Restauri a Modena

SGUARDI E INEDITI PERCORSI TRA GOTICO E BAROCCO
Presentazione dei recenti restauri e di altre novità
Modena, Chiesa di San Biagio nel Carmine
sabato 1 dicembre 2012, ore 17.30

Nei seguenti sabati e domeniche di dicembre: 2, 8, 15, 16, 22, 23
Visite guidate al chiostro e alla sagrestia alle ore 16 e 16,30
Durata della visita 30 minuti circa.
A cura di Valentina Borghi e Simone Sirocchi.
Punto di ritrovo: Chiostro di San Biagio, via del Carmine 4
ingresso gratuito, senza prenotazione


Sabato 1 dicembre interverranno:
Don Gianni Gherardi, Parroco della Chiesa di San Biagio
Francesca Piccinini, Direttrice del Museo Civico d’Arte di Modena
Sonia Cavicchioli, Docente di Storia dell’arte moderna, Università di Bologna
Valentina Borghi, Storica dell’arte
Simone Sirocchi, Storico dell’arte

Restauri condotti dalla ditta L’ARCA con la supervisione di Daniela Ferriani, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia

Informazioni:
Museo Civico d’Arte, Palazzo dei Musei , Largo Porta Sant’Agostino 337 – 41121 Modena
T. +39 059 2033101-125
www.comune.modena.it/museoarte
museo.arte@comune.modena.it
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Temporary illusions

 Galleria OltreDimore
presenta 

Nicola Evangelisti
Temporary illusions

a cura di Olivia Spatola
in collaborazione con Eli Sassoli de’ Bianchi

30 novembre 2012 – 19 gennaio 2013
inaugurazione venerdì 30 novembre ore 18

Galleria OltreDimore
Piazza San Giovanni in Monte 7, Bologna

Venerdì 30 novembre 2012 alle ore 18.00, la Galleria OltreDimore inaugura la mostra Temporary Illusions di Nicola Evangelisti, a cura di Olivia Spatola ed in collaborazione con Eli Sassoli de’ Bianchi.
Nicola Evangelisti, attraverso studi sulla psicologia della forma e della percezione delle immagini (teoria della Gestalt), ha realizzato, per la sua prima personale presso la Galleria OltreDimore di Bologna, installazioni e video-installazioni interattive il cui completamento percettivo è di natura mentale. L’assenza di una realtà oggettiva ed incontrovertibile era già stata avvallata scientificamente dalla teoria della relatività di Einstein, poi filosoficamente dalla fenomenologia di Husserl fino ad arrivare alle più recenti e sconvolgenti rivelazioni della fisica quantistica.
Reale e virtuale sono due forme di realtà il cui confine è molto labile se non assente. Sia in architettura che a livello massmediologico l’era digitale in cui viviamo presuppone lo sconfinamento e la sovrapposizione tra entità apparentemente opposte come reale e virtuale, materiale e immateriale.
Rapportandoci alla realtà contemporanea possiamo trovare un’analogia nella situazione d’ambito sociale ed economico: la crisi internazionale è profondamente connotata dalla virtualità della speculazione finanziaria che ha influito sulla realtà oggettiva d’ogni singolo individuo. In pochi anni, i cosiddetti prodotti finanziari ”derivati” hanno raggiunto quotazioni astronomiche generando una bolla speculativa senza precedenti. All’origine, i loro inventori sostenevano di voler prevenire i rischi, ma le crescenti incertezze politiche, la seduzione degli utili e il lassismo generalizzato hanno fatto sì che la ricerca di stabilità si trasformasse in fattore di destabilizzazione, l’economia reale è finita in balìa dell’economia virtuale, generando un effetto domino di proporzioni esponenziali che ha messo in crisi l’intero sistema economico occidentale.
Nicola Evangelisti intende calarsi nella dinamica percettiva di una materialità inconsistente, cangiante fatta di suoni e immagini, la cui presenza può essere solo un’illusione.

Nicola Evangelisti (Bologna, 1972), tra i protagonisti della Light Art italiana, ha realizzato diversi cicli di sculture luminose fino a grandi installazioni a scala urbana, come Light Blade nel porticato di Villa Reale a Milano, parte della collezione della GAM.
Il suo lavoro è stato oggetto di numerose pubblicazioni tra cui il catalogo LIGHT ART – Targetti Light Art Collection edito da Skira.
Ha partecipato a rassegne in musei e gallerie internazionali tra cui Chelsea Art Museum (New York), Centre for Contemporary Art “Ujazdowski Castle” (Varsavia), MAK (Vienna), MUAR (Mosca), ISELP Institut Supérieur pour l’Etude du Langage Plastique (Bruxelles), Museo Archeologico (Francoforte), Museo e biblioteca internazionale della Musica (Bologna), GAM (Milano), MACRO (Roma), Galerie Artiscope (Bruxelles), PaciArte contemporary (Brescia). Ha partecipato a progetti speciali della Biennale di Bruxelles, Biennale di Venezia, Manifesta9.

Lettera aperta da Finale Emilia

Non scriverò una delle tante accorate e pur lecite lettere del tipo “Caro Signor ministro, sono una pensionata… (o imprenditore, o insegnante, o manovale)”. La scrivo a voi che mi leggete.
Ho aperto la mia attività trentatré anni fa, dal niente, indebitandomi e facendo tutto quello che potevo da solo, o meglio in due, dall’arredamento alla camera oscura, compreso vivere in un buco malsano infestato da topi e scarafaggi. L’affermazione che abbiamo avuto è stata unicamente questione di capacità personale e professionale, non di aiuti o connivenze. Ricorderò sempre le parole del direttore della Banca Agricola Mantovana di Mirandola, che ad estinzione del debito con conseguente mio passaggio ad una banca di Finale disse: “Bene, Goldoni, ce l’abbiamo fatta… peccato che ci lasci, però… avevamo tirato avanti la baracca fino ad adesso…” Io l’ho fermato subito: “Prego? IO ho tirato avanti la baracca… e se non ci fossi riuscito, i guai erano solo miei, e lei non avrebbe perso i soldi della fideiussione… ma che cosa mi sta dicendo?” Lui, che non se lo aspettava, rispose “Certo, certo, lo sforzo più grosso l’ha fatto lei…” “Eh, no! L’ho fatto tutto io, lo sforzo, caro signore. E visti i suoi commenti chiudo i nostri rapporti anche più volentieri”. Avevo cominciato a capire come funziona il mondo.

Ora, dopo tanti anni di crescita, seppur lenta e stentata, sto assistendo al declino della mia professione, della mia attività, del mio paese, dell’Italia. Un senso di rabbia e di impotenza che tutti conoscete, reso ancor più forte dalle recenti parole di un sottosegretario: “Il tempo del lusso è terminato”. Non me n’ero accorto. Chi è al potere continua a mantenere privilegi indecenti, e quel che si toglie pubblicamente se lo riprende nascostamente. Qui di lussi non ne vedo, signor Catricalà: e quel che ammiriamo tutti i giorni lo può vedere anche lei in video e foto, senza doversi scomodare a venir qua e pigliarsi i dovuti insulti. Se chiediamo un rinvio delle tasse (un rinvio, badi bene) non è perché siamo sfaticati, furfanti o evasori, lei lo sa ma fa finta di non saperlo. Non aiutarci a risollevare questa zona, di cui non sto a ricordare la produttività e l’ormai proverbiale tirarsi su le maniche, significa non vedere più lontano del proprio naso, e questo ben si adatta alla sua condizione, che tanto il culo nel burro, come diciamo noi, lei ce l’ha sempre avuto e ce l’avrà sempre. A lei come a tutti gli altri non importa niente del futuro del Paese. A noi invece importa moltissimo del futuro del nostro paese, minuscolo come la p che porta. Pagare le tasse dopo qualche mese è già qualcosa, anche se è ben poco rispetto a quel che la situazione richiede. Io ho avuto pochi danni alla struttura della casa e del negozio, ma come tutti noi (con poche eccezioni) ho avuto danni che non si misurano in crepe o cedimenti. E’ questo che non volete capire, o che capite benissimo ma non dite mai. Per esempio mi chiedo perché dovrei pagare una tassa (che sarà, pare, enormemente aumentata), per una casa, un negozio, un edificio che aveva già poco valore prima e che ora nessuno vuol comprare se non a prezzi indecenti. Se si parcheggia abusivamente nel posto riservato ai disabili, può capitare di trovarsi sul parabrezza un bigliettino che dice “Vuoi il mio posto? Prenditi il mio handicap”. Lo stesso vale per i nostri immobili, e per le nostre attività: volete i nostri soldi? Prendetevi il nostro handicap, perché di soldi non ne abbiamo più, e anche avendone non ve li vogliamo più dare. Siete riusciti a mettere anche me nella sgradevolissima condizione di aver voglia di andarmene via, combattuto tra il desiderio di mollare tutto e quello di restare a combattere una battaglia che, almeno dal punto di vista politico, sembra persa in partenza. E parlo di me, che ho ancora spalle abbastanza larghe e cultura ed esperienza sufficiente per provare a lasciare tutto alla lotta tra chi vuol mandare l’Italia in malora per il proprio personale squallido interesse e quelli che tra un po’, non potendo tirar fuori altri soldi, tireranno fuori i forconi.
Non faccio del mio paese un’isola felice. Anche qui gli amministratori hanno blaterato e non fatto, e si sono spartiti privilegi. In piazza incrocio persone che ci hanno amministrato per anni, adattando ogni volta la casacca, e che stimo meno di uno sputo per terra. E ci manca poco che faccia i nomi, per quanto possa importare. Non voglio affrontare qui la questione se il paese, con la p minuscola e maiuscola, sia o no migliore di chi lo rappresenta: dico che chi ci governa non è stato votato che da una minima parte degli elettori, e che questa classe politica non rappresenta me e tanti come me.
Divido i rifiuti per bene, l’organico, la carta, la plastica, e sto attento a non mischiarli tra loro. Pago quel che mi dicono di pagare, un po’ perché è giusto, un po’ perché non posso fare altro. Per ora. Ma ogni volta che vado ai cassonetti (sempre più indecenti, tra l’altro, e non perché siamo terremotati) penso ai ministri, ai sottosegretari, alle giunte regionali, allo sperpero e all’accaparramento, alla distruzione sistematica dell’ambiente, della cultura, della dignità di un popolo, penso a a me col secchiello dell’umido in una mano e il sacchetto di plastica nell’altra, e il pensiero di tirargli quella spazzatura in faccia è il più modesto che ho.
Maurizio Goldoni

Scuola di Ospitale

FACCIAMO INFORMAZIONE: Leggete attentamente e speriamo che tutti voi vi poniate le stesse domande:
1) Come mai la scuola di Ospitale, come riportato dall’articolo, è l’unica ad essere stata valutata con 4 differenti schede AEDES?
2) Come mai le schede AEDES dal 03/06/12 al 29/06/12 riportano valutazioni migliorative se
nza che NESSUN intervento sia stato fatto in quel periodo?
3) Come mai nella scheda del 06/6/12 con esito E (inagibile) è stato rilevato un diffuso danno alla muratura portante e danni gravissimi ai solai invece nella scheda con esito B del 29/6/12 tutto questo non è più rilevato?
Ci chiediamo e vi chiediamo: LA SCUOLA SI E’ AGGIUSTATA DA SOLA?
…Nella scheda con esito B del 29/6/12 l’esaminatore suggerisce di indagare sulla vulnerabilità sismica ed eventualmente correggerla.
E’ stato fatto in previsione del trasferimento dei bambini nella scuola?
4) Come mai sul sito del MIUR (Ministero della pubblica istruzione) la scuola il 20/8/12 veniva classificata B poi il 05/9/12 la scuola la classificano in classe E e tuttora risulta ancora così classificata?
5) Come mai se il 03/6/12 con la classificazione E non sono stati chiesti anche per questa scuola i moduli come lo si è fatto per Pilastri? Del resto l’ordinanza del Governatore Errani lo prevedeva (ordinanza nr.5 anno 2012)?
Le domande sono molte pertanto non era più consigliabile avere le risposte e le rassicurazioni prima di decidere il trasferimento dei bambini che è previsto per lunedi 26/11/12?
A questo punto vorremmo a tutela di tutti gli studenti dell’Istituto Comprensivo “T.Bonati” che venissero verificate tutte le scuole alla luce di quanto emerso su questo articolo.
E’ un DIRITTO di tutti i genitori sapere ed è un DOVERE delle istituzioni rispondere.
A tal proposito ricordiamo che le nostre richieste di accesso agli atti depositate da tempo, per avere e verificare le relazioni di calcolo per le opere di messa in sicurezza dei vari plessi, non hanno ancora ricevuto alcuna risposta.
Passate parola perchè uniti si può fare, anzi si deve fare per tutti i nostri ragazzi.

Cristina Tralli