di Roy Berardi
Registro con soddisfazione i passi concreti che sono stati fatti circa la questione da me sollevata, con un articolo nel novembre 2010 “Mussolini, la proposta” : smuovere in Romagna a Forlì a Predappio, le “acque stagnanti sulla questione Mussolini”.
Nell’ultimo anno, a Predappio sono stati organizzati convegni ed incontri di alto livello e altri ne sono programmati, il Sindaco di Forlì (lo storico Roberto Balzani) ha in sostanza preso in mano la “questione”, la Fondazione Cassa Risparmi darà vita a impegnative e prestigiose manifestazioni culturali (“Progetto Novecento” con le Mostre Wildt e Dux)
E soprattutto, aspetto nodale, si è finalmente cominciato ad affrontare quella che secondo me resta, per noi romagnoli, la parte precipua della questione Mussolini. Merito di Luciano Foglietta e Giancarlo Mazzucca per il libro “Sangue Romagnolo”, nonché dei saggi di approfondimento su “La Voce” del Prof. Gianfranco Morra e di Paolo Gambi, e del libro di Vittorio Emiliani su Alessandro Mussolini. Come io scrissi in un precedente articolo del gennaio 2008, “Riscopriamo Mussolini in camicia rossa”: occorre infatti studiare, riflettere , indagare, su quello che successe soprattutto ben prima del 1922, anni cruciali che determinarono poi gli eventi che hanno cambiato il destino dell’Italia e dell’Europa.
La Romagna, e soprattutto il comprensorio forlivese, come vivo teatro di una sorta di laboratorio politico che merita e necessita di forte approfondimento storico-culturale, indagine legata peculiarmente alla situazione forlivese e focalizzato soprattutto sul periodo pre-fascista. E, dicevo, riflettere sulle tragiche vite parallele di Benito Mussolini, Leandro Arpinati e Nicola Bombacci. Sui significanti e contorti percorsi personali e politici dei due amici e compagni di avventura di Benito: Arpinati, di Civitella (anarchico e rivoluzionario, Ministro dell’interno del Regime – poi epurato- ) e Bombacci, di Nespoli (fondatore del P.C.I. a Livorno, amico personale di Lenin, riavvicinatosi a Mussolini con la Repubblica Sociale, fucilato con gli altri gerarchi fascisti): emblemi di un travaglio storico/personale, su cui vale la pena di meditare, degno di grande approfondimento perché questa è anche storia e cultura della nostra terra e del nostro territorio.
L’utilità in chiave turistica di un lavoro culturale in questa direzione, mi è stato (di nuovo) testimoniato in occasione della recente visita di giornalisti giapponesi in Romagna (rivista Amo l’Italia). Dovevo accompagnarli in Castrocaro e Terra del Sole ma hanno “preteso” che dirottassi la visita anche in Predappio; ma nella casa natale di Mussolini è stata grande ed inspiegata la loro sorpresa nel constatare che del Benito “romagnolo” (socialista rivoluzionario, anticlericale ed internazionalista) ci fosse solo la testimonianza della bandiera “del lavoro”. Unica e sola testimonianza materiale, assieme alle pagelle dello studente Benito ancora conservate presso l’ex Istituto Magistrale di Forlimpopoli
Attenzione, anche nella prospettiva delle citate, future Mostre forlivesi ! Forlì e Predappio non sono le “città del Duce”, il tronfio “condottiero a cavallo”, o il truce “Capo con l’elmetto” che impazza nei negozi del ciarpame nero in Predappio: semmai è Roma questa città del Duce! Sul Mussolini “romagnolo” – capopopolo, agitatore politico per le valli forlivesi, segretario provinciale del P.S.I. e della Camera del Lavoro – e su quel periodo, si devono produrre in Romagna iniziative, documenti e testimonianze che possano essere viste, consultate e studiate da visitatori, turisti e curiosi.
Non mancano luoghi o contenitori storici, ad esempio : la casa natale a Predappio, o il piano superiore della Stazione Ferroviaria a Forlì, che le FFSS avevano messo nella disponibilità del Comune di Predappio. E non solo Forlì e Predappio : nel 1° tomo della monumentale opera di Renzo De Felice (Mussolini il rivoluzionario), sono citate più volte anche Meldola, Forlimpopoli, Cusercoli, Civitella, S. Sofia…
E l’approfondita ricerca e lo studio sulla Romagna dei primi del Novecento – fremente laboratorio politico/sociale che ha poi nei fatti tanto condizionato i destini dell’Italia e dell’Europa – sarà un rinnovato contributo alla sociologia politica nazionale; in fondo di viva attualità, e anche di significato per le giovani generazioni: portatore di utili riflessioni sull’eterna, universale lotta tra massimalismo e riformismo, sulla necessità dell’approccio alla tolleranza politica e sociale, alla capacità di ascolto dell’“altro”, al “sonno della ragione che genera mostri”… Il prof. Maurizio Viroli e suoi amici, che avevano tanto polemizzato (fin sulla stampa nazionale) per la famosa cena in Casa Artusi, hanno riflessioni da portare su tutto questo?
Didascalie:
– giornalisti giapponesi in visita alla Casa natale di Mussolini in Predappio;
– le foto dei manifesti dei comizi in Cusercoli dei dirigenti socialisti Mussolini (del 1912) e Bombacci (del 1910), sono tratte dal libro La Chiusa d’Ercole di Natale Graziani (Edizioni CCIAA Forlì)
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Roy Berardi
Giornalista – turismi emergenti – marketing territoriale