.30 e ore 16.00

Filippo de Pisis e la figura umana: un diario per immagini tra pensieri e frammenti di vita 

Visita guidata alla mostra L’arte per l’arte. Da Previati a Mentessi, da Boldini a De Pisis e lettura di brani scelti da La città dalle cento meraviglie di Filippo de Pisis e Mio sodalizio con de Pisis di Giovanni Comisso.
Sabato 25 novembre, ore 16.30
Domenica 26, ore 16.00

Speciale bambini
Modelli, colori e pennelli: esploriamo la “bottega” del pittore!

Visita guidata alla mostra L’arte per l’arte dedicata ai bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni: un percorso interattivo alla scoperta dell’atelier dell’artista.
Sabato 25 novembre, ore 18.30
Sala dei Comuni

Musica astrale. Festival In Corde

Concerto a ingresso gratuito a cura dell’associazione Freon Musica e del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, con musiche di Stockhausen, Purcell, Morricone e Ambrosius.

Maggiori informazioni

L’arte per l’arte

Informazioni e prenotazioni  
tel. 0532299233 /// castelloestense@comune.fe.it

Gherardo Monari esploratore in Africa

La mostra, a cura di Sandro Tirini e realizzata nel 2014 sull’esploratore centese Gherardo Monari in occasione del 130° anniversario dell’eccidio, ripercorre fatti e retroscena della spedizione africana dei protagonisti Gherardo Monari, Gustavo Bianchi e Cesare Diana. Aperta fino al 15 gennaio 2018. Leggi tutto

Sabato 11 novembre 2017 alle ore 11 presso l’Aula Magna della Scuola Media di Renazzo verrà inaugurata la mostra “Una romantica ingenuità: Gherardo Monari esploratore in Africa” a cura di Sandro Tirini, realizzata nel 2014 sull’esploratore centese Gherardo Monari in occasione del 130° anniversario dell’eccidio.
La mostra ripercorre, grazie anche a una grafica di forte impatto, le vicende dei protagonisti, dei fatti e dei retroscena della spedizione africana del centese Gherardo Monari, Gustavo Bianchi e Cesare Diana che all’inizio dell’avventura coloniale italiana, negli anni 1883-84, tentarono di aprire una via di comunicazione fra la neo-colonia di Assab e l’interno etiopico. Considerate le tematiche affrontate e il percorso espositivo la mostra risulta particolarmente indicata agli studenti degli Istituti scolatici, questo il motivo per cui si è deciso di riproporla a Renazzo.

Per informazioni: Biblioteca Comunale tel. 051 6843141

locandina

Pesticidi in Emilia-Romagna

Da rilevare come le analisi disponibili non danno conto di tutte le sostanze immesse in ambiente. L’Emilia Romagna è tra le regioni con un maggior numero di sostanze ricercate (91), ma manca ancora un indagine sistematica sul Glifosato – uno degli erbicidi più diffusi e sostanza ritenuta particolarmente pericolosa – come manca su quasi tutto il territorio nazionale, salvo Lombardia e Toscana. Le prime rilevazioni effettuate sul territorio regionale sembrano comunque testimoniare concentrazioni elevate .

I numeri massimi di sostanze fitosanitarie rilevate simultaneamente in un singolo prelievo nel 2016 emergono essenzialmente nel basso ferrarese (nel Po di Primaro, nel Canal Bianco e nel Canale Burana Navigabile) dove, nei campioni effettuati a maggio, si riscontra la simultanea presenza di oltre 30 pesticidi.

Sostanze legate alle pratiche agricole ma purtroppo abusate anche in aree urbane per la manutenzione del verde e la disinfestazione.

Legambiente rileva che il problema dei pesticidi andrebbe messo in relazione alle pratiche agricole nel loro insieme. Infatti il 50% dei terreni pianeggianti regionali ha un contenuto di sostanza organica inferiore al 2%, e sono quindi classificati a rischio di desertificazione. Una conseguenze diretta di un modello agricolo fortemente legato alla chimica di sintesi e poco attento alla conservazione delle caratteristiche biofisiche del terreno.

Il dossier integrale “Pesticidi in Emilia Romagna” è scaricabile a questo link:
https://www.legambiente.emiliaromagna.it/wp-content/uploads/2017/10/Dossier-pesticidi-Emilia-Romagna_seconda-edizione_web.pdf