Garibaldi e garibaldinismo tra realtà e leggenda

Sabato 24 Novembre al “Calvi” di Finale Emilia, alle 10 e 40, una conferenza sull’eroe dei Due Mondi, per il bicentenario della nascita

Ne parlerà lo storico Luigi Davide Mantovani; dal museo civico finalese, in visione alcuni cimeli garibaldini. L’incontro è aperto al pubblico esterno

Mattinata all’insegna delle celebrazioni quella che si vivrà sabato 24 Novembre all’Istituto tecnico “Calvi” di Finale Emilia: nell’ambito del progetto “Scuola Incontri” infatti, lo storico ferrarese Luigi Davide Mantovani dialogherà con gli studenti, in un appuntamento aperto al pubblico esterno, per rievocare la figura e l’opera di Giuseppe Garibaldi nel bicentenario della nascita.
Massimo esponente del Risorgimento nazionale, ma anche protagonista controverso per le accuse che gli furono mosse di autoritarismo, anticlericalismo ed appartenenza alla massoneria, Garibaldi seppe suscitare entusiasmi, passione di popolo, mobilitazioni di uomini che, volontari in camicia rossa, unendosi ai suoi vessilli seppero condurre l’antiborbonica e clamorosa impresa dei Mille, determinante per l’unificazione politica della nazione, due tentativi di liberare Roma dal potere temporale dei Papi, combattimenti contro gli austriaci nelle Terza guerra di Indipendenza; mazziniano, il Nizzardo seppe anche sacrificare gli ideali repubblicani per mettersi al servizio della monarchia sabauda quando intuì che l’unità d’Italia si sarebbe potuta realizzare solo con il contributo delle armi piemontesi. Oltre ad approfondire la figura dell’eroe dei Due Mondi, nella conferenza del ‘Calvi’ Luigi Davide Mantovani farà anche luce sulla mobilitazione di garibaldini dalle nostre terre per evidenziarne il largo ed entusiastico contributo. Al termine dell’incontro, il museo civico di Finale Emilia esibirà in visione alcuni cimeli garibaldini.
Storico di eccezionale spessore è Luigi Davide Mantovani, che, già vicesindaco di Ferrara negli anni Ottanta, vicepresidente dell’Istituto dei Beni culturali dell’Emilia Romagna tra il 1992 ed il 1996, direttore della rivista Ferrara Storia tra il 1996 ed il 2000, vanta al proprio attivo la pubblicazione di alcuni volumi e di oltre cinquanta saggi su Ferrara, il Risorgimento, Liberali e democratici nell’epoca postunitaria, socialismo e sociabilità, nascita del fascismo: il suo periodo di ricerca prediletto è infatti quello che va dall’inizio dell’età napoleonica all’avvento del fascismo.
Luigi Davide Mantovani è inoltre membro del comitato scientifico per la realizzazione della Casa-Museo Giacomo Matteotti di Fratta Polesine, paese natale del deputato socialista vittima dei fascisti nel 1924; è vicepresidente di Italia nostra per la sezione di Ferrara; sta scrivendo le voci biografiche Antonio, Vincenzo e Luigi Massari per il Dizionario Biografico degli italiani, dell’Istituto Treccani di Roma.

Continua a leggere “Garibaldi e garibaldinismo tra realtà e leggenda”

PROGETTO ENERGY TROPHY: EDIZIONE 2007 – 2008

Si tratta di un Progetto Europeo co-finanziato dalla Commissione Europea e patrocinato dalla Agenzia Federale Tedesca per l’Ambiente, il cui scopo è quello di promuovere, attraverso una vera e propria competizione europea tra edifici, il risparmio energetico in enti ed aziende. Gli obiettivi di risparmio vanno raggiunti intervenendo esclusivamente sul comportamento del personale impiegato.
La competizione, aperta agli edifici adibiti ad uso ufficio, ha preso il via il 1° settembre 2007 e terminerà dopo un anno, il 31 agosto 2008.

Continua a leggere “PROGETTO ENERGY TROPHY: EDIZIONE 2007 – 2008”

Otello a Finale Emilia

16 novembre 2007

BIS Bideri Spettacoli
presenta

ANDREA GIORDANA
in

Otello
di William Shakespeare

con
Marcello Prayer, Ivana Lotito, Valentina Valsania,
Luchino Giordana, Barbara Giordano, Michele Mietto

e con Pino Tufillaro

scene Almodovar
musiche a cura di Harmonia Team
aiuto regista Francesco Brandi
Regia Giancarlo Sepe

E’ ora, forse, di dare a questa meravigliosa tragedia una sua liceità intimista, una sorta di passaporto per l’inferno dei sentimenti, la straziata sensazione che la diversità regala alle persone che giorno dopo giorno, da ogni angolo della terra, popolano terre a loro sconosciute e si presentano a coloro che dovranno accoglierli e dovranno decidere del loro futuro.

Otello ama una donna da cui è riamato, Otello non viene comandato, ma comanda, Otello non crede a tutti questi privilegi che lo investono.

Per amare il prossimo egli deve amare sé stesso, cosa che non gli riesce appieno e che genera i mostri dell’inconscio in cui Iago ha facile accesso, ingenerando nella sua mente, subornata dalla fortuna, la quasi certezza che tutti quelli che lo stimano, lo sopportano e lo odiano, e tutti quelli che lo amano, lo tradiscono.

Tragedia di un IO diviso dal desiderio di credere e dalla certezza che chiunque lo apprezzi sia più conquistato dalla sua forza, che dal suo cuore. Otello maturo, per una lettura che non ha bisogno né di attualizzazioni né di rispettose ambientazioni d’epoca.

Giancarlo Sepe

Note di regia sull’otello
…Un luogo per Otello, un sognatore romantico che scappa dalla realtà cruda, quella dei dolori del cuore, perché ha paura di soffrire. Egli agisce in una sorta di decanto della reggia, dove non ci sono veri e propri segni del valore e del grado, ma solo un rifugio, uguale a quello che gli studenti per affrancarsi dalla vigilanza dei genitori, s’inventano in spazi non canonici, in luoghi dove è difficile capitare per caso. Come succede ai pazzi deliranti dei racconti di Poe, che per le loro brutture o torture psicologiche, usano le cantine, le torri, e i giovani i garage o i lavatoii, o le zone dove alloggiano i condizionatori, le lavanderie e cosi via.
…Otello una sorta di capitan Nemo che comincia a odiare gli uomini, perchè questi lo hanno tradito, deriso blandito, hanno fatto finta di accettarlo, per poi distruggerlo per una vile storia di letto, solo perché la sua donna, bella e giovane, ha scelto lui, nero e avanti con gli anni. Nessuno ama Desdemona come l’ama lui, questo tutti lo sanno, eppure, per una storia di forma e di facciata, devono dimostrare che l’amore della giovane è solo un errore dovuto alla gioventù e nient’altro, e a questo s’impegnano di porre rimedio gli uomini bianchi come coalizzati in una vendetta da postribolo, preparata senza amore ai danni di chi invece l’amore lo sente: forte, tumultuoso nel petto, un amore che sembra un dono che Otello crede di non meritare completamente. Quasi è lui il primo a non capacitarsi di come una donna bella e giovane e bianca possa davvero innamorarsi di lui, senza che quest’atto di giustizia, d’equità nei confronti di un nero, non debba nascondere una trappola, un trabocchetto. Dicevo di un capitan Nemo che in onore del suo idealismo e della purezza s’invaghisca della stella, invece che degli abissi, degli astri, dei colori, delle musiche, e che solo in un contesto che sente amico, com’è la scena, riesce ad essere sé stesso, anche se aggredito da porte che vomitano personaggi dei suoi incubi, dei suoi presagi o quelli mossi dalla forza di Jago. Solo lì, al sicuro da sguardi indiscreti, riesce a malapena a dipanare gli avvenimenti che scoppiano in lui e non trovano una loro plausibilità cronologica, come se il tempo degli accadimenti fosse impazzito, oppure come se fosse accaduto gia tutto e noi vedessimo solo i fantasmi di un’angoscia che non riesce a placarsi.

Jago chiede ad Otello cosa voglia dire un bacio dato di nascosto… ecco per il Moro prendere forma la paura, l’abbandono, la solitudine, la perdita di qualcosa che nessuno potrà più restituirti una volta persa. Perdere Desdemona è come dire addio all’illusione di una vita fatta di passioni, a cui sembrava aver rinunciato da tempo. Otello è innamorato della vita fatta d’amore, che è l’unica vita che ti da l’illusione della giovinezza. L’amore cancella la differenza e fa assomigliare tutti quelli che amano a degli Dei immortali, proprio perchè innamorati. L’Otello è romantico perchè finché si commuoverà sarà vivo.