PERCHE’ FERRARA E’ TROPPO BELLA
Storie vere con proverbi dialettali (Faust Edizioni, 2016)
di Paolo Maietti
Dialogano con l’autore Gina Nalini Montanari e Maria Grazia Campantico
Saluto di Maria Chiara Lega, presidente S.A.V di Ferrara (Servizio Accoglienza alla Vita)
Sarà presente l’editore Fausto Bassini
Lo sapevate che Lucio Dalla ha cantato 4 Marzo 1943 al Circolo dei Negozianti prima del Festival di Sanremo? E che la pera Kaiser è stata portata in Italia da un soldato ferrarese nella guerra ’15-’18? Paolo Maietti continua a ritrovare nell’angolo migliore dello scrigno dei ricordi, episodi e aneddoti inediti abbinando con originalità a ciascun racconto uno o più proverbi in dialetto.
L’autore ci svela la nostra meravigliosa città, in sella alla fedele bicicletta Dei, tra giardini rinascimentali e personaggi felliniani, dal famigerato 70 di Via Mortara a eleganti ville liberty che accolsero Funi e D’Annunzio. Non solo la Ferrara bene dei professionisti, anfitrioni, banchieri, giovani rampolli, viene dipinta in queste pagine, ma anche la Ferrara oscura ai più.
Paolo Maietti, (Ferrara,1942), laureato in Ingegneria elettronica a Bologna, è stato docente all’IPSIA per oltre trent’anni. Ha rappresentato tre volte l’Italia nei campionati europei a coppie di bridge e, dal 1958 al 1970, ha militato nel sestetto base della principale squadra di pallavolo ferrarese. È stato medaglia d’oro del CONI regionale nel 2005 per meriti sportivi. Nel 2015 ha pubblicato per la stessa casa editrice, Ferrara, ieri, oggi, l’altro ieri.
Con il patrocinio dell’Università di Ferrara e di S.A.V. – Ferrara

LE ISCRIZIONI SEPOLCRALI E CIVILI DI FERRARA CON LE PIANTE DELLE CHIESE RACCOLTE DA CESARE BAROTTI
III. SANTA MARIA IN VADO (Este Edition, 2015)
A cura di Corinna Mezzetti
Introduce Franco Cazzola, presidente Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria
Ne parla Carlo Bitossi, ordinario di Storia moderna,l’Università degli studi di Ferrara
Tra i fondi manoscritti della Biblioteca Comunale Ariostea si conserva il corpus epigrafico raccolto nel Settecento dal sacerdote ferrarese Cesare Barotti: un vero e proprio lapidario su carta che trasmette la memoria di tutte le iscrizioni sepolcrali e civili esistenti nelle chiese e in alcuni edifici della città. La maggior parte dei manufatti descritti da Cesare Barotti è oggi perduta e la sua opera rimane una fonte preziosa e insostituibile per ricostruire uno spaccato vivo e variegato della realtà di Ferrara nei secoli passati.
Nel 2003 è stato avviato un progetto di edizione dell’opera barottiana, frutto della collaborazione tra Deputazione Provinciale Ferrarese di storia patria e Università degli studi di Ferrara. Dopo la pubblicazione dei primi due volumi dedicati alle chiese di S. Antonio in Polesine, S. Carlo, S. Giorgio, S. Maria Nuova e S. Pietro, esce ora un terzo volume interamente dedicato alle iscrizioni del complesso di S. Maria in Vado. Il volume, scritto a più mani, presenta testi introduttivi e schede di Alberto Andreoli, Federica Bassi, Lucia Bonazzi, Massimiliano Bruni, Monica Cavicchi, Irene Galvani, Alessandra Massarenti, Corinna Mezzetti, Silvia Superbi ed Eleonora Testoni.
A cura della Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria