Borse di studio

La Regione Emilia-Romagna con deliberazione della Giunta n. 2328 del 21 dicembre 2016 ha approvato i criteri di riparto delle risorse regionali e i requisiti per l’assegnazione delle borse di studio per l’a.s. 2016/2017 (L.R. 26/2001 Diritto allo studio), fissando il 15 febbraio 2017 e il 31 marzo 2017 il termine rispettivamente di apertura e di chiusura dei bandi provinciali/metropolitano.

A partire dal 15 febbraio 2017 le famiglie potranno presentare domanda esclusivamente on-line all’indirizzo https://scuola.er-go.it/, e da questo link è possibile scaricare la guidaper l’utilizzo dell’applicativo.

Requisiti per fare domanda

I destinatari dei contributi sono:

– tutti gli studenti residenti sul territorio regionale, frequentanti:

  • le prime due classi delle scuole secondarie di secondo grado del sistema nazionale di istruzione;
  • il secondo anno dell’IeFP presso un ente di formazione professionale accreditato per l’obbligo di istruzione che opera nel Sistema regionale IeFP;
  • le prime due annualità dei progetti personalizzati dell’IeFP;

– in possesso del requisito reddituale (Isee 2017 inferiore a euro 10.632,94) che risultino aver completato l’anno scolastico 2016/2017.

Gli studenti immigrati privi di residenza si considerano residenti nel Comune in cui sono domiciliati.

Si invitano le famiglie a:

1. avere disponibilità di un indirizzo e-maile di un numero di cellulare nazionale per la registrazione all’applicativo e la presentazione della domanda;

2. attivarsi per il rilascio dell’attestazione ISEE 2017 – L’ISEE o Indicatore della Situazione Economica Equivalente delle famiglie richiesto è quello per le prestazioni agevolate rivolte ai minorenni (coincidente con ISEE ordinario qualora il nucleo familiare non si trovi nelle casistiche disciplinate dall’art. 7 del D.P.C.M. 159/13) e viene calcolato secondo criteri unificati a livello nazionale.


Per maggiori informazioni
consultare il sito della Regione E-R – Scuola – notizie 2017 – borse di studio o il sito della provincia di Ferrara – diritto allo studio

Reddito di solidarietà

Andrà da un minimo di 80 euro, per i nuclei composti da una sola persona, a un massimo di 400 euro al mese, per quelli composti da e 5 o più membri, il contributo economico previsto dal Reddito di solidarietà (Res) per le famiglie in condizione di povertà assoluta in Emilia-Romagna. Nuclei familiari di cui almeno un componente sia residente in regione da almeno 24 mesi, con indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) inferiore o uguale a 3mila euro. I beneficiari della misura saranno coinvolti in un “Progetto di attivazione sociale e di inserimento lavorativo”, con l’obiettivo di favorire l’occupazione delle persone in età da lavoro e di combattere l’esclusione sociale per coloro che non sono nelle condizioni di poter lavorare. L’erogazione del Reddito di solidarietà ai nuclei che l’avranno ottenuto avverrà, bimestralmente, attraverso accredito su un’apposita Carta acquisti prepagata. Il Reddito di solidarietà allarga così la platea di coloro che possono beneficiare del Sostegno all’inclusione attiva (Sia), la misura messa in campo dal governo a livello nazionale e già attiva da alcuni mesi.

Queste alcune delle misure contenute nel Regolamento attuativo della legge regionale 19 dicembre 2016 n. 24 (“Misure di contrasto alla povertà e sostegno al reddito”) – atto previsto dalla norma stessa – messo a punto dall’assessorato e presentato oggi in Commissione assembleare Politiche per la salute e politiche sociali, che ha espresso parere positivo sul documento.

“Il Regolamento sul Reddito di solidarietà presentato oggi in Commissione è un altro importante tassello dell’ampio pacchetto regionale di politiche per il contrasto alla povertà- afferma la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. La misura regionale che l’Emilia-Romagna mette in campo, estende infatti il sostegno al reddito a tutti i nuclei familiari, anche senza minori, o non in grado di accedere alla misura nazionale, ovvero il Sostegno all’inclusione attiva. Quest’ultimo provvedimento- prosegue la vicepresidente- per le famiglie con minori è già partito da alcuni mesi e proprio in questi giorni sono state apportate dal governo importanti modifiche che semplificano i criteri di attribuzione e permettono una più estesa distribuzione. C’è poi la legge 14 della Regione sull’inserimento sociale e lavorativo per le categorie fragili, che sta accendendo i motori dopo il bando che si è recentemente chiuso e che mette a disposizione risorse per 20 milioni di euro, e ora, finalmente, il Regolamento che attua la legge regionale sul reddito di solidarietà. Stanno attivando arrivando ai Comuni finanziamenti europei straordinari del Piano operativo nazionale per personale a tempo determinato e servizi esterni per il sostegno dell’attuazione delle misure contro la povertà. Siamo dunque di fronte a una strategia complessa e articolata- conclude Gualmini- che caratterizzerà il welfare del futuro, tanto più se la legge delega sulla povertà inserisce le politiche contro l’indigenza nei livelli essenziali delle prestazioni”.

Per il Reddito di solidarietà, la Giunta regionale ha stanziato 35 milioni di euro. Potrebbe interessare 80 mila persone che oggi vivono in condizioni di estrema povertà. Soprattutto famiglie composte da giovani coppie con tre o più figli a carico, single, anziani con bassissimo reddito.

Il Regolamento
Nel dettaglio, il provvedimento specifica che l’adesione dei componenti del nucleo beneficiario del Reddito di solidarietà (Res) è condizionato all’accettazione di un progetto di reinserimento sociale o lavorativo. Dura al massimo 12 mesi, superati i quali il Res potrà essere richiesto solo trascorsi almeno altri 6 mesi. Si incorre nella decadenza dal beneficio in caso di mancata sottoscrizione del patto, oppure di mancato rispetto degli obblighi previsti dal progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo, o comunque in presenza di comportamenti incompatibili con il progetto da parte dei componenti il nucleo familiare (esempio: non partecipare a corsi di riqualificazione proposti, non garantire la frequenza scolastica dei minori, ecc.). A tale proposito, viene specificato che spetterà ai servizi sociali territoriali, in collaborazione con i Centri per l’Impiego, monitorare il rispetto degli impegni presi dai beneficiari, proponendo se necessaria, la decadenza dal beneficio in caso di mancato rispetto degli stessi.

Il regolamento, inoltre, stabilisce le modalità di presentazione della domanda per l’accesso: la domanda per ottenere il Res deve essere presentata da uno dei componenti il nucleo familiare presso gli sportelli sociali del Comune di residenza, tramite apposito modello corredato da tutte le dichiarazioni individuate nel regolamento attuativo. Quanto alle modalità di controllo, al momento della domanda i richiedenti dichiarano i propri dati attraverso documenti ufficiali (ad esempio la dichiarazione ISEE) o attraverso autocertificazione. Tutti i dati vengono verificati attraverso le banche dati in possesso di INPS, o attraverso i dati in possesso dei Comuni. La Regione intende attivare un protocollo di collaborazione con la Guardia di Finanza per individuare e punire eventuali false dichiarazioni da parte dei richiedenti il beneficio.

Altre regole riguardano le condizioni di incompatibilità da parte del nucleo familiare per l’accesso alla misura. Infatti, il Res non potrà andare a chi gode già della nuova prestazione di Assicurazione sociale per l’impiego (NASpI), l’Assegno di disoccupazione (ASDI), o altro ammortizzatore sociale con riferimento agli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria. È inoltre incompatibile la fruizione del SIA (Sostegno per l’inclusione attiva) da parte del nucleo familiare beneficiario. Nel caso in cui alcuni componenti il nucleo familiare usufruiscano di altri trattamenti economici, anche fiscalmente esenti, di natura previdenziale, assistenziale e indennitaria, il valore massimo di tali trattamenti non può superare i 600 euro mensili.

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Violenze contro gli animali

Negli ultimi tempi sempre più numerosi sono i casi di violenza contro gli animali, una lunga scia di vittime innocenti della brutalità dell’uomo. I fatti di Sangineto, Parma, Salerno, Ferrara sono solo alcuni di questi, diventati emblematici grazie all’attenzione della stampa. Ma la lista è lunga, troppo lunga.
A Bondeno, in provincia di Ferrara, due dipendenti dell’impianto idrovoro, come fa sapere la LEAL, avrebbero rincorso un meticcio accudito da tempo all’interno dello stabilimento e l’avrebbero poi freddato a colpi di fucile. Non ci sono giustificazioni per il vile gesto né motivazioni.
I dati sono allarmanti: da gennaio 2016 negli Stati Uniti l’Fbi ha deciso di equiparare la violenza sugli animali a reati gravi come omicidio, incendio doloso, aggressione e traffico di droga.
È, infatti, risaputo che in numerosi casi la violenza sugli animali non è altro che l’anticamera della violenza contro le persone. La creazione di un database in cui sono inseriti coloro che hanno commesso reati a danno degli animali ha spesso aiutato gli organi investigativi ad identificare persone violente e assassini.
Come Parlamentari del Movimento 5 Stelle scriverermo ai vertici aziendali per sapere quali provvedimenti sono stati presi nei confronti dei due potenziali killer e, qualora non ne fossero stati presi, ci faremo portavoce della necessità di imporre percorsi rieducativi.
C’è bisogno di pene più severe e di maggiore attenzione a questi fatti, oltre che a percorsi rieducativi per far capire alle persone l’importanza degli animali e della biodiversità nel nostro paese.
Alla luce di quanto sta accadendo è, quindi, indispensabile che la proposta dei legge del Movimento 5 stelle che abbiamo presentato riguardante la revisione generale del panorama normativo sugli animali (che contiene anche norme contro il bracconaggio) domestici e selvatici sia approvata così da dare un segnale forte. La sensibilità degli italiani sta cambiando e la correlazione tra violenza contro gli animali e contro gli umani è ormai dimostrata.
BERNINI – FERRARESI (M5S): “SI LAVORI AFFINCHÉ SIANO INASPRITE LE PENE PER CHI COMMETTE REATI CONTRO GLI ANIMALI E SI RIEDUCHINO LE PERSONE”

Animal ridens

Conferenze e Convegni Venerdì 24 febbraio (ore 15-19) e sabato 25 febbraio (ore 9,30-13)

Animal ridens

Filosofia e scienza del riso

Venerdì 24 febbraio
15.00 Saluti del Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Matteo Galli
Presentazione del Convegno
15.30 Andrea Tagliapietra (Università San Raffaele, Milano)
Rido dunque potrei essere. Conseguenze del comico
16.00 Piero Stefani (Università di Ferrara)
Sara e Sarele. Dal riso biblico all’umorismo ebraico
16.30 Massimo Parodi (Università di Milano)
Disarmonia. Una causa del riso da Umberto Eco al Medioevo
17.00 Discussione

17.30 Coffee Break

18.00 Andrea Gatti (Università di Ferrara)
Egoismi e incongruenze. Estetiche e pratiche del riso in età moderna
18.30 Giacomo Scarpelli (Università di Modena-Reggio Emilia)
La continuità spezzata. Il riso secondo Bergson (e Freud)
19.00 Discussione e conclusioni

Sabato 25 febbraio
09.30 Marco Bertozzi (Università di Ferrara)
Hobbes e Canetti: il riso come maschera dell’arcaico.
10.00 Vallori Rasini (Università di Modena- Reggio Emilia)
L’unico riso. Plessner e i limiti dell’umano
10.30 Giovanni Matteucci (Università di Bologna)
Il riso come brivido mimetico. Arte e clownerie

11.00 Coffee break

11.30 Fausto Caruana (Università di Parma)
Il riso: dalla stimolazione elettrica alla fenomenologia
12.00 Laura Beani (Università di Firenze)
Anche gli animali ridono?
12.30 Discussione e conclusioni
A cura del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Ferrara

Presso Biblioteca Ariostea Via Scienze 17 Ferrara

 

28 volte in 5 anni

Ha dell’incredibile l’accanimento con cui i ladri tornano a colpire in un negozio di biciclette di San Felice sul Panaro: tra furti tentati e riusciti si contano 28 volte in 5 anni, praticamente uno ogni 15 giorni.

Ecco cosa racconta il proprietario di Alessi Bici poche ore dopo aver scoperto che nella notte fra sabato 11 e domenica 12 febbraio dei ladri si erano introdotti nel negozio, dopo aver sfondato una finestra a colpi di martello. Scarno il bottino perchè sono stati accecati dal fumo dell’impianto fumogeni appena installato.

“Sì, ancora…. Ancora una volta dovrò concentrarmi su disgrazie ben più gravi, per poter dire “Dai, c’è di peggio, questo è niente confronto a….” ancora una volta faro bel viso a cattivo gioco, ancora una volta mi rendo conto che non ci sono speranze possa cambiare qualcosa… Il nebbiogeno funziona, danni limitati per fortuna….
E così siamo a quota 28 tentativi in 5 anni”

 

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Sindaco e Giunta: Finale non si arrende

COMUNICATO STAMPA

Dichiarazione del Sindaco, Sandro Palazzi, e della Giunta Comunale:

Rispettiamo le Istituzioni e le leggi, ma quando è troppo è troppo. Il Comune di Finale Emilia, epicentro del terremoto 2012 di 5.9 Richter che ha causato vittime, miliardi di danni e la distruzione del patrimonio storico, Municipio, Teatro, Castello, Torre dei Modenesi (simbolo del sisma), Chiese (sei su sette), Ospedale e strutture sanitarie, attività commerciali e industriali, centinaia di abitazioni inagibili e centinaia di Finalesi ancora fuori casa, non può accettare in questo momento l’arrivo di richiedenti asilo imposti dal Governo.

Siamo una Comunità in grande difficoltà e, nonostante la generosità dimostrata dai finalesi, non possiamo pensare di accollarci questa enorme responsabilità e questo ulteriore carico.

Stiamo cercando di ricostruire la Città tra enormi problematiche sociali e finanziarie; il Governo, invece di tenerne conto e tenere viva l’attenzione su un territorio colpito pesantemente dal terremoto in tutti i settori,  “scarica” un problema su di noi, e questo è inaccettabile.
Ne
i confronti dei finalesi abbiamo il dovere di rispettare il programma elettorale, ed è ciò che intendiamo fare senza arrenderci.

Finale è territorio di aggregazione e solidarietà, lo testimoniano gli oltre 1.500 extracomunitari che vivono e lavorano nella nostra Comunità, ma accogliere richiedenti asilo in questa situazione non è fisicamente possibile e nemmeno socialmente accettabile. 
Non siamo disposti a partecipare ad altre riunioni o incontri sull’argomento, dobbiamo pensare prima alla nostra comunità”.


Il Sindaco, Sandro Palazzi, e la Giunta Comunale di Finale Emilia

Comitato Verifica Ricostruzione

COMUNICATO STAMPA

Si è costituito un Comitato spontaneo per la verifica dell’erogazione dei fondi per la ricostruzione in Emilia, dopo il terremoto del maggio 2012.
Il Comitato assume la denominazione di “C.V.R.” (Comitato Verifica Ricostruzione) ed è composto da Biancardi Daniele, Baruffaldi Lorenzo, Gallerani Mirco, Mattarelli Marco, Toselli Gilberto, Zagni Nelson, Zaniboni Andrea.
Questi i componenti al momento della costituzione, ma il C.V.R. è aperto a tutti coloro che vorranno aderire al principio di cui il comitato si fa promotore, per il quale i fondi (denaro di tutti i cittadini) destinati alla ricostruzione post-sisma debbono essere conferiti esclusivamente a soggetti che hanno ricostruito immobili realmente danneggiati dal terremoto ed erano utilizzati al momento degli eventi tellurici.
Detti edifici, come prevede la legge, debbono poi essere ripristinati con la medesima destinazione d’uso e così utilizzati.
I componenti del comitato hanno maturato esperienze amministrative in enti pubblici e/o associazioni, potendo così valutare qualificate riflessioni su di un fenomeno che ha visto l’impiego di ingenti risorse pubbliche destinate a privati.
E’ sotto gli occhi di tutti come nel dopo sisma, ruderi fatiscenti da anni, siano diventate nuove costruzioni realizzate con i fondi destinati alla ricostruzione dal terremoto.
Nei comuni dell’Alto Ferrarese decine di casi hanno visto fienili ricostruiti con tecniche e materiali tipici di ville o palazzine, che fanno pensare ad un utilizzo non conforme all’uso per cui sono stati finanziati e potrebbero trasformarsi in abitazioni, se l’istruttoria della pratica Comunale di MODIFICA D’USO fosse benevolmente favorevole.
E’ su questi casi che il C.V.R. vuole accendere i riflettori per far luce su come questo possa accadere, interrompendo una filiera di silenzi, complicità ed omissioni da parte degli organi di controllo.
Il C.V.R. si propone di sottoporre all’attenzione della Magistratura tutti i casi nei quali ravviserà palesi violazioni delle norme che hanno regolato l’erogazione dei fondi per la ricostruzione, chiedendo anche un incontro con la Procura della Repubblica per illustrare direttamente le modalità ed i meccanismi che hanno consentito manipolazioni a danno del pubblico interesse.

Il C.V.R. invita gli organi di comunicazione ad una conferenza stampa di presentazione, che si terrà lunedì 13 febbraio 2017, ad ore 18:00, presso l’Enoteca cantina Balboni, in Cento via Ferrarese n.98 .

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