lunedì 20 ottobre ore 17 – APPROFONDIMENTI
Paola De Paolis – SRI AUROBINDO E “SAVITRI”
La scoperta del segreto dei Veda
Introduce e coordina Marcello Girone Daloli
Continua il percorso di conoscenza con lo scopo di offrire una visione di sintesi che mostri l’unicità dei principi fondamentali delle tradizioni spirituali a noi culturalmente meno note. Si prosegue con l’insegnamento di Sri Aurobindo (Calcutta, 1872 – Pondicherry 1950). Poeta-veggente, yogi. Ricevuta in Inghilterra una completa educazione occidentale, rientrò in India a vent’anni e assimilò in breve tempo tutto il patrimonio culturale e spirituale del suo Paese di cui divenne uno dei capi più attivi e ispirati nella lotta per l’indipendenza. Ritiratosi dalla politica per immergersi in rivoluzionarie esperienze spirituali, operò una grandiosa sintesi fra Oriente e Occidente annunciando la manifestazione di un nuovo potere di coscienza che segnerà la prossima tappa dell’evoluzione.
La sua produzione in lingua inglese è vastissima e spazia dalla poesia alla letteratura, dalla politica all’arte, dalla filosofia al teatro. Il suo capolavoro poetico, “Savitri – Leggenda e Simbolo”, (poema di 24.000 versi), racchiude il suo messaggio.
Paola De Paolis, poetessa e saggista, già ricercatrice di Letterature Comparate all’Università di Roma, aurovilliana dal 1988, ha tradotto i capolavori di Sri Aurobindo: “Savitri” (2 voll., ed. Mediterranee), “La Vita Divina” (2 voll., ed. Mediterranee), “Lettere sullo Yoga” (6 voll., ed. Arka); ed anche “Eckhart Tolle e Sri Aurobindo” – Due punti di vista sull’illuminazione”, di A. S. Dalal (ed. La Lepre).
» martedì 21 ottobre ore 17 – SEDUTA ACCADEMICA
Alessandra Fiocca, Università di Ferrara – CULTURA SCIENTIFICA A FERRARA TRA UNIVERSITÀ E CORTE ESTENSE
La vita culturale in Italia nel XVI secolo si sviluppa in due ambiti distinti, uno istituzionale costituito dalle Università e dalle scuole ecclesiastiche e uno privato delle dotte riunioni negli ambienti di corte e cittadini in genere. La forma delle dotte riunioni si riflette nella trattatistica in cui il dialogo diventa genere letterario. Alla tecnica espositiva delle lezioni universitarie, tanto rigorosa quanto arida, si sostituisce l’eloquenza di una conversazione, nello stile cortigiano e cavalleresco. Francesco Patrizi che fu professore di filosofia platonica all’Università di Ferrara, fu
anche ben inserito nella corte del duca Alfonso II. Nella seduta accademica verrà presentato il “Dialogo nel qual si tratta delle cause dell’atterazione del Po di Ferrara, dell’origine dei fiumi, delle cause conservanti et altri accidenti”, composto da Francesco Patrizi dopo l’ascesa al soglio pontificio di Papa Sisto V (24 aprile 1585) (Ms. autografo Archivio di Stato di Modena) ora disponibile a stampa (Anecdota anno XVII n. 1 giugno 2007 pp. 13-60).
A cura di Accademia delle Scienze di Ferrara
» mercoledì 22 ottobre ore 17 – POESIA IN MUSICA
UMANITÀ E POESIA DI RAFFAELE VIVIANI – Giovanni Tufano (voce, chitarra) musica e interpreta le “Poesie” di Raffaele Viviani (Guida, 1990)
La fame è il tema che pervade tutta l’opera di Raffaele Viviani (Castellammare di Stabia 1888 – Napoli 1950) attore, commediografo, compositore, poeta e scrittore. Una fame che si riflette nel tipo ritratto, nella scenetta comica, nella poesia, nel canto. Protagonista è la Napoli tra le due guerre, ma senza aspetti oleografici, luoghi comuni o false consolazioni; una città enorme, tribolata, che vive di notte, nei caffè, nei vicoli, nelle stazioni, al porto. Una città dove la fame costringe a lottare: “La lotta mi ha reso lottatore. Dicendo lotta intendo parlare, si capisce, non di quella greco-romana che fa bene ai muscoli e stimola l’appetito, ma di quella sorda, quotidiana, spietata, implacabile che ogni giorno si è costretti a sostenere…” (Raffaele Viviani, Dalla Vita alle scene)
Giovanni Tufano, laureato al DAMS di Bologna, ha studiato al conservatorio di Avellino (chitarra) e di Ferrara (percussioni). Svolge attività di ricerca nel campo delle tradizioni narrative e musicali della Campania e del teatro musicale del ‘500. Dal 1991 tiene concerti in Italia e in Europa con diversi ensemble di musica antica, popolare ed etnica. Nel 1997 ha partecipato al corso di Commedia dell’Arte tenuto da Antonio Fava nella Scuola Internazionale per Attore Comico di Reggio Emilia. Ha collaborato con l’Ensemble Vicenza e La Piccionaia (Vi), con il Gibus teatro (Bo), con il Teatro Instabile Urga (Fe) e con l’attrice regista Alessia Passarelli.
» giovedì 23 ottobre ore 17 – INCONTRO CON L’AUTORE
Arnaldo Ninfali – LA VELA E ALTRI RACCONTI (Apollo Edizioni, 2014)
Dialoga con l’autore Davide Bonesi, La Nuova Ferrara
Una silloge di dieci racconti brevi che narrano vicende tratte ora dai ricordi di gioventù dell’autore, ora dalla sua esperienza di insegnante; e si focalizzano su una serie di personaggi che mostrano qualità e difetti facilmente riscontrabili dal lettore nella vita di tutti i giorni. Uno spaccato realistico dell’esistenza delineato con un’ironia che a volte sconfina nella vera e propria caricatura. Le vicende raccontate si propongono di far riflettere il lettore e gli indicano una serie di tematiche di ordine morale, sociale, educativo ed esistenziale tra le più sentite nella nostra epoca. Per questo si può affermare che “La vela e altri racconti” è un libro sempre aperto, nel senso che esso apre a dibattiti e a confronti che possono aiutarci a capire meglio la realtà in cui viviamo.
» venerdì 24 ottobre ore 17 – ITALIANI BRAVA GENTE RILEGGERE IL CARATTERE DEGLI ITALIANI
Rosanna Ansani – IL ROMANZO DI LUIGI PIRANDELLO “ VECCHI E GIOVANI”
Coordina Roberto Cassoli
Il romanzo, scritto a partire dal 1906, pubblicato a puntate nel 1909, esce in volume nel 1913 e in versione definitiva nel 1931. Il filo della narrazione si muove tra Girgenti (oggi Agrigento) e Roma, e attraversa un’epoca tumultuosa e contraddittoria, in cui coesistono la rivolta popolare dei Fasci siciliani (1892-1894) e lo scandalo della Banca Romana. Nelle parole dell’autore, il libro verte “sulla Sicilia dopo il 1870” ed è un “amarissimo e popoloso romanzo, ov’è racchiuso il dramma della mia generazione”. Pirandello lo dedica «Ai miei figli, giovani oggi, vecchi domani» e invia le prime copie stampate ai genitori, per il cinquantesimo anniversario del loro matrimonio, con le parole «Caterina e Stefano vivono da eroi», quasi a volerne affermare il carattere autobiografico e il legame con la storia della famiglia. In realtà si tratta di un’opera complessa, irriducibile a una classificazione: ne è indizio la pluralità di definizioni proposte dalla critica. La chiave è nel titolo, non a caso strutturato su un’antitesi vecchi/giovani che ne evoca molte altre (passato/presente, conservatorismo/rivoluzione, slancio ideale/delusione, purezza/corruzione…), un insieme di opposizioni in cui si esprime una frattura al tempo stesso generazionale, politica, sociale, storica, esistenziale. L’antitesi, forma simbolica del pensiero e della scrittura di Pirandello, manifesta il carattere conflittuale dell’esperienza e smaschera l’artificiosità del mondo costruito dagli uomini: il dramma è immagine della realtà.
A cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara