DANIELA CARLETTI
IL GIOCO DELLE STAGIONI
Rocca di Cento
23 Dicembre 2010 – 6 Febbraio 2011
Giovedì 23 Dicembre 2010 alle ore 17.30 inaugura presso la Rocca di Cento la personale
di Daniela Carletti “Il gioco delle stagioni”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura
del Comune di Cento. La mostra resterà visibile fino al 30 Gennaio 2011.
A proposito di Daniela Carletti, Graziano Campanini, che presenterà la mostra il giorno
dell’inaugurazione, ha espresso queste considerazioni che ha voluto intitolare “Nella
pianura sconfinata”.
«Ancora in molti sostengono che la pianura padana sia una terra priva di quegli elementi naturali che danno emozioni intense e forti come potrebbero suscitare un grande golfo aperto sul mare con i faraglioni a fare da sfondo, alte cime innevate e illuminate dal sole, paesi e castelli aggrappati ad alte colline come presepi.
Noi che ci viviamo sappiamo che non è vero, e che anzi questa grande pianura è un luogo magico e misterioso che riesce a dare a chi la vuole intendere una serie di emozioni, sia dolci che tenui, sia forti, che vigorose e in continuo cambiamento.
Questa esposizione di Daniela Carletti dimostra che è esattamente così.
Ella riesce con i suoi lavori a darcene una prova elegante e di assoluta qualità.
Alcune sue opere ci parlano delle nebbie sconfinate che dalle sponde del Po arrivano fino
alle prime colline dell’appennino; dei canneti di valle o di quelli che bordano i tanti
“maceri” che costellano le campagne della pianura bolognese?ferrarese.
Altri canneti ancora si trovano a i lati dei fossi e dei canali vicini alle nostre case. Tra di essi, secondo la nostra pittrice vivono, in mezzo alle erbe e ninfee, animali semplici e bonari come gli aironi cinerini o altri misteriosi, diafani, affascinanti come certi “gatti?lincipantere?donne”.
O altri ancora completamente fuori luogo e quindi surreali come un pinguino.
Cambiano le stagioni e in altre sue opere realizza “certe” notti invernali, fredde ma di un freddo secco ed intenso; giornate in cui la nebbia si ghiaccia nell’aria ed allora il gelo si attacca ai capelli, ai rami degli alberi, agli abiti, alle felci del sottobosco, alle sopracciglia e alle barbe delle persone, alle foglie dei sempre verdi.
Ultimamente, in una serie di piccoli capolavori mostra anche le bellezze estive di questa nostra terra.
Cieli sconfinati, blu ed indaco, con stelle luminosissime tipiche delle notti estive quando si va in giro in automobile per trovare risposte lievi a domande molto pesanti; il rosa e indaco dei tramonti intravisti dagli argini del Reno e del Po, i gialli dorati e tumultuosi dei campi di grano misti a papaveri e a “bottoni d’oro”.
E così, pennellata dopo pennellata, fissaggio dopo fissaggio, Daniela riesce a trasmetterci,
attraverso le sue opere, quella poesia che (basta saper vedere ed ascoltare) la pianura
solcata dai suoi grandi fiumi sa comunicare.
La declina sulle tele nei luoghi, nelle stagioni, negli orari del giorno, nelle varie condizioni climatiche. Emozioni interiori, “piccole poesie”, sentimento, mai sentimentalismo; ecco il succo del lavoro di questa pittrice ferrarese ».
Orario di apertura:
Sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15.30 alle 18.30
Ingresso gratuito.
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Inaugura Giovedì 23 Dicembre 2010 alle ore 17.30 presso la Rocca di Cento la mostra “In Illo Tempore”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cento.
In esposizione le opere degli scultori Maurizio Bonora, Ilaria Ciardi, Gianni Guidi,
Sergio Monari, Giovanni Scardovi, Sergio Zanni e Mario Zanoni che resteranno visibili
fino al 6 Febbraio 2010.
Ad ogni mezzanotte – scriveva R.M. Rilke in una lettera indirizzata ad un ancora
adolescente Balthus – tra il giorno che finisce e quello che inizia si forma una minuscola fenditura, e
se una persona molto abile riesce ad introdurvisi, essa uscirà fuori dal tempo per trovarsi in un regno libero dai mutamenti che noi subiamo: in quel luogo si trovano tutte le cose che abbiamo perduto…
Come afferma Giuseppe Berti nell’introduzione del catalogo della mostra, richiamando le parole di Rilke sopra riportate, questi sette artisti sono usciti “fuori dal tempo” e hanno
così indagato il cuore nascosto del Mito e della Storia, esplorando un luogo fatto di miti dimenticati, simboli, desideri e antichi sogni.
Per questo motivo vedremo nelle sculture esposte, attraverso la technè della terracotta, tematiche di richiamo archetipico che inseguono tracce di miti e di civiltà perduti, di anime e spiriti, di metamorfosi, di antichissime memorie.
Queste opere giungono a valicare i confini di una forma stabile e certa per abitare, in un“luogo senza luogo”, una sorta di atemporalità ove Passato e Presente mescolano ruoli ed orizzonti in un’erranza di simboli e di epifanie: segrete, stranianti, metamorfiche, incantate.
Non è facile parlare singolarmente in così poche righe del valore delle opere, dei loro
statuti linguistici, nonché delle virtù degli artisti: si potrebbe tuttavia sottolineare che Bonora, Ciardi, Guidi, Monari, Scardovi, Zanni e Zanoni amano, tutti, l’arte della
metamorfosi grazie alla quale la forma si presenta mutevole per molteplici spiriti che
animano ibride creature ove si fondono, insieme, regno animale e vegetale, organico e inorganico, uomini e cose.
Anche la materia, però, si compiace di felici ambiguità poiché la terracotta finge talvolta
di mutare il proprio stato combinandosi con altri materiali o mascherando la propria
sensuale fisicità dietro patine colorate che, come in un sottile gioco di specchi, rimandano – direbbe Borges – ad altre finzioni, alle infinite parvenze della molteplicità con cui la materia plasma le forme, le metafore e i simboli.
Orario di apertura:
Sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 15.30 alle 18.30
Ingresso gratuito.